Basata su "La maschera di vetro", questa serie in odore di teatro è indicata a spettatori adulti. Incentrata sul dualismo di due giovani attrici dotate di grande talento (una di famiglia benestante, l'altra povera) è caratterizzata da una forte resa visiva e soprattutto presenta episodi che trasudano emozioni, a livello di pelle d'oca. Impossibile non proseguirne la visione: se si è visto anche un singolo episodio cattura come una calamita lo spettatore. Un spettacolo allo stato puro, tra sacrificio, talento e affermazione personale.
Anime dedicato al fantastico mondo dello spettacolo ma, secondo la mentalità nipponica, i sacrifici di Maya per diventare un'attrice saranno tanti e pesanti... La mentalità nipponica "piombo" (lavorare e soffrire è un dovere, nobilita) si estrinseca anche in questo cartone animato: Maya deve impersonare la sorella malata di Piccole Donne? Ok, via sotto la pioggia! Deve intepretare la bimba sordocieca di Anna dei Miracoli? Bendiamoci in una casa buia! Ovviamente c'è anche la mentore giusta ma severa... Insomma, s'ha da faticare!
Ottimo anime davvero, violentato dalle modifiche al doppiaggio italiano (dove è stata tolta la parola "scarlatte" in maniera pedestre) e dal sin troppo frequente difetto delle serie animate giapponesi di non chiudere mai il cerchio delle vicende private del/della protagonista. Anche questo ne soffre e il finale lascia delusi, ma la storia è molto bella e tremendamente educativa. Splendid le scene di teatro e ottima la caratterizzazione dei personaggi. Buona anche la colonna sonora. Coi suoi difetti, un gioiellino poco citato nel revival nostalgico cartoonesco. Molto interessante.
Fa parte di tutta quella pletora di anime che a cavallo tra gli anni 70 e 80 si imposero in tutta la loro furente, malsana espressione masochista. Un microcosmo in cui la competizione attoriale giovanile, frutto di una società alienata e sempre più classista, passa dalla leggerezza dei siparietti grotteschi agli eccessi del psico-dramma con raffinata disinvoltura. Tetro, appassionato e con uno dei personaggi femminili più iconici della storia: la crudele e nostalgica Signora Tsukikage.
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Si, glielo chiede l'insegnante e lei con aspri sacrifici e molto tempo riesce sorprendere tutti con la sua straordinaria performance, perchè essere una bambola è molto meglio che limitarsi ad interpretarne la parte, qui parliamo di grandissime interpretazioni.
Ciao a tutti! Ho messo mediocre con un suo perchè, per questo motivo: come ho scritto nel commento, non condivido l'assunto giapponese del sacrificio pressochè estremo per raggiungere qualsiasi obbiettivo, compreso quello di annullarsi letteralmente per diventare una bambola, ovvero un essere inanimato; l'attore, di solito, insegue anche sogni di gloria, di successo, perchè no, anche di denaro...qui nulla di tutto questo, si insegue il risultato perfetto (quale, la perfetta commistione tra attore e personaggio, la capacità di convincere il pubblico di donare emozioni? Boh)...perchè??
In questo caso,ilo principio sopra spiegato a mio avviso diventa quasi incomprensibile e posticcio. Ad ogni modo, per esplicitare meglio, per me si può aggiungere anche che, oltre a quanto detto, il tratto stilistico dei disegni a mio parere è inferiore a quello di Lady Oscar.
Ciao,ok ora è chiaro.Grazie per le delucidazioni.Ne approfitto per ricordare che i grandissimi artisti del cinema, vedi la Magnani o anche Meryl Streep hanno sempre rifuggito il divismo, concentrandosi sulla propria arte.
Ecco il perchè.Detto questo consiglio agli appassionati di anime questa serie e spero presto di leggere altri commenti.
DiscussioneZender • 2/01/13 12:14 Capo scrivano - 47782 interventi
Ciao! Sì, è vero, grandissimi personaggi come Meryl Streep, o anche la Magnani si sono esposti meno al fenomeno del divismo, De Niro è ingrassato e dimagrito come una fisarmonica per Toro scatenato, tuttavia...qui è proprio il sacrificio per sè stesso che diventa quasi astratto, ma è una mia sensazione :-)
Ti consiglio di recuperare anche i tre OAV raccolti in un unico DVD da Shin Vision con il titolo "La maschera di vetro" che raccontano sempre la prima parte della storia ma con nuove animazioni, meno datate di quelle della serie (comunque notevole).