La bella contadinotta Ju Dou è comprata da un facoltoso tintore, che la impalma per avere un figlio. Lei si consola col baldo aiutante del vegliardo... Capolavoro (con Hero) di Yimou girato prima di Lanterne rosse, ma distribuito dopo il successo di questo, è un cupo drammone dal canovaccio vecchio quanto il cucco (in questo senza differenze di emisferi), ma di superba resa visiva. Maestro della forma e del colore, Yimou usa l'espediente narrativo (la tintoria... ) in modo sapiente, e il film conquista. Splendido.
Racconto tosto e di forte bellezza visiva. Le colorate immagini della tintoria fanno da contraltare alla durezza di certi passaggi e dei protagonisti. Tra questi spiccano la passionale Ju Dou (sempre brava Gong Li) e il tremendo Jinshan: sempre crudele, sia come marito schiavista, sia come paralitico ridotto a muoversi dentro una botte, sia dopo esser morto perché è come se si fosse impossessato dello spirito del bambino che credeva essere suo figlio. Qualche lungaggine qua e là, ma nella norma.
Film semplicemente straordinario. Sono stato piacevolmente scosso emotivamente. Gong Li è di una bravura sopraffina, spiazzante. Il film ha nella sapiente regia di Yimou il suo punto di grande forza. Il film ha una classe rara da riscontrare. Nonostante il racconto sia a tratti molto duro appassiona dall'inizio alla fine. Forse il miglior Yimou. Da vedere e rivedere.
Cult personale e film cruciale nella Storia del cinema cinese. Osteggiato politicamente, la sua dirompente forza non potè esser mitigata dalla presenza di un supervisore governativo. Yimou costruisce su un canovaccio fin abusato (il triangolo erotico) un'opera che si presta a molteplici letture. Melò fosco che col bambino "Angelo della Morte" si tinteggia di horror efferato. Fondamentali i contributi della fotografia (stupefacente lavoro di Go Changwei) e degli attori (Gong Li fa palpitar per intensità e bellezza). La tintoria palcoscenico di tragedia.
In Italia i film orientali sono poco conosciuti, ristretti a una nicchia di pubbblico. Il film di Zhang Yimou è una storia struggente d'amore difficile e di tradizioni ferree cinesi. Vale più di una visione. Ottima l'interpretazione di Gong Li, ma anche gli altri non sono da meno. Valida la fotografia.
Dopo Sorgo rosso, Yimou confeziona ancora una storia dura ed a tinte forti di cui è protagonista una donna vittima della violenza maschile e delle ataviche convenzioni sociali, a cui proverà a ribellarsi pagando un alto
prezzo. E anche in questo caso il regista mostra il suo talento di narratore ma anche e soprattutto di grande "costruttore" di immagini che hanno una grande forza visiva, grazie anche al notevole talento del cinese nell'usare gli spazi e gli ambienti in cui si svolgono gli avvenimenti. Tra i migliori del regista e quindi da non perdere.
MEMORABILE: La tintoria; La scelta del nome; Il vecchio nella botte; Il funerale con i quarantanove impedimenti all'avanzamento della bara.
Un’incursione nella vita di un paese di una Cina rurale senza tempo (anche se il dramma è collocato nel secolo scorso) che ha un sapore da tragedia classica in cui la donna fa da perno in una vicenda dominata da costumi arretrati e maschilismo esasperato. Al di là della storia, non solo cruda, ma dai risvolti raccapriccianti, colpisce lo straordinario apparato scenografico di impianto teatrale in cui colori, materiali e i marchingegni della tintoria, assumono connotati simbolici e commuovono. Una storia di passione e impulsi di morte. Da non perdere.
MEMORABILE: I rumori dei meccanismi di legno; Il vecchio nella tinozza a rotelle; Il funerale e le 49 fermate; La presenza inquietante del figlio vendicatore.
Nipote si innamorerà della moglie comprata dallo zio. Tresca amorosa che si distingue prima per le consuete avvisaglie tra innamorati per poi scendere nei baratri della vendetta. La paralisi è lo spartiacque anche psicologico, con notevole scavo nel significato di paternità. Yimou rende la tintoria uno scenario teatrale ed è maestro nel creare giochi di luce calda mischiata ai colori delle stoffe. Gong Li è in un ruolo sfaccettato tra la moglie e l’amante.
MEMORABILE: Le stoffe che scorrono durante il rapporto; La carrucola a mezz'aria; “Papà” allo zio; I 49 ostacoli alla bara.
Nella Cina rurale degli anni '20, il nipote del ricco proprietario di una tintoria si innamora della moglie comprata dallo zio affinché gli dia un erede... Melodramma che racconta dell'oppressione femminile e i cui pregi non vanno cercati nella trama, che risulta in alcuni punti forzata e poco convincente, ma nella messa in scena che esalta al massimo l'ambientazione grazie a una fotografia ammaliante tutta giocata su colori caldi la cui vivacità contrasta con i toni cupi del racconto. Bella e sensuale Gong Li, buone le interpretazioni maschili.
MEMORABILE: L'affogamento; Il funerale con le 49 fermate; Il ragazzino vendicatore.
Zhang Yimou HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoLodger • 16/11/22 11:07 Pulizia ai piani - 1569 interventi
Per Lodger: io l'ho visto sicuramente per la prima volta ad un Cineforum nella versione doppiata poi su "Fuori orario" anni dopo forse nell'originale con sottotitoli in italiano....