Dramma familiare e monotematico, tutto incentrato sui matrimoni che vacillano e sulla tentazione del tradimento: nulla di nuovo sotto il sole, comprese le musiche, ascoltate chissà quante volte in altri film simili. Le interpretazioni sono tutte accettabili: delle due protagoniste femminili, la Watts è misurata, la Dern talvolta un po’ sopra le righe. Dispensabile.
Micidiale palla con velleità autoriali che viene salvata solo da un paio di sequenze semierotiche che vedono la Watts senza veli. La Dern è ormai troppo bollita per essere sexy. Rimane solo una buona descrizione d'ambiente e un buon quartetto di attori, tra cui spicca un Ruffolo "senza palle" per esigenze di copione. Evitabilissimo. A meno che non siate estimatori della bella e brava Naomi...
Costruito tutto sui quattro bravi attori, questo dramma familiare sul tema "tradimenti/pentimenti" e sulla fragilità delle relazioni amorose è un prodotto ben realizzato e ben confezionato, ma è di una scontatezza disarmante e le velleità autoriali del regista si traducono in una più semplice e inevitabile noia. Qualche nudo, con la Watts particolarmente esposta e la solita sarabanda di falsità e stupidità umane. In altre parole, nulla di nuovo dal fronte USA.
Dramma intimista piuttosto lento, con alcuni momenti di profondità e attori indubbiamente bravi e ben diretti. Va riconosciuta l'assenza di morbosità e la grande delicatezza dell'approccio al tema della crisi di coppia. Gli adulteri incrociati di quattro giovani intellettuali in una cittadina universitaria, la passione smorzata da eccessi di riflessività e da una fondamentale freddezza emotiva. Il tradimento vissuto come dovere coniugale! I loro giochi da grandi si fanno così molto noiosi: per loro, ma anche per noi. E i bambini li guardano...
Film che affronta con estrema durezza il tema "crisi matrimoniale" avvalendosi di un cast di tutto rispetto nel quale spiccano le protagoniste del gentil sesso Laura Dern e Naomi Watts (difficile stabilire chi delle due vinca il confronto). Nella prima parte sembra inverosimile il ruolo a dir poco marginale dei figli in entrambe le coppie, ma nel finale sono proprio loro, con la loro spontaneità e tenerezza ad essere decisivi nel far "rinsavire" il confuso e insoddisfatto Mark Ruffalo. Eccessivo pessimismo o realismo "documentaristico"?
MEMORABILE: Laura Dern che ammette l'adulterio descrivendolo nei dettagli e sperando invano di scuotere il marito.
Sceneggiatura brillante, condita da dialoghi azzeccati e recitazione superba da parte di tutti e quattro i protagonisti. Lo sviluppo della trama è molto curioso: ci si aspetta sempre un colpo di scena, una svolta che non arriva mai. Ed è questo ciò che si aspettano anche i protagonisti, frenati dal dovere di prendere una responsabilità più grande di loro, che scatenerebbe una tempesta che coinvolgerebbe i figli. Scelgono di vivere nella mediocre facciata che il quieto vivere impone.
La pellicola si regge totalmente sui quattro attori, straordinariamente bravi e credibili nel raccontare due coppie in crescente crisi. Difficile non riconoscersi in almeno alcune delle situazioni raccontate, che il regista dosa sapientemente nei 100 minuti. Ruffalo ha senz'altro il personaggio più insicuro ma proprio per questo si finisce per empatizzare con lui. Brava anche Naomi Watts, qui particolarmente sensuale (vedi scena nel bosco). Regia e fotografia piuttosto televisive.
Nonostante una superba scelta del cast (davvero difficile scegliere il migliore), la sceneggiatura (premiata al Sundance!) non spicca mai letteralmente il volo per colpa di dialoghi perlopiù evanescenti e per il mancato coraggio di descrivere talune situazioni. Regia piuttosto anonima, appesantita da inutili vezzi autoriali che inficiano negativamente sul ritmo narrativo. Qua e là si respirano le intenzioni dell'autore di raccontare la crisi della coppia bianca borghese, ma il finale è davvero poco ficcante e delude le (già basse) aspettative. Freddo e senza alcun tipo di empatia.
MEMORABILE: La Watts nel bosco; La frustrazione della Dern; La biciclettata.
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DiscussioneRaremirko • 25/07/21 17:53 Call center Davinotti - 3863 interventi
Curran si dimostra regista interessante (sa dirigere bene e anche riguardo generi diversi, come Stone); buon cast, tanta verosimiglianza (anche riguardo i momenti più improbabili, come lo sfogo che la Dern ha con l'idraulico), ritmo ed una colonna sonora calzante e malinconica.
Discutibilmente, il film vuole offrire un tratto morale/comprensibile riguardo l'adulterio, anche attraverso ciò che i protagonisti provano/fanno provare.