Kolya - Film (1996)

Alla vigilia della caduta del muro di Berlino,Louka, musicista praghese, si trova a dover accudire un bambino russo abbandonato dalla madre. Vincitore dell'Oscar come miglior film straniero nel 1997, Kolya è un film che ha per oggetto la paternità e i rapporti tra i bambini e gli adulti con tutte le difficoltà di comunicazione tra due persone che parlano lingue diverse. Il regista adotta un'efficace cifra narrativa di commedia dolceamara che mantiene fino al finale.

Commedia guardabile ma non particolarmente memorabile, nella quale il Monello chapliniano incontra la storia contemporanea (siamo a Praga nel 1988 e ho detto tutto), il tutto arricchito da tocchi di un'ironia non sempre finissima ma che a conti fatti risulta tra gli elementi migliori del film. Regia un po' piatta, ma se da una parte non si evitano parentesi stucchevoli, dall'altra si scansano con abilità tutte le trappole che avrebbero attentato al ritmo del film (la storia degli assistenti sociali in primis). Cast discreto.

Film mediocre sia nella forma che nel contenuto; la trama è il dramma trito e ritrito del bambino abbandonato che si ritrova a dover convivere con qualcuno che mai desidererebbe avere bambini (il tutto in salsa sovietica). Niente di innovativo insomma, e pure gli slanci registici (che ci sono) sembrano non spiccare il volo, le ali tarpate da una fotografia scarna e da influenze hollywoodiane molto, molto soffocanti. Anche la colonna sonora non è esaltante, sebbene si punti alla musica classica (il protagonista è violinista). Evitabilissimo.

Nella Praga alla vigilia della rivoluzione di velluto, il violoncellista Louka, professionalmente emarginato, sposa per denaro una donna russa che però scappa in Germania Ovest, lasciandogli il piccolo Kolya. Storia molto delicata incentrata sul bisogno di affetto del bambino e sui cambiamenti che il rapporto provoca nel protagonista. Stupefacente la recitazione del piccolo attore e altrettanto incisiva quella di Sverak. Situazioni ironiche trattate con leggerezza. Musica di spessore, di stampo mitteleuropeo. Storia pedagogicamente esemplare.