Una battuta di caccia fra vecchi amici fa emergere presto rancori mai sopiti. Limpida (per alcuni anche troppo) allegoria della guerra civile spagnola con riferimenti anche agli odi e conflitti sociali. Se gli sviluppi drammatici non sono del tutto imprevedibili, colpisce per la crudezza e la violenza delle immagini venatorie nonché per una rappresentazione negativa e pessimista che riguarda un po' tutti i personaggi, i loro intenti e le loro azioni. Per alcuni (a giusta ragione?) bunueliano e con chiari simbolismi: si veda lo scheletro del soldato nascosto nella grotta. Notevole il finale.
Ambientazione e atmosfere - desertiche, sudate e alcolemiche - quasi da western, per una partita a quattro tutta al maschile non propriamente di prima mano nello sviluppo psicologico dei suoi personaggi, con un lento crescendo che culmina in un finale convulso che appaga meno del previsto. A sostenere il tutto una regia solida, alcune idee efficaci a livello di scrittura e gli azzeccati volti dei protagonisti, ma l'interesse va e viene. Si segnala una quantità di animali abbattuti e macellati degna di un mondo movie.
Tre reduci franchisti della guerra civile, dannunzianamente ubriachi (un po') di alcol e (molto) di sole, si ritrovano con un ragazzo per una partita di caccia. Il passato riemerge, inesorabilmente. Saura cala con efficacia i personaggi in un paesaggio dell'anima brullo e riarso, distopicamemte enfatizzato da citazioni che spaziano dall'Apocalisse ai romanzi di fantascienza. Potente. Non lascia indifferenti. Saura disse di essere stato costretto, pistola alla mano, a cambiare il titolo originale: La caza del conejo. Conejo aveva un secondo significato uguale all'italiano "conno".
MEMORABILE: I furetti in gabbia; Gli sguardi in macchina dei personaggi che parlano della caccia: al coniglio e ad altro; La scena accompagnata dal radiodramma.
Carlos Saura HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàApoffaldin • 20/11/24 09:11 Pulizia ai piani - 300 interventi
Il libro che legge Luis (José María Prada) è Elplaneta negro (Il pianeta nero - 1954) di David Duncan. Il fotogramma è tratto dal minuto 35 ma il volume si intravede anche prima.