Titolo fuorviante: in questo poverissimo noir coprodotto con la Turchia (e ambientato a Istanbul) la polizia ricopre un ruolo del tutto marginale. Il fulcro della storia è una strana figura di giornalista ipnotizzatore (l’attore è tale Tony Tiger), dotato della facoltà di ipnotizzare e amante del doppio e triplo gioco. Si introdurrà - grazie all'intercessione della femme fatale di turno - in una losca banda di rapinatori capeggiata dal cattivissimo Gordon Mitchell (troppo in ombra, purtroppo) e comincerà a confondere le acque. Cosa che gli riuscirà particolarmente bene, visto che i poveri spettatori, spiazzati da un montaggio capace di rendere quasi...Leggi tutto incomprensibile una storia già confusa in origine, rischiano di non capirci più nulla. Del film, nato male e continuato peggio, si intuiscono alcune idee (le due statuine di Buddha con maledizione allegata, la natura ambigua del protagonista), ma complessivamente ci si accorge di stare assistendo a un caos generalizzato senza capo né coda, diretto da un Giulio Giuseppe Negri poco in vena che si nasconde dietro pseudonimo americanizzante. Non si contano le zuffe gratuite tirate ignobilmente per le lunghe, le sparatorie mancano completamente di pathos, i dialoghi sono assolutamente dimenticabili, la recitazione è salvata solo in parte dalla professionalità dei doppiatori. Un disastro su tutta la linea, in poche parole. Un gangster-movie che difficilmente poteva essere concepito peggio. Particolarmente ridicolo il finale, sconvolto da due o tre colpi di scena che sembrano inventati lì per lì giusto per dare un po' di movimento. Da Mitchell, poi, ci si aspettava più sadismo.
Bruttissimo epocale, incredibilmente pubblicato in dvd mentre dozzine di titoli meritevoli giacciono chissà dove. Sgangheratissimo, ultra-comico, specie nelle scene di seduzione e nelle sequenze in cui l'attore-regista Tony Tiger alias Irfan Atasoy si cimenta nell'ipnosi, ma privo della follia tipica delle produzioni 100% turche. I titoli millantano la primogenitura di un romanzo (scritto - sit venia verbis - dallo stesso regista) cui difficilmente daremo la caccia. Da evitare come le meduse.
Per carità! Si è visto anche di peggio, ma questo poliziesco turco-italiano è nel filone dei polizieschi di genere un titolo indimenticabile in quanto a bruttura. Scene d'azione girate malissimo, noia mortale; lento, tedioso e con interpreti non proprio bravissimi. Non scarsissimo... scarso.
Il secondo film dello striminzito curriculum di Negri è uno sgangheratissimo gangster-noir prodotto con la Turchia, che in una trama illogica accavalla colpi di scena svogliati e improbabili e sequenze d'azione bambinesche e ridicole, al pari delle arie mediorientali composte da Marcello Gigante. La regia palesa la propria inettitudine nel non aver saputo sfruttare una location affascinante come Istanbul - declassata ad anonimo paese - e nella direzione degli attori, alcuni dei quali (il protagonista Tony Tiger in testa) peraltro pessimi.
Poverissima co-produzione italo-turca. A dispetto del titolo non è un poliziesco, si tratta di una sorta di spionistico ambientato a Istanbul. C'è un giornalista ipnotista (!) che si infiltra in una banda di ladri capeggiata da Gordon Mitchell (a giudicare dalle facce, secondo me, non si tratta di attori ma di veri delinquenti). Questo è tutto quello che sono riuscito a capire. Il resto è un delirio di musichine lounge, scazzottate e statuette con imprecisate proprietà iettatorie. Ah, se non sbaglio si vedono anche un paio di donne nude.
Grossolano, approssimativo finché si vuole e con attori scoordinati: un pallino è pure troppo. Ma perfino nei migliori film nostrani di genere, ambientati nello stivalone terremotato, è quasi impossibile non avere mai un minuto di calo emotivo. L'impresa riesce invece a pennello a questo regista birichino nel paese di Mustafà. Non dobbiamo tenerne conto? Ohibò, non son d'accordo. Aritmetica uguale scienza infallibile...
Nero-polizio-trash di quelli seri. Dilettantesco al 100% e composto da tutto il meglio del peggio possibile: dialoghi a vanvera, nudi gratuiti, storia razionale ma con risvolti improbabili, interpretazione da corte marziale. Il titolo è uno specchio per le allodole, ma la visione per gli amanti del trash risulta assolutamente necessaria. La valutazione è difficilissima: merita un pallino o cinque? Diciamo un paio tanto per andare un po' a vanvera anche come osservatore e giudice.
Il Pessimo non conosce censure, e film come questo sguinzaglia mandrie di bruttezza al minuto: si tenta di unire il poliziottesco a suggestioni giussianiche con un occhio alle prurigini erotiche (così per poter dire “son cose turche” in linea con la produzione); in sé non è neanche una cattiva alternativa al solito poliziottesque tricolore; ma se lo si fa con attori sfidanti il risibile, regia incolore, e uno script più sterile del Sahara che lungi dal suscitare una minima parvenza di interesse induce alla smania di drogarsi forte, l'imperativo si aggiorna: lo spettatore ordina sparate a zero.
Scalcinatissimo noir italo-turco con un po' di azione realizzata in maniera pedestre (allucinante la scazzottata al biliardo) e una manciata di nudi femminili inseriti in maniera particolarmente pretestuosa. Tecnicamente improponibile (montaggio - del buon Batzella - ai limiti del dilettantesco, regia sgangherata con abuso di inquadrature dal basso), sceneggiatura strampalata (l'ipnosi) e confusionaria, protagonista da dimenticare. Il discreto ritmo e qualche fanciulla degna di nota (a partire dalla Loncar) non salvano il film dal disastro.
Della serie, se non lo vedi non ci credi! Gangster movie italo-turco girato con estrema sciatteria, probabilmente destinato ai cinema di terza visione. La trama, che sfocia spesso e volentieri nell'assurdo, fa il paio con una sceneggiatura che fa a pugni col senso comune. Recitazione terribile, ma le vette più alte (o più basse, dipende dai punti di vista) sono rappresentate dalle scene ehm... d'azione. Un trionfo per gli appassionati del trash, per cui questo film è una fonte inesauribile di divertimento, quelli che cercano il cinema devono provare altrove.
Tra poliziesco e spionistico, un film italo-turco veramente incredibile, che schiera Batzella/Solvay al montaggio e Bruno Vani come organizzatore generale. Trama folle, continue sparatorie e scazzottate senza che il ritmo ne guadagni, una banda di ladri su commissione talmente scalcinati che non riescono a fare una rapina senza prenderle di santa ragione dal malcapitato. Aggiungiamo un protagonista - giornalista specializzato in ipnosi, un finale da umorismo involontario e noteremo che neanche il grande Gordon Mitchell riesce a nobilitare il film.
Tra i vari polizieschi che all’epoca comparivano nelle sale nostrane, apparì (come un fulmine a ciel sereno) questo sgangherato prodotto di coproduzione turca. La storia ruoterebbe attorno a due statuette del Buddha, ovviamente oggetto della contesa tra protagonisti e antagonisti. I personaggi parlano e recitano come libri stampati. La storia, che sembrerebbe tratta da un fumetto spinto anni 80 per adolescenti, è intervallata da esaustive scene erotiche con attrici turche ben poco note. Protagonista il callido Irfan Atasoy (Tony Tiger per i mercati esteri). Cestinare senza problemi.
MEMORABILE: La rapina in banca; La mono-espressività di Tiger/Atasoy lungo tutta la durata del lungometraggio.
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HomevideoGeppo • 6/06/10 12:05 Call center Davinotti - 4356 interventi
Qui vediamo la rara fascetta VHS targata SSV Star Video di "La polizia ordina: sparate a vista" direttamente dalla Geppo Collection.