La convenzionalità del genere giudiziario d’impegno civile, qui circoscritta per lo più ad una parte processuale comunque sviluppata con scioltezza, si alleggerisce nella precisione quasi naturalista con cui sono descritti un microcosmo teppistico di rabbia, odio e morte (il blitz iniziale, l’aggressione sulla metro), preconizzando i quartieri violenti di tante future pellicole sulle bande rivali. Credibili nella loro spontaneità i volti dei giovani attori non professionisti, che si pongono tra la tenace azione senza pregiudizi dell’avvocato Lancaster e l’ansia materna dalla Winters.
Fantastico spaccato dei tempi nuovi (all'epoca) e denuncia quanto mai reale: Lancaster, maturo avvocato, si trova a dover agire contro tre teppisti autori di un omicidio ai danni di un loro coetaneo, in un contesto di guerra fra bande. Palma d'oro alla Winters, credibilissima nel ruolo della madre di uno dei ragazzi. Tempi nuovi all'orizzonte, la società che crea malessere, incapace di sorridere ma solo di ghignare, i pregiudizi delle differenze. Davvero bravi i giovani attori, ben delineati e con personalità distinte e formate.
MEMORABILE: Il discorso di Bell alla moglie sugli snob progressisti, imbevuti di idealismo fasullo, incapaci di vivere senza l'assegno di papà. (alquanto attuale)
Tre teppisti minorenni italo-americani fanno fuori un ragazzo portoricano cieco. L'opinione pubblica reclama la pena di morte ma il vice-procuratore, che conosce bene l'ambiente, è più interessato a scoprire la verità che a conquistare facili consensi... La prima collaborazione fra F. e Lancaster avviene con un film d'impegno civile appassionato ma compromesso da alcune facilonerie narrative. Lancaster domina la scena, con Savalas e Winters piuttosto sacrificati nei rispettivi ruoli, mentre fra i giovani si fa notare la faccia poco raccomandabile di John Davis Chandler.
MEMORABILE: L'aggressione con catene nel mezzo pubblico
I primi minuti, quelli dell'agguato, sono eccitanti, quasi spettacolari. Anche lo studio antropologico, condotto dal regista scrutando i giovani visi dei protagonisti, ha una sua efficacia. Il film comincia a perder colpi con le beghe familiari di Lancaster (la moglie progressista e benestante, lui di umili origini: la solita zuppa) e si affloscia nello scontato dibattito processuale che ha per coda un finale agrodolce dove hanno sistemazione la capra e i cavoli. Bravi Chandler e Burstyn; Savalas si fa già notare col suo ghigno sfottente.
Robusto film di denuncia sulla delinquenza giovanile e sul disagio nei quartieri più degradati delle metropoli (siamo a Harlem, New York). La matrice progressista che lo anima non scivola mai nella retorica più melensa grazie a una sceneggiatura abbastanza curata e all'agile regia di Frankenheimer, che regala anche qualche momento di vera suspense. Lancaster giganteggia, brave la sarcastica Merril e l'apprensiva Winters, Savalas debutta interpretando (quando si dice il caso...) un tenente di polizia. Invecchiato molto bene.
MEMORABILE: Il delitto iniziale; I botta risposta Lancaster/Merril; Lo spavento in ascensore; L'agguato sulla metro; Il processo.
Problemi razziali, ieri come oggi. Film lucido, che prova a dimostrare non solo una certa imparzialità ma soprattutto la difficoltà nel giudicare (legalmente) certe situazioni. Un Lancaster tormentato, dubbioso, si barcamena fra i territori delle due gang coinvolte per ricavare giustizia e scoprire che i contorni di questa sbiadiscono lontano dalle pagine di un giornale; diretto dalla regia ancora inesperta di Frankenheimer (alla sua seconda pellicola), capace comunque di sfoderare tutte le sue potenzialità. Un po' deludente la scena finale.
