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Tutti i commenti e le recensioni di L'uomo vuoto

TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/12/20 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 26/12/20 14:13 - 8546 commenti

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Un prologo di 22 minuti introduce un horror tra soprannaturale, nichilismo e psicologia dalle ambizioni metafisiche pretenziose ma altresì interessante, nonostante una durata di oltre due ore e tre storie che s'intrecciano in una; seguire i tanti sviluppi della vicenda è un'impresa e forse il film merita più di una visione vista la tanta carne al fuoco. Da Nietzsche a correnti filosofiche, sette apocalittiche e religioni orientali, un lavoro che pesca da Il signore del male e L'esorcista II (tra gli altri), offre scene inquietanti e un senso di minaccia costante, pur riuscito a metà.
MEMORABILE: Il prologo; I filmati degli esperimenti.

Lupus73 16/05/21 15:46 - 1572 commenti

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Inizia con un prologo davvero suggestivo sull'Himalaya innevata, che promette davvero bene. Purtroppo quello che segue non ne è all'altezza a causa di una sceneggiatura enormemente dilatata in circa 135' (almeno 30' sono da taglio) e di un soggetto che inizialmente sembra suggerire una creepy pasta a base di boogeyman, che però poi si rivela concentrato su una setta psico/neo-religiosa, ma che purtroppo non colpisce nel segno e propone la solita minestra con ingredienti triti e ritriti. Certo non è da buttare, ma prima di sorbirsi le oltre due ore per questo risultato pensateci.

Rufus68 15/01/22 22:18 - 3927 commenti

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Un horror privo di jumpscare, mocciosi frignanti o adolescenti arrapati in attesa del macello. L'inizio fra le nevi promette male modellandosi a un ordinario massacre-movie, poi la pellicola vira lentamente e sicuramente in un apologo ultraterreno (l'Entità del culto) con vaghi ricaschi filosofici (the empty man, in tal caso, simbolizzerebbe il nichilismo postmoderno). Siamo in territori contesi da Lovecraft e Cioran, apocalittici e definitivi, un credibile sondaggio del vuoto interiore invaso da una desolazione senza rimedio. Azzeccato Dale, buono il cast a supporto.
MEMORABILE: I tre impiccati sotto il ponte.

Pumpkh75 14/09/22 15:39 - 1839 commenti

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Al terrore di imbattersi in una vacua e sconsolante creepypasta (di cui echeggia, comunque, qualche sommesso bisbiglio) fa seguito il sollievo condizionato di chi si trova di fronte a un horror sì maturo e minaccioso che però lentamente si fa assorbire dalla propria smania di filosofeggiare e metaforizzare finendo con il diventare ostico e un po' inconcludente. Prior, che non è né WheatleyAster, non se ne accorge e tirando dritto scambia la fusione per la confusione. Il bel prologo e qualche brivido genuino non bastano per i tre pallini.

Puppigallo 3/10/23 10:33 - 5424 commenti

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Di sette sataniche e non è piena la filmografia, ma in certi casi, nonostante la via narrativa sia simile alle precedenti, qualcosa fa sì che il riproporre un tema sfruttato sia giustificato; e questo è uno di quei casi. Certo, qua e là qualche sforbiciata avrebbe un po' snellito il tutto senza danneggiare particolarmente la narrazione. Ma nonostante ciò, una buona sceneggiatura, con interessanti passaggi esplicativi di quello in cui si è imbattuto il protagonista, attori in parte e una svolta finale subodorabile, ma comunque giusta, fanno sì che lo spettatore ne esca soddisfatto.
MEMORABILE: Il prologo; La noosfera; La VHS; Antenna e riceventi; "Ciascuno di noi è cieco a modo proprio"; "Il tuo nome ripetuto diventa un borbottio".

Cotola 3/07/24 00:25 - 9391 commenti

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Discreto horror che ha l'indubbio merito di provare a creare qualcosa di nuovo, riuscendoci anche se solo in parte. L'altra freccia all'arco del film è il cercare di creare veri spaventi, grazie all'atmosfera e a una storia che, pur non sempre nuovissima, riesce a essere, a tratti, inquietante. Anche la confezione e la colonna sonora fanno la loro parte. Nulla di eccezionale, sia chiaro: ma si è dinanzi a un film quasi buono che almeno ha il coraggio di cercare strade nuove. I presunti riferimenti filosofici, sanno invece un po' di fuffa.

Giùan 7/12/24 22:41 - 4844 commenti

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Che sia tratto da una graphic novel non meraviglia, visto l'andamento fortemente ellittico della narrazione e uno stile visivo che prosegue per quadri e squarci talora subliminali, altre volte ansiogenamente pregni. Il rovescio della medaglia di questa congruenza "fumettistica" è però una assoluta mancanza di linearità che raramente (il notevole incipit) si traduce in capacità di attrarre in quello che vorrebbe essere il suo mood immersivo, anche per una eterogeneità di riferimenti che Prior evoca sinuosamente senza evidentemente avere la naturalezza di governare. Vuoto a rendere.

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