Fantastici i costumi e di sicuro impatto visivo le scenografie (a parte le colonne che sembrano un po’ troppo di zucchero caramellato). Il film ha un grande impatto visivo, che compensa la parte centrale, quasi da soap opera (intrighi a palazzo: lei ama lui, lui tradisce lei e l’altro è cornuto e incavolato). Si può dire che qui il contenitore è talmente bello che rende meno importante il contenuto. Notevole il combattimento amichevole tra imperatore e figlio, come notevoli sono i ninja con la falce. La battaglia finale è molto suggestiva. Un po’ pesante, ma comunque riuscito.
MEMORABILE: Il rimedio da finire alla festa dei crisantemi; Le pulizie post battaglia.
Questo film è uno splendido dipinto rococò.
L'opulenza delle scenografie sontuose e la fotografia sfarzosa e vibrante avvolgono in uno spettacolo di grandiosa bellezza. Perfetti regia, interpreti e interpretazioni, perfetto l'involucro. Ma ciò che resta dietro a tali paraventi è ben poco: non c'è pathos, i personaggi per nulla approfonditi si muovono in lenti clichè quasi teatrali ma privi di quella teatralità che li eleva a metafora. Un'opera di maestosa estetica che però non tocca lo spettatore; non aiutata, forse, da una traduzione che penalizza il film.
Tutto incentrato sulla decadenza e la corruzione celati dietro una parvenza di opulenta bellezza e sfarzo (parecchio ostentati dalla regia elegantissima di Yimou), è un gioco al massacro spietato tra i membri della famiglia imperiale cinese. Ricorda Lanterne rosse per la crudeltà che dilaga in una cornice di formalismo esasperato; e Trono di sangue di Kurosawa in quanto riflessione torva sulle conseguenze del potere. Peccato per le battaglie un pò approssimative e con tonnellate di CGI bidimensionale. Gong Li in stato di grazia.
Magniloquente trasposizione di un periodo della storia cinese da parte di uno dei massimi esponenti della cinematografia di quel paese. Zhang Yimou ricostruisce in maniera impeccabile i fasti di una corte millenaria potendo contare su di una larghezza di mezzi non comune. Scenografie, costumi e movimenti di massa sono davvero imponenti, ma nel contempo bene illustrati sono anche i raffinati e crudeli giochi di potere della dinastia reale. Il film è in alcuni momenti un po' prolisso e lento ma rimane uno spettacolo molto godibile.
Le scenografie del palazzo danno un senso di sfarzo come mai prima si era visto in un film. A ciò bisogna aggiungere il maestoso lavor ofatto per i costumi veramente opulenti. Tutto in questo film è eccessivo al fine di trasmettere l'immenso potere dell'imperatore della Cina. La storia è interessante e mostra gli intrighi di potere della famiglia reale e come questi si annidano. Belle le scene di combattimento, in particolar modo quella dei ninja volanti. La battaglia finale è veramente eccessiva e fa venire in mente quelle dei libri fantasy.
Segreti, intrighi e complotti nella famiglia imperiale. Storia sublime e atroce che richiama Eschilo o Shakespeare, e che nel film sostituisce ai versi poetici dei grandi tragici la poesia della visione. Un'opera grandiosa, che attinge a un epos mitico per mescolare gli abissi del potere con le passioni umane. Zhang Yimou è straordinario nel disegnare un affresco di tale portata, ma cade purtroppo nella leziosaggine virtuosistica (e inutile) di duelli coreografati e di battaglie che sembrano uscite dal Signore degli anelli. Attori eccellenti.
Formalmente ineccepibile (come d'altronde anche gli altri lavori di questo tipo firmati da Yimou) il film non convince appieno da un punto di vista narrativo e da quello del coinvolgimento che è sicuramente inferiore ad altre opere del genere. Non che sia brutto e noioso, anzi il divertimento non manca, ma forse ormai si fa sentire un certo effetto di deja-vu che smorza l'intensità di pellicole del genere. In ogni caso chi ama il genere apprezzerà.
