Il vendicatore - Film (2003)

Archeologo (Seagal) ficca il naso dove non dovrebbe e si ritrova contro tutte le famiglie cinesi malavitose della Terra, che fanno capo a un unico vecchio leader. Ci va di mezzo la moglie dell'archeologo e, a quel punto, sono cacchi amari per i cinesi, perchè Seagal s'incazza. Se non è fantascienza, ci manca poco. Da solo, Seagal (il solito, inespressivo armadio a muro) compie la sua vendetta in giro per il mondo, tra sparatorie, botte, inseguimenti e un'accenno d'indagine buttata lì. Filmaccio.

Almeno all'inizio Seagal si accontentava di interpretare o poliziotti o militari. Poi ha alzato il tiro e, dopo essere stato scienziato in The Patriot, qui fa addirittura l'archeologo (sic!). L’approssimazione della regia di Oblowitz (che ha già diretto, con Seagal, il disarmante The Foreigner) ha del sublime (il carrello sul tavolo attorno al quale sono riuniti i componenti del team “fetentone” pare lo stesso, anche se i momenti narrativi sono diversi). Ma che fatica arrivare alla fine!

Come diceva Nanni Moretti? Facciamoci del male. Con i film di Seagal va quasi sempre così. Per l'occasione il protagonista, nonostante i molteplici cadaveri seminati, appare abulico e pietrificato, praticamente la versione zen di se stesso. La mega vendetta è robotica nel suo svolgimento, all'insegna della prevedibilità più totale e di una sconfortante stitichezza emotiva. L'abusato ricorso ai ralenti è così compulsivo che farebbe rivoltare nella tomba Sam Peckinpah. Da segnalare un paio di effettacci in computergrafica a dir poco ridicoli. Pessimo.

Io purtroppo per Seagal vado matto e su alcuni suoi film non sono molto obiettivo. Nella moltitudine di titoli per l'home video che ha sfornato negli ultimi anni questo mi è sembrato uno dei migliori. Molta azione, il che non guasta, i dialoghi sanno un po' di banale ma il ritmo è quello giusto e i film che farà dopo sono molto peggio. Qualche inutile effetto digitale (per altro non fatto benissimo, come i proiettili che escono dal fucile nell'inseguimento iniziale) ma in generale un buon passatempo per i suoi fan.

Come direbbe Primo Levi: "Se questo è un film...". Film d'azione con la solita trama già usata duecento volte e con in aggiunta un Seagal nelle vesti del vendicatore credibile quanto lo sarebbe Giampiero Galeazzi. Ha il merito se non altro di essere meno brutto dei successivi filmetti per l'home video partoriti dal buon (da mangiare?) vecchio Steven.

Munito di una capigliatura che più "posticcia" non si può, il buon Steven Seagal fa decisamente fatica (e per dirla tutta non ci riesce proprio) a farsi passare dal pubblico nientedimeno che per un archeologo!. Il film si rivela per il resto il solito campionario di azione a 360 gradi e trama inverosimile, data dalle supercapacità del protagonista che, bisogna ammetterlo, mostra alla sua età una forma fisica smagliante. Per gli adepti.

Dopo essere stato ambientalista e scienziato, Seagal (ebbene sì) ha il coraggio di spacciarsi per archeologo; per il resto non c'è nulla di nuovo; registriamo insomma l'ennesima pellicola patetica tagliata su misura per il protagonista, in cui questi, oltre a essere il solito invincibile lottatore, è pure un cecchino perfetto. Buone le coreografie, ma il film è poca cosa.