Film sulla delinquenza minorile nelle grandi metropoli che dopo la straordinaria sequenza iniziale dell’omicidio si attesta sui binari più scontati della denuncia sociale e dell’impegno civile. Piuttosto violento per l’epoca, dimostra come Frankenheimer fosse un regista innovativo e moderno. Anche l’ambientazione on location a Harlem è più realistica di qualsiasi precedente rappresentazione delle giungle d’asfalto e delle città nude. Superflui i quadretti familiari del protagonista. Savalas all’esordio ha già il ghigno sardonico del Tenente Kojak.
MEMORABILE: L’omicidio iniziale; L’assalto nella metropolitana a colpi di catene; Il funerale del ragazzo portoricano.
Tre ragazzi di Harlem uccidono a sangue freddo un portoricano cieco. Per questo motivo rischieranno tutti la sedia elettrica. Le indagini condotte da un ex abitante del quartiere porteranno a conoscere tutta la verità. Bellissimo film che parte con un incipit molto crudo per poi trasformarsi in un legal drama che approfondisce molto bene le personalità dei protagonisti. Molti sono gli spunti sociologici da cui partire, tra cui il condizionamento imposto dallo stato sociale della propria famiglia e dall'ambiente. Attori sul pezzo.
Tre giovanissimi di Harlem giustiziano un portoricano durante una spedizione punitiva che non sembrerebbe lasciare dubbi. Sarà la caparbietà di un vice procuratore a stabilire come siano andate realmente le cose. Ancora un film che apre uno squarcio sul degrado dei quartieri poveri della NY di allora, dove l’unica legge è la violenza. Burt Lancaster e tutto il cast eseguono il loro compito con professionalità, mentre manca al progetto quel “volo” necessario per farlo differenziare e svettare tra film similari.
Tre ragazzi bianchi ammazzano un portoricano cieco. Clima da bande non scontato negli anni Sessanta e denuncia aperta del razzismo che regna a New York. Il caso giudiziario è scarsamente tecnico e l’attenzione va alle conseguenze morali. L’investigazione di un accorato Lancaster si affida a qualche discorso di troppo, ma le pieghe che man mano prende la vicenda sono molto più sottili di quello che sembrano. Savalas sarebbe un’ottima spalla ma ha poco spazio. Le vecchie questioni amorose lasciano il tempo che trovano. I vari ragazzi (non professionisti) si fanno notare.
MEMORABILE: Il palo durante la scazzottata; Le botte sulla metro; Imbavagliato al processo.
Un vice procuratore, un po' per convinzione, un po' per favorire la sua carriera, è intenzionato a far condannare a morte tre balordi che hanno ucciso un rivale; ma in corso d'opera cambierà opinione fino a diventarne, in sede di dibattimento, quasi un difensore. Il solito contrasto tra legge e società degradata in un quartiere di NY che segue vie già battute per impantanarsi in un finale di una sciattezza legale in cui le incongruenze e i buonismi posticci trionfano sulla credibilità. Ritagliato sulla figura di un Lancaster anche troppo presente, che lascia in ombra altri comprimari.
Storie tese a Harlem. Le scorribande di una gang di greaser italoamericani, chiamata Thunderbirds come la Triumph del Selvaggio anche se loro vanno a piedi, provocano la morte di un portoricano. Film che tenta la denuncia sociale di un contesto newyorkese degradato dalle faide etniche, ma lo fa in modo troppo jazzato: uno stile che mal si combina con il contesto proletario carico d'odio, ma più con la visione romantica che si ha dello stesso. Un realismo sociale apprezzabile negli intenti, ma poco genuinamente laido, che finisce col rifugiarsi in un più convenzionale legal drama.
MEMORABILE: I primi minuti della spedizione punitiva con notevoli soluzioni visive; Il ghigno lombrosiano di Chandler: più deforme che temibile.
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Tratto dal romanzo "A Matter Of Convinction" di Evan Hunter.
Dal 26 maggio in dvd per Cecchi Gori / Ripley's Home Video.
CuriositàDaniela • 25/11/16 13:38 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Soggetto da un romanzo del newyorkese Evan Hunter, nato Salvatore Albert Lombino, prolifico autore di opere del genere poliziesco, spesso pubblicate sotto vari pseudomini, il più famoso dei quali è quello di Ed McBain.
E stato inoltre sceneggiatore de Gli Uccelli di Hitchcock, con adattamento da un romanzo di Daphne Du Maurier e di due episodi della serie del tenente Colombo: Non c'è tempo per morire e Indagine ad incastro , entrambi ispirati a romanzi della serie dedicata all'87º distretto a firma McBain.
CuriositàDaniela • 26/11/16 01:18 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Due semi-esordi sul grande schermo in questo film: Terry Tavalas e John Davis Chandler, meno noto del primo ma il cui poco amabile ceffo è soprattutto caro agli estimatori di Sam Pechinpah.
Si può parlare di "semi-esordi" perché entrambi gli attori facevano parte del cast di un altro film uscito sempre nel 1961 poco prima de Il giardino della violenza, ossia Gangster contro gangster, diretto da Burt Balaban.
Nel film di Babalan, Chandler ricopre il ruolo del gangster protagonista, mentre è un giovane accusato di omicidio nel film di Frankenheimer.
Tavalas invece in entrambi i film è un detective di polizia.
Il romanzo di Evan Hunter/Ed McBain, A matter of conviction (1959), su cui il film è basato, ebbe una sua pronta versione italiana come "La vita ladra".
Longanesi (collana La Ginestra) lo pubblicò nel 1960 nella traduzione di Adriana Pellegrini.
Ebbe una seconda edizione quello stesso anno, poi, come spesso accade per i romanzi editi sulla scia di film di successo, non fu mai più riproposto, assurgendo a titolo da collezione.
HomevideoRocchiola • 8/05/18 08:55 Call center Davinotti - 1320 interventi
Trattandosi di un film all'epoca vietato ai minori di 18 anni, non passa quasi mai in TV ed in ogni caso ad ore tarde con tagli, per cui l’unico modo di vederlo integralmente è il DVD della RHV summenzionato, che però per quanto anamorfico e dotato di un inserto apribile con qualche nota in più del solito, presenta però un video con molte imperfezioni (puntini, graffi, macchie), evidenti soprattutto in alcune scene come quella d’apertura. In altri passaggi è più pulito e con un bianco-nero ben contrastato. L'audio italiano mono è passabile. L'unica alternativa resta il bluray americano della Kino Lorber ma è un regione A con la sola traccia audio originale.
Il film ottenne il visto di censura (n°35507) il 29 settembre 1961 con divieto ai minori di anni 16 (il divieto per tale età non esiste più). Non so come venga considerato ai fini di trasmissione televisiva. Se possibile trasmetterlo oltre un certo orario o solo previo taglio di alcune scene.
HomevideoRocchiola • 9/05/18 10:48 Call center Davinotti - 1320 interventi
Il DVD sul retro della copertina riporta 18 anni, comunque non cambia niente ai fini del passaggio televisivo, in quanto i film che hanno un divieto superiore ai 14 anni possono essere trasmessi solo in versione "depurata" ed in seconda serata. Personalmente non ricordo di aver mai visto questo film in televisione, almeno negli ultimi anni. Per cui ribadisco l'importanza del DVD in questione per poter vedere questo film in lingua italiana ed in edizione integrale !!!
Un caso analogo si è verificato anche per L'altro uomo di Hitchcock, che mi risulta essere vietato ai 16 anni, il cui passaggio televisivo (persino sui canali Sky) è stato oggetto di taglio della scena dell'omicidio riflesso negli occhiali della vittima caduti a terra.
Grazie delle precisazioni Rocchiola. Interessante sapere che ai fini della trasmissione TV i divieti ai minori di 18 anni e ai minori di 16 sono praticamente equivalenti. Non ricordo nemmeno io passaggi televisivi di questo film.
Visionato il dvd.
Ma quali sarebbero le scene che fecero avere questo elevato divieto? Comunque verso il minuto 51 c'è una ripetizione di frase nell'audio italiano. Una curiosità, in lingua originale Lancaster pronuncia una frase in italiano.