E' nella grande espressività di Philippe Noiret, disegnato nella locandina italiana da Forattini (che si occupò anche di reinventare nella nostra lingua il gioco di parole del titolo originale), che il film trova la sua maggiore ragion d'essere. Ispettore della polizia parigina, René Boirond non è certo un esempio di specchiata onestà: tira avanti abusando dei poteri conferitigli dalla professione, si occupa soprattutto di scommettere sui cavalli e si rifà alle spalle dei pochi criminali che ferma (e che magari rilascia in cambio di qualche franco). Insomma, vivacchia senza accontentarsi dello stipendio, mangia a sbafo minacciando d'ispezione i ristoratori o facendosi far credito sapendo che mai...Leggi tutto salderà. Fino a quando il collega con cui aveva organizzato una sciagurata truffetta finisce in galera (anche per causa sua), presto sostituito da un giovane rampante (Lhermitte) che sogna di diventare quanto prima commissario e che accorgendosi subito dei comportamenti furbeschi di René resta a bocca aperta stigmatizzandoli ferocemente. Povero René, l'agevole tran-tran quotidiano ne risulta sconvolto: tocca insegnare al ragazzo come funziona la vita per accompagnarlo in un'orbita meno integerrima. Claude Zidi imbastisce una commedia simpatica che sovente sconfina nella piacevole brillantezza: la calzantissima interpretazione di Noiret riesce a renderci complici di un individuo a ben vedere spregevole; perché va bene non apprezzare la fin troppo laccata integrità del giovane François (un Lhermitte che fa chiaramente da spalla senza gloria alcuna), ma chiederci di sodalizzare con chi ruba e approfitta della propria posizione per sopraffare gli altri non è certo facile. La prima parte scorre bene applicando la medesima idea a situazioni simili che permettono di sorridere più volte, poi con l'entrata in scena della prostituta (De Capitani) assoldata da René per svegliar fuori il collega si avvertono le prime crepe, ricomposte successivamente con discreto gusto in modo da concludere con un'ultima parte scoppiettante in cui anche l'azione trova il suo spazio. Apprezzabili i dialoghi di Didier Kaminka, innervati di un'ironia che Noiret traduce superbamente, sufficientemente spedita la regia di Zidi che ha permesso al film di raggiungere in patria ottimi traguardi. Il finale sin troppo zuccheroso può indisporre, ma se si pensa a come la lezione non sia esattamente delle più positive può comunque accettarsi. Spudoratamente contrario ad ogni etica o quasi, irriverente e a in più occasioni riprovevole ma per la sua gran parte efficace. Quindi nel complesso riuscito.
Storia di un commissario corrotto che vive secondo la sua particolare morale e che nel corso della visione lo spettatore condividerà appieno. Simpatica e poco conosciuta commedia, mai noiosa, semplicemente divertente dove si ride ma non solo. Merita la visione per l'originalità e per la splendida performance di Noiret. All'altezza tutto il resto cast. Consigliatissimo.
Inedita commedia francese con il sempre valido Piccoli contornato da un buon cast. Interessante a livello di trama, ambientazione, attori... Alcune scene divertenti. Un po' lunghetto ma non annoia. Esempio di commedia raffinata e barocca, tipicamente francese.
MEMORABILE: La cocaina nello spray nasale; Il furto della valigetta; Il poliziotto nella spazzatura.
Una commedia francese poco conosciuta in Italia ma che vale la pena di riscoprire per merito di un bravissimo Philippe Noiret e di una trama ben congegnata. Nulla da eccepire sul cast di contorno così come sulla spalla (Lhermitte, in un ruolo a lui adatto). Si ride sulle gesta del commissario interpretato da Noiret, ma si riflette. Forse l'ultima mezz'ora ha qualche cedimento.
Bella commedia dai personaggi cinici (ma con un loro codice) ben strutturata e coinvolgente. Si sorride spesso e Noiret garantisce lo spettacolo con una performance riuscitissima e impareggiabile: ben spalleggiato da Lhermitte, è una canaglia di quelle che difficilmente si dimenticano. Ritmo spedito, qualche colpo di scena e un buona colonna sonora. Imprevedibilmente bello il finale. Notevole.
Lontano dal cinismo dei bei tempi, il filmino si acconcia lungo i binari della commedia agrodolce. L'allievo che supera il maestro (un topos ampiamente sfruttato nel genere poliziesco) si ammorbidisce ulteriormente in un finale simpatico e nulla più, anzi con qualche sospetto di leccata edulcorazione. Noiret è bravissimo a gestire con bonomia un personaggio arruffato e di strada, a mezzo fra le durezze della legge e l'arte d'arrangiarsi. Debole, purtroppo, il cast a latere.
Ispettore di polizia intrallazzatore si vede affiancare un collega più giovane, fresco di studi e ligio alla legge. Per poter continuare in pace i suoi maneggi, non c'è altra strada che "contagiarlo" con la propria filosofia di vita... Spacciare per saggezza dettata dell'esperienza la corruzione ed il lassismo davanti ad illeciti e criminalità è certo molto discutibile ma questa commedia se lo fa perdonare grazie alla simpatia di alcune trovate e soprattutto alla prova travolgente di Noiret, un adorabile orso dalla moralità elastica.
MEMORABILE: Il rimedio segreto per il raffreddore perenne del commissario capo
Una volta tanto il titolo italiano di un film straniero - una crasi - sintetizza in modo perfetto. Un commissario corrotto si arricchisce facendo sfoggio di una calcolata forma di disonestà che consente il quieto vivere e la convivenza dei vari tipi di criminalità. Farà insospettabili proseliti. L'indole umoristico-beffardo-carognesca di Noiret qui è ai livelli di Amici miei e il compito gli è facilitato da una sceneggiatura ottima e da dialoghi a tratti scoppiettanti. Gli attori di contorno, ideale ciliegina sulla torta, sono assolutamente all'altezza. Senz'altro consigliabile.
MEMORABILE: Il finale.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (sabato 21 luglio 1990) di Il commissadro: