La mano sinistra della violenza - Film (1971)

Chang Cheh rifà un suo famosissimo film affidando il ruolo che fu di Wang Yu alla nuova star David Chiang (spalleggiato dal suo fedele compagno Ti Lung). Film veramente impressionante, sia per le emozioni che riesce a sprigionare sia per le sensazioni che offre. La pellicola è carica di un'omosessualità latente (il protagonista non esita ad abbandonare la moglie per vendicare l'amico fraterno); del resto si nota in tutto l'arco del film che preferisce restare con lui piuttosto che con lei.

Auto-remake di Mantieni l'odio per la tua vendetta, questa volta con coppia (Chiang e Ti Lung) con risvolto omoerotico (sulla scena!) destinata a grande successo e a plurimi bagni di sangue (qui Chiang ci rimette il braccio, ma Ti Lung finisce letteralmente in pezzi) dal sadico Chang Cheh. Eccellenti i combattimenti, specie quello sul ponte. Di gran lunga il più bello della trilogia sul piano spettacolare, anche se com'è ovvio meno influente dello stracopiato primo capitolo.

Bellissimo film di cappa e spada ambientato nell'antico Giappone, dove viene messo tutto in gioco: amore, scherno, omicidio, coraggio, orgoglio, tradimento. Ottima la prova degli attori e molto efficaci le scene d'azione. Lo consiglio a tutti e in particolare a coloro che ricercano realtà diverse da quelle europea e americana. ****

Difetti e ingenuità non mancano, ma stavolta Chang Cheh serve un piatto di feroce e plumbea passione. Tocchi macabri (il braccio mozzato e impalato), la solitudine dell'eroe, la vendetta e l'amicizia virile hanno come sfondo un universo epico crudele e dominato dall'ingiustizia. Ottimo il personaggio negativo (più complesso di quanto non sembri: si rattrista per la morte di Feng), di grande impatto il carnaio finale. Migliore episodio della trilogia dello Spadaccino Monco.