ATTENZIONE AI POSSIBILI (E INEVITABILI) SPOILER
Eccerto che se ne esce dalla visione frastornati e confusi, come se Wheatley abbia disseminato, lungo tutta la narrazione, una serie di puzzle buttati a casaccio, e tu li devi mettere insieme, dare una libera interpretazione del tutto (le interviste allo stesso Wheatley, poi, smentiscono o gettano ancora più ombre), dopo quel finale che è un pugno nelo stomaco, di rara barbaria, brutalità, ferocia, visceralità che , mi sà, mi resterà dentro per un bel pò. L'incoronazione di un nuovo messia, il percorso già segnato di un prescelto (il patto di sangue iniziale non è messo lì a caso), un iter incubotico e allucinato, che parte come un film di Ken Loach, diventa una specie di gangster movie intimista e freddo, e sfocia nella fiaba nerissima, nell'arcaico, nell'allucinato, nell'incubo più torvo e spaventoso, tra suggestivi e terrifici sabba , fiaccolate notturne improvvise (credo che Wheatley abbia firmato la riunione settaria più evocativa e inquietante degli ultimi anni), sino allo scontro con "il gobbo", che (spoilerate citando
A Serbian Film a parte) arriva come una fucilata appena Jay, trionfante, toglie il lenzuolo e quel sogghigno al sangue del "perdente" ti scombussola i visceri e l'anima, gelandoti il sangue nelle vene.
La setta cercava un nuovo leader, il disegno era già prestabilito (Fiona marchia il retro dello specchio con un simbolo pagano-o satanico?-, il destino di Jay è già segnato), la prova finale e stata superata, la setta gioisce per il loro nuovo "re", un re dalla corona di paglia, nell'ultimo, terrificante, sacrificio finale.
Una sitcom che più realistica non si può (beghe familiari, problemi economici), discesa all'inferno punitivo, nei meandri sudici, sordidi e "giustizialisti" che stanno tra
Hardcore e
8mm, per finire in un mix allucinato tra
The Wicker Man e
In corsa con il diavolo (non prima di fuggire tra tunnel murati, inseguiti da affiliati che sembrano avere poco di umano, in una claustrofobia ferina non dissimile da quella di
The Descent), ad una consegna di ruoli e un incoronazione che marchia e suggella una ritualità di passaggio di rara crudeltà e barbaria primitiva che resta impressa a vita.
Teste sfondate a martellate, vittime devote e felici di morire (
grazie) filmini pedopornografici, facce spatasciate che nemmeno in
Irreversible , gatti impiccati, ragazze sacrificate previo impiccagione, svisceramenti a coltellate, ghignate sanguinolente e quasi "beffarde" (o di soddisfazione), passaggi dovuti, già scritti, inevitabili.
Wheatley parte sardonico , colpisce duro e dà una diversa rappresentazione del cinema settario e del "satanic movie" (se di "satanic movie", poi, davvero si tratta)
Se all'inizio ti chiedi se serva tutto quel concentrato familiare di bisticci e bollete da pagare, di cene alla
Invitation e di Jay che mangia il coniglio che le ha procacciato il gatto, che poi, a pensarci bene, glie lo ha davvero procacciato il gatto? Insomma, altre domande e dubbi, che aprono pertugi inquietanti su altre domande e altri dubbi,su pezzi di un mosaico che prende sempre più forme "mostruose" e "apocalittiche", come una Matrioska che smonti e rimonti senza vederne il fondo (i continui tasselli importantissimi, come se Wheatley ti dia indizi continui, anche nelle più piccole cose), poi si comincia a essere inquieti, sempre di più e si alza la guardia, e capisci (almeno, la mia libera interpretazione, perchè, grazie a dio, Wheatley non dà bislacchi spiegoni , ma lascia aperta la tua mente, ti costringe a macchinarci sù, sei tu che devi decifrare il rebus) o forse no, o magari anche. Perchè una semplice infezione potrebbe essere il marchio del dannato/prescelto, o un medico, al posto di curare la ferita, se ne esce con strane e inquietanti elucubrazioni filosofiche e , infine, Fiona (che di lavoro fà la "tagliateste" licenziando il personale in esuberbo nelle aziende) sorta di sacerdotessa che, guarda caso, diventa amica intima della moglie di Jay (il lavaggio del cervello è auspicabile), e così tutto torna (o quasi) e collima come puzzle a incastro (forse)
Jay è feroce e si scatena in furie scorsesiane, Jay non è credente, Jay và fino in fondo e non ha paura di nulla, Jay potrebbe essere il nuovo "messia", e forse già lo e, ma nè lui (nè noi) ce ne rendiamo ancora conto
Avvolto dalla fredda fotografia di Laurie Rose e accarezzato dallo score minimale e sibillino di Jim Williams,
Kill List è forse uno dei film più originali e incubotici che ho visto ultimamente, che son sicuro ci tornerò su mentalmente lungo questa settimana
Forse imperfetto (vero che dopo un pò diventa un tantinello noioso, soprattutto nella vita quotidiana/casalinga di Jay), ma di gran suggestione (il prefinale con la cerimonia) e di rara spietatezza
La pura fascinazione del male (nel senso più terso del termine) che ghiaccia il sangue come pochi sanno fare.
Un viaggio disturbante nell'animo più oscuro e contorto che fà ben pochi sconti e ti resta marchiato addosso.
Sposo in toto la tesi di Gianluca Rinaldi
ATTENZIONE AI MEGASPOILERONI
https://pianetacinemablog.wordpress.com/2014/11/11/kill-list-di-ben-wheatley-2011/