In memoria di me - Film (2007)

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Tutti i commenti e le recensioni di In memoria di me

TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/01/11 DAL BENEMERITO CAPANNELLE
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Capannelle 10/01/11 14:10 - 4560 commenti

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Un film meditativo che Costanzo dirige con un suo stile fatto di primi piani sulle facce dei novizi e campi lunghi sull'ambiente che li ospita (convento gesuita, unica location del film). A tratti intrigante, permeato di silenzi, note da thriller alla Kubrick (ma tali rimangono) e musica classica. Ogni accenno a temi quali vocazione, pietas o rapporto con la gerarchia ecclesiastica rimane volutamente aperto e non c'è ricerca di scandalismo, solo un invito alla riflessione. Ottimi i protagonisti. Film particolare ma anche un po' opprimente.

Lythops 20/08/11 13:51 - 1019 commenti

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Di questi tempi in cui il cinema è prevalentemente grido, rumore e pura istintività, ecco un film totalmente fuori dalle righe in cui, come per miracolo, i protagonisti sono (anche) i silenzi del mondo, interiori e degli uomini. Costanzo con questo lavoro propone un viaggio affatto scontato con domande preziose, senza retorica. La fotografia predilige l'architettura come i volti, la penombra, l'estetica, sottolineando una regia direi personale. Un film dedicato a chi ha voglia di pensare sotto un'angolazione diversa.

Giùan 11/10/11 15:19 - 4925 commenti

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Finalmente un film italiano che centra l'atmosfera giusta, rendendo palpitante il disagio del vivere nel mondo di oggi (e di sempre). Il convento prigione dove Andrea e i suoi coscritti cercan di disciplinare (meglio sarebbe dir soffocare) la loro libertà, non si scorda: raffinato lavoro su scenografia e fotografia, accuratamente rarefatto lo script. Come nel meno riuscito Private, a Costanzo interessa l'analisi del sè attraverso le relazioni interpersonali. Cast registrato (Timi e Baliani su tutti). Smettesse d'ammiccar a Bresson e fosse un filo men sicuro...

Nando 22/01/14 01:28 - 3899 commenti

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La vocazione di un giovane e la sua vita da novizio in un convento: una narrazione ieratica e meditativa fatta di primi piani, poche parole e molta musica, una pellicola che invita a meditare sui dubbi e le certezze dell'animo umano. La potenza delle immagini cerca di prevalere sulla parola con risultati dignitosi. Bravo il protagonista, coadiuvato da un buon Timi.

Myvincent 3/06/18 15:34 - 3986 commenti

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Tediosissimo film nello spazio ristretto di un convento (e non solo fisico), dove un gruppo di novizi aspetta di capire e dare forma alla propria chiamata celeste. I vuoti narrativi sono troppi, lasciati in pasto alle espressioni mimiche dei protagonisti che si limitano a pochi discorsi e per di più sussurrati. Quando arriva il finale si ringrazia l'empireo per essere riusciti ad arrivarci sani e salvi. Una vera prova spirituale anche per lo spettatore, però inutile.

Pigro 25/03/20 10:29 - 10099 commenti

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Grandi navi solcano Venezia oltre le vetrate: il mondo è fuori ma anche dentro il convento dove i ragazzi fanno il noviziato. Un mondo senza donne e senza sorriso, fatto di sguardi, silenzi e grandi vuoti, in una tensione para-thriller/horror che Costanzo riesce a creare con il minimalismo di un’atmosfera fredda e inquadrature che a tratti sembrano icone quattrocentesche. Film suggestivo e originale rispetto al tema della fede, ma anche della ricerca esistenziale generazionale: una storia diversa, raccontata (molto bene) in modo diverso.

Paulaster 6/02/21 09:49 - 4874 commenti

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Novizio avrà una crisi di coscienza durante il ritiro. Il tema religioso è affrontato chiaramente per quanto riguarda il sacrificio e la missione ecclesiastica, e i dubbi di chi non ha ancora la formazione non appaiono scandalistici né provocatori. Alcune parti risultano però piatte, dato che non si tratta di una clausura forzata. Ottimo uso delle poche location interne che, grazie alla fotografia, riflettono gli umori e le solitudini degli ospiti. Musiche di stampo gregoriano che non risultano né pesanti né invadenti.
MEMORABILE: La testa contro il muro; La preghiera letta in refettorio; I fuochi d'artificio all'esterno.

Reeves 8/12/21 20:42 - 2952 commenti

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Il film più personale e più intimo del futuro regista di successo Saverio Costanzo, la storia di un ragazzo che si accosta alla vita spirituale e delle contraddizioni che vive dentro di sé. Un film sorprendente e rispettoso del tormento personale ma anche capace di mostrare come certi limiti che ci si autoimpone siano destinati a creare forti contrasti all'interno di un essere umano.

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  • Discussione Raremirko • 22/04/19 23:57
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    I commenti han inquadrato bene l'opera: tediosa, coraggiosa, diversa, sincera.

    Stile e temi avvicinano il film ad opere come Silence ed Il grande silenzio e, tra qualche dialogo retorico, molte parole spingono a riflessione.

    Bene gli attori, discreto Timi, anche se qua e là, da parte di tutti, ho colto un pò di stile recitativo eccentrico, spiazzante.

    Costanzo, figlio d'arte, si riconferma autore indipendente, intelligente e dotato.

    Si astengano mainstreamers anche se, a volte, film del genere sono un vero toccasana: spingono a pensare e ad intrattenersi in modo diverso.