Il film (semi-fantastico) narra gli intrighi della famiglia reale nella cittadella imperiale. Mi aspettavo il "solito" film orientale che segue il trend degli ultimi anni, invece l'estetica barocca (e coloratissima) si mostra questa volta funzionale al racconto. Un ottimo senso della narrazione e altrettanto ottime interpretazioni (su tutte quella dell'imperatore) fanno il resto, catturando pian piano l'interesse dello spettatore fino ad un finale molto coinvolgente (e non consolatorio). Una tragedia greco-cinese esposta con grande sapienza.
Yimou è arrivato nel 2008 a dirigere le faraoniche cerimonie delle olimpiadi di Pechino. Lasciapassare questo film dell'anno precedente, sontuoso ma anche banale nei contenuti e nelle scene epiche. Le due ore di proiezione, oltre alle prove delle coreografie di massa, contengono un preciso messaggio: ogni tentativo di sovvertire il potere costituito, anche se spinto da nobili sentimenti, è destinato a fallire in un bagno di sangue.
Zhang Yimou attinge alle opalescenze fatali dell'opus shakespeariano per alludere a un governo che non ha mai cessato di esercitare il suo potere abietto: ne esce un wuxiapian cupo e ieratico, visivamente sovrabbondante ma capace di spianare la strada al racconto con un furore tragico inusitato. L'uso del digitale non trova sempre una declinazione adeguata, ma è apprezzabile il tentativo di conferirgli una precipua fisicità allorquando il bubbone mefitico esplode in un'ecatombe di meraviglioso orrore. Gong Li, maestosa e lacerata, lotta contro il tempo e la follia. Funereo.
L'incipit con la sveglia e la preparazione precisa e coordinata delle ragazze tutte uguali e perfette con i seni stretti in ampi décolleté, mi è sembrato molto occidentale, nonostante i "tamburelli" e le pettinature (a dir la verità più giapponesi che cinesi). Anche il resto del film, tempi a parte, sa molto di kabuki, kabuki addomesticato da trucchi e maschere ancora una volta molto occidentali. Per non parlare degli effettoni e dei ninja... insomma, un fricandò eurasiatico molto opulento e colorato, interpretato ineccepibilmente e un po' noioso.
Semi-kolossal orientale di grandissima produzione che mantiene appieno le aspettative. Scenografie e costumi che da soli valgono l'intero film. Sceneggiatura mediamente elaborata ma ordita con maestria. Molto ben curate le scene di combattimento che per quanto spettacolari risultano credibili non sforando mai in esaltazioni umanamente trascendentali alla Hero e simili. Uniche pecche, il titolo italiano farlocco e qualche interpretazione sotto tono. In ogni caso un film magistrale.
Intrighi di palazzo tra avvelenamenti, relazioni al limite dell'incestuoso e segreti assortiti. Regia di Yimou dalla doppia faccia: prima parte più legata alla tradizione con duelli singoli (ben diretti) e svelamento chiaro dei ruoli. Quando infuria la battaglia finale diviene un blockbuster in salsa imperiale che deborda con effetti digitali al limite del pacchiano. Indiscutibili le scenografie e i costumi. A livello attoriale decisamente meglio il comparto adulto, sia per presenza che recitazione.
MEMORABILE: Il duello padre-figlio; L'additivo segreto al rimedio dato all'imperatrice; Il figlio in un inverosimile uno contro tutti.
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Visionato il dvd ieri sera. Qualità video pessima.
... ed è pure difettoso; anzi, leggendo in giro si direbbe non essere solo la mia copia. Bella fregatura. Visto al cinema a suo tempo fu uno spettacolo.
Che cos'è il “fungo nero di persia” che viene citato durante tutto il film? Me lo sono sempre chiesto visto che essendo un termine liberamente interpretato e tradotto dai doppiatori italiani, non esiste. Dopo un intero pomeriggio di lunghe ricerche, finalmente ne sono venuto a capo.
Al minuto 47 e 6 secondi del film, il principe Jin tiene in mano un libro di cui viene citato il nome (in cinese) insieme ad una rappresentazione della pianta (la pianta viola sulla pagina destra). Il problema più grande è che i caratteri non si distinguono quasi per niente. Tralasciando tutta la spiegazione, in sintesi il “fungo nero di persia” è l'aconito, più precisamente, quello del film è l'Aconitum carmichaelii.