Un classico del genere "piratesco" - o swashbuckler, come lo definiscono gli americani - prodotto dalla Fox e liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Rafael Sabatini. Ci sono un Tyrone Power vitale e seducente - anche se in alcune scene lo vestono un po' troppo come una sorta di Zorro, forse per richiamare la sua interpretazione di due anni prima - la redhead Maureen O'Hara, che sembrava fatta apposta per ruoli come questo, un George Sanders davvero inedito e poi Quinn, Cregar, Mitchell. Senz'altro il mio preferito fra i film di pirati!
MEMORABILE: Quando Jamie, che sta portando Margaret semisvenuta sulle spalle, per abbracciare l'amico Morgan lascia cadere la ragazza come un sacco di patate!
Il film inizia con i soliti stereotipi di questo genere: pirati con l'orecchino che bevono come spugne, ricchi costumi per i nobili, modellini di navi (molto ben fatti per la verità); ma poi si rende subito interessante per una trama ricca che spazia da contrasti tra nobiltà e pirati redenti che fiancheggiano il re, amori contrastati, tradimenti e malintasi e poi tanti duelli e cannonate. Tyrone Power è molto a suo agio e Maureen O'Hara è in un ruolo a lei congeniale. Il mar dei Caraibi è il classico sfondo per un film che ancora diverte.
Piccolo capolavoro, è il prototipo (nonchè uno dei migliori esempi) del genere "piratesco" tanto da costruire dei veri e propri archetipi narrativi che saranno utilizzati ampiamente nei film a venire. Ricostruzione ambientale e scenografica davvero sontuosa, vicenda intrigante e girata con grande ritmo. Semplicemente perfetti i protagonisti, ma tutto il cast è su ottimi livelli.
Pellicola appartenente a un genere, quello delle avventure piratesche, molto rappresentato in quegli anni e che col passare dei minuti si conquista un crescente interesse. Sembra promettere una tenuta di qualità, per il buon livello avventuroso e per la presenza di una Maureen O’Hara radiosa e appariscente. Nella seconda parte però, anche se la realizzazione rimane dignitosa, si scende a un livello più convenzionale. Ci sono diverse situazioni simpatiche, ma il film poteva essere meglio arricchito.
Quando il pirata Morgan, ottenuto il perdono del re, viene nominato governatore della Giamaica, i suoi ex compari Jamie Boy e Leech prendono strade diverse: il primo diventa suo braccio destro, il secondo si ribella... Fra il piratesco ed il romantico, dato che buona parte della pellicola è dedicata alle schermaglie fra i belli Power e O'Hara (con lei che ci mette anche troppo per innamorarsi di lui), un film sgargiante di colori e costumi, il cui pregio maggiore risiede nel cast, con Cregar vigoroso Morgan, Sanders fellone rosso/barbuto, Mitchell colorito, mentre Quinn si vede poco.
MEMORABILE: Primo incontro: O'Hara gli dà un morso, Power la abbatte con un pugno, se la carica su una spalla e poi la molla come un sacco di patate
Sfruttando un genere molto in voga un quegli anni e che mantiene un fascino indiscutibile ancora oggi, Henry King firma una bella pellicola d'avventura con una coppia di protagonisti (Power e la O'Hara) che riesce a non far rimpiangere il duo Flynn-De Havilland che sette anni prima aveva dato vita a Capitan Blood. La storia è interessante e condotta magistralmente, riuscendo a mantiene vivo quel richiamo alla libertà insito e indistruttibile in ogni essere umano. Gioiello.
Il film narra le vicende dell’ ex-pirata Morgan che, in qualità di nuovo governatore, farà il doppio gioco nel comando dei Caraibi, divisi fra inglesi e spagnoli, in una gestione senza esclusione di colpi. In realtà gli scenari esotici sono riempiti da una storia d’amore combattuta a suon di ceffoni, tra un furfante di belle speranze e una piacente nobildonna promessa a un altro. La storia si anima soprattutto a causa di questo contrasto, cinematograficamente molto attraente. Oscar alla fotografia vivacizzata da splendidi colori che nel finale combattivo si giocherà tutto.
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DiscussioneZender • 10/10/10 13:11 Capo scrivano - 48848 interventi