Tratto da un libro di un reduce, è un war-movie di routine che ha però due meriti. Il primo è quello di rifuggire da inutili scene spettacolari e gratuitamente grandguignolesche; il secondo di tentare una narrazione meno ordinaria del solito, frammentando la storia con tanti andirivieni temporali in modo da svelarne i vari particolari solo poco alla volta. Questo aspetto però non rappresenta certo una novità, così come molti altri elementi della pellicola che sono stati visti moltissime volte. Alla fine però risulta una pellicola più che dignitosa.
Due giovanissimi soldati USA impegnati in Iraq: . uno fa ritorno a casa, l'altro è dato per disperso, ma ci sono dubbi in proposito... Film che parla di guerra e traumi dei reduci organizzando in racconto per flashback che ruotano attorno ad un mistero, quello della scomparsa del soldatino ingenuo interpretato da Sheridan. Basta questo taglio a rendere il film originale o almeno più interessante della media? Purtroppo no. A parte l'ovvia constatazione di quanto la guerra sia una brutta faccenda, resta ben poco, nonostante le le buone intenzioni e le discrete interpretazioni.
Ennesimo film sulla guerra in Iraq e sulle esperienze traumatizzanti vissute da giovani soldati scaraventati nell'inferno del paese mediordientale. Nell'aspetto guerresco e da caserma si privilegia un aspetto psicanalitico degli eventi e la tensione, nonché la suspanse, si mantengono siu di un buon livello sino alla fine. Niente di particolormente nuovo; il dramma dei reduci è raccontato in molti film, ma qui tutto sommato è ben ricostruito, senza particolare retorica. Colpisce positivamente.
MEMORABILE: I dialoghi tra la madre della vittima e il giovane reduce.
Che sia Iraq piuttosto che il Vietnam, le opere cinematografiche dedicate ai reduci delle guerre “americane” sono numerosi e alcuni di ottima fattura. Questo è uno dei più recenti e pur non essendo un capolavoro ha il merito di mantenere un tono più intimista e raccolto di molti altri e di concentrarsi maggiormente sulla caratterizzazione dei personaggi principali e sulle loro motivazioni. Non mancano momenti di calo della tensione, ma complice una durata non eccessiva e buone prestazioni degli attori il film è abbastanza godibile.
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CuriositàDaniela • 9/04/20 03:02 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Soggetto dal romanzo "Yellow Birds" del reduce di guerra Kevin Powers, pubblicato nel 2012.
La spiegazione del titolo, che tradotto letteralmente significa "Uccelli gialli", si può intuire all'inizio del romanzo, quando vengono riportati i versi di una filastrocca militare americana che parla di un uccellino giallo con il becco giallo appollaiato sul davanzale:
"L’ho fatto avvicinare
con un pezzo di pane
e poi gli ho sfondato
quella testa di cazzo."