Note: All'uscita in Italia è stato attribuito a Julio Tabernero (regia di) e a Franco Prosperi (un film di). Aka "Cannibals", "Mondo Cannibal", "White Cannibal Queen".
A sfruttare il filone avventuroso cannibalistico in pieno boom sono stati soprattutto Lenzi e Deodato, ma anche in Spagna il re dell’exploitation non poteva certo assistere passivo al lucroso proliferare di una moda così sanguinosa. E allora eccolo mobilitarsi: l’ineffabile Jess Franco (prudentemente celatosi sotto lo pseudonimo di José Luis Tabernero) dirige LA DEA CANNIBALE, variante ancora più povera dei peggiori cannibal movies italiani. Tratta di un tale Jeremy (Cliver) che, dopo aver perso moglie e figlia a Malabi (località inesistente, in realtà siamo sulla costa spagnola, ad Alicante), vi ritorna una decina d'anni dopo nella speranza di ritrovarvi...Leggi tutto la figlia. Con lui un gruppo di “damerini” che, non avendo creduto alla sua versione circa la moglie divorata dai cannibali, lo accompagnano con l'unico scopo di divertirsi e vivere un po' d'avventura. Ma, ahiloro, i Jeouis esistono davvero e adesso sono guidati dalla figlia cresciuta di Jeremy (la splendida Sabrina Siani) e sarà una carneficina. In verità questi cannibali, che tra l'altro si esprimono in perfetta lingua civile, prediligono uccidere tramite cerbottana, salvo poi gettarsi sui corpi delle vittime banchettando in gruppo. Franco conferma la sua attitudine visionaria solo nelle scene di cannibalismo, girate al rallentatore con primissimi piani dei volti che addentano le carni insanguinate. Purtroppo gli effetti sono miseri e mancano i veri sventramenti “live” di Lenzi e Deodato. L’ambientazione mediterranea è insolita ma inadatta, la sceneggiatura non esiste, la fotografia è squallida e gli attori fanno quello che possono, cioè poco.
Bruttissimo film sui cannibali. Trama che sa parecchio di già visto: una bambina rimane orfana in seguito a un incidente aereo, non si sa come riesce a sopravvivere e diviene la "regina bianca dei cannibali". Anni dopo il fratello organizza una spedizione per riportarla indietro... A parte la trama, il film non crea tensione, ci sono scene al rallentatore bruttarelle e quelle sul cannibalismo suscitano grasse risate. Da notare che i "cannibali" sono comparse spagnole truccate da indios (in alcuni si notano basettoni, anelli e orologi...)
MEMORABILE: La moglie del regista che viene mangiata al rallentatore e sembra...
Un mattone indigeribile (e trattando di cannibali è grave!) che si ricorda per un insieme di luoghi comuni (bambina adorata dai primitivi e poi cercata dal padre anni più tardi, il massacro della spedizione, la fuga) trattati con la sensibilità di un macellaio; in senso negativo, s'intende: che pure il gore, innestato malamente e con effetti risibili, non aiuta a trattenersi dal premere a più riprese il tasto forward del telecomando, ringraziando Dio dell'opzione a più velocità. Chi è stato disposto a farsi del male se l'è visto pure in VHS (Antoniana), ad aggravare l'uso di pause, PP e zoom.
Anche gli spagnoli, nella persona dell'ineffabile Jess Franco, provano a cimentarsi nel genere cannibalico, ma ne viene fuori qualcosa di assolutamente inguardabile. Selvaggi "de noantri" dai tratti latini che ridono sempre quando fanno finta di danzare e suonare i tamburi, la spedizione di soccorso cui partecipano personaggi da operetta che credono di fare una scampagnata in collina. Scene splatter a volontà, si salvano solo le generose forme della Siani praticamente nuda in tutto il film.
MEMORABILE: La lotta tra il professore senza un braccio e il feroce capo cannibale. La guida "esperta" che ci lascia le penne alla prima freccia scagliata.
Girato subito dopo un altro cannibal uscito da noi con lo stesso titolo, ne condivide infatti buona parte del cast tecnico; la regia stavolta è completamente appannaggio del buon Jesus Franco, che dà il suo contributo a questo filone con una pellicola certamente non originale né di gran rilievo, ma perlomeno dignitosa. Franco dimostra di aver stile nelle scene di antropofagia, tra ralenti, ombre e zoomate; infonde anche un discreto ritmo al film, rispetto ad altri suoi prodotti del periodo, decisamente soporiferi. Buone le musiche. **1/2
Cannibalico con poco mordente, specie nelle scene splatter al rallentatore, che non danno un vero senso di violenza ma annoiano. Tranne un Al Cliver mutilato, i personaggi sono vuoti, i selvaggi non sono veri selvaggi ma comparse europee che non fanno che saltellare per gran parte della pellicola e per sembrare credibili sono stati truccati pesantemente al punto da risultare carnevaleschi o magari simili a rock band come i Kiss. La dea bianca invece non fa niente se non mostrare le forme. Girato troppo al risparmio.
Avventura & splatter, per questo film piuttosto “cheap” e sgangherato. L’improbabile vicenda ha pure la sua adeguata continuità, ma soccombe di fronte all’improvvisata location e al metraggio dilatato senza razionalità. Quando i cannibali mangiano infatti, i fotogrammi avanzano lentamente, tra la fotografia alterata che mostra le viscere senza risaltarle (mah!). La noia abbonda, i nudi sono limitati e il combattimento finale è anche un po’ ridicolo. Anche l’intrigante Lina Romay, qui con un look un po’ discutibile, non può salvare un prodotto davvero poco difendibile.
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Come in Greta, la donna bestia, è uno dei pochi esemplari del genere cannibal che fa uso del ralenty per meglio evidenziare denti che lacerano carni e mani che frugano nelle interiora.
Le musiche sono del nostro Roberto Pregadio, poi presenza fissa de La corrida.
Lo pseudonimo utilizzato da Franco è, in realtà, il vero nome di un attore/regista spagnolo.
E' conosciuto con una valanga di titoli alternativi, tra i quali anche Mondo cannibale.
Ulteriori delucidazioni su questo e sui due film "gemelli" che abbiamo entrambi schedato (uno con l'omonimo titolo La dea cannibale e l'altro come Il cacciatore di uomini) giungono da Nocturno, di cui riporto i dettagli nelle rispettive discussioni.
Riguardo a questo:
- Girato nel 1980 ma uscito in Italia nel 1984
- Il titolo originale è Une fille pour les cannibales - Il regista è Jess Franco
- All'uscita in Italia è stato attribuito a Julio Tabernero (regia di) e a Franco Prosperi (un film di), pare per un'astuta manovra commerciale dei distributori italiani (in accordo coi francesi) legata ai diritti del film. Avendo i diritti bloccati sul film di Jess Franco per motivi non specificati, l'ipotesi è che abbiano presentato in censura lo stesso film cambiando i titoli di testa e accreditandolo appunto a Tabernero e Prosperi. In realtà era il film di Jess Franco, fatto uscire da noi solo nel 1984 per sfruttare l'immagine della Siani, all'epoca in un momento di ascesa popolare.
- La partecipazione di Prosperi nei titoli di testa è giustificata in due possibili modi: uno è che si volesse sfruttarne il nome (siccome aveva già lavorato con la Siani in Gunan il guerriero e Il trono di fuoco) in modo da accomunare questo film alla sua saga fantasy; una cosa del tipo "dagli autori di..". L'altra ipotesi è che il soggetto fosse di Prosperi, siccome ha molte analogie con quello del successivo Schiave bianche, violenza in Amazzonia, firmato dallo stesso.
DiscussioneZender • 10/10/15 08:20 Capo scrivano - 48946 interventi