House - Film (1977)

House
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Hausu
Anno: 1977
Genere: fantastico (colore)
Note: E non "Housu"o "Hause".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Fantavventure giapponesi con tracce horror che riesce difficile poter immaginare come spaventevoli, considerato il delirante contesto in cui sono inserite. Uno dei più affascinanti esempi di come il cinema orientale viaggi su coordinate totalmente differenti dalle nostre. Da noi sarebbe opera semplicemente inconcepibile, per come coniuga sinceri afflati poetici a uno sprezzo del ridicolo che ha quasi dell'eroico! La storia è semplice: sette amiche, terminata la scuola, decidono di recarsi in campagna a trovare la zia di una di loro. Dopo una prima parte di quotidianità scolastica in cui comunque già si intravedono gli ardimentosi slanci artistici del regista, che lavora di cesello con sovrapposizioni,...Leggi tutto montaggio, fast motion e ralenti per destabilizzare ogni canonica progressione, il gruppo di amiche prende il treno e raggiunge la villa in cima alla collina della “zietta”, che lì vive assieme al suo gatto Fiocco di neve; ha accettato la richiesta della nipote di ospitare lei e le amiche per qualche giorno, ma quando cala il sole – e dopo che già un componente del lampadario s'era staccato provocando la reazione a calcivolanti della ragazza chiamata non a caso “Kung fu” - cominciano ad accadere cose (ancor più) strane: una testa volante esce da un pozzo per addentare il sedere di una delle sei che era arrivata fin lì, ad esempio! Gli effetti lasciano interdetti: in un clima sognante che la vivace fotografia esalta, la testa sembra quasi un ritaglio fotografico mosso come nemmeno ai tempi di Harryhausen. Lo stile sconfina a tratti nel fumettistico (una conferma viene dalla scelta di utilizzare fondali dipinti già durante il viaggio verso la villa), ma è solo l'inizio, perché da quel momento in poi si fonderanno in un calderone infernale cannibalismo, sangue e bizzarri fenomeni (che dire della ragazza che perde le dita suonando il pianoforte quando poi le stesse dita si vedono suonare da sole, una per una, i tasti d'avorio?): al regista sembra importi solo stupire ammassando follie su follie, senza tuttavia perdere di vista una certa eleganza formale pronta a fare improvvisamente a pugni con la comparsa di raggi e luccichii disegnati sulla pellicola come molto più parsimoniosamente capiterà in certi horror di bassa lega del decennio successivo. Si rimane davvero attoniti di fronte a film così: da una parte è impossibile non apprezzare la qualità nella messa in scena, l'abilità tecnica nelle riprese, la grande sensibilità nella scelta delle musiche, dall'altra ci si trova davanti a una storia d'impianto semi-favolistico con le protagoniste (talvolta nude o in mutande) che ridacchiano tra dialoghi quasi sempre di elementarità imbarazzante inseriti in un contesto di allegra scioccheria. C'è una tale fusione di elementi e concetti cinematografici apparentemente del tutto discordanti tra loro da poter originare in chi guarda le reazioni più diverse. Il rischio maggiore è l'assuefazione, che porta prosaicamente alla luce i limiti dell'operazione.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/11/07 DAL BENEMERITO SCHRAMM POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/09/16
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Schramm 19/11/07 16:42 - 3786 commenti

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Horror pop-kitsch dal polimorfismo esasperato, sotto il segno della psilocibina e dell'ipnagogia dal primo all'ultimo frame. Oyabashi dev'essersi sbafato qualche etto di peyote prima di dirigerlo. E anche durante. Raimi e Argento se lo sono indubbiamente imparato come l'Ave Maria. Mai visto niente di più deliziosamente farneticante e vulcanico in tre decenni e mezzo. Straraccomandatissimo.

Kanon 2/10/10 15:09 - 604 commenti

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Un Luna Park messo su pellicola. Una sorta di mega carillon impazzito che turbina allegro tra fantastico - horror - commedia - psichedelia con totale noncuranza verso la salute mentale dell'incauto avventore salito per curiosità sulla giostra. Sghignazza il giostraio (Obayashi) ed affonda la leva alla massima velocità col passare dei minuti. Tante sono le invenzioni audio-visive che non basta un solo giro per goderne appieno. E allora "andiamo ragazzi.. altro giro, altra corsa... inserite il gettone... eee... si riparte!". Come dargli torto!

Mdmaster 5/11/10 02:20 - 802 commenti

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Irresistibile minestrone fantahorror commedia psichedelico, degno precursore e farneticante visione avanti di dieci anni. Un gruppo di assortite ragazze saranno attirate in una casa che ha intenzione di non lasciarle uscire vive. Semplice premessa, deliranti conseguenze sanguinolente e tremendamente buffe (la testa che morde le chiappe di Kung Fu?!?). Si fatica persino a capire cosa si sta vedendo a volte, ma ci si diverte sempre e comunque. Se dopo più di trent'anni, perfino lo spettatore smaliziato si smarrisce, c'è sentore di genialità.
MEMORABILE: Il pianoforte che divora e sputazza pezzi di Melody; il bagno nel sangue.

Burattino 2/11/10 10:24 - 101 commenti

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Delirio lisergico in salsa manga chee affascina per l'uso spregiudicato degli elementi weird. Generalmente non amo il cinema orientale, tantomeno l'horror, ma a volte si creano speciali alchimie al confine tra il kitch ed il bizzarro che non mancano di entusiasmarmi ma che godono del loro essere pezzi unici. Da vedere ubriachi.

Greymouser 9/06/11 15:14 - 1458 commenti

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Una storia esile ed arruffata su una casa stregata diventa il puro pretesto per imbastire un delirio pop-art fatto di folli fantasmagorie cromatiche, invenzioni grafiche e visionarie di qualità lisergica, virtuosismi registici fatti con pochi mezzi e una montagna di fantasia. Splendido, soprattutto per gli occhi, nella prima parte, perde un po' di smalto strada facendo, fino a diventare troppo calligrafico e ridondante. Comunque, una singolare e notevole esperienza cinematografica.

Belfagor 28/12/11 15:23 - 2699 commenti

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Sette ragazze in una casa stregata: questa è la semplice base su cui Obayashi sviluppa uno dei film più deliranti della storia, una psichedelia horror che non rifiuta di esporre il proprio lato kitsch, ricercandolo anzi in ogni modo possibile. Lo stile volutamente irreale - specialmente quello degli effetti speciali - trasforma un semplice incubo in un viaggio attraverso lo specchio, portandoci in una dimensione onirica totalmente svincolata dalla realtà. Richiede una notevole sospensione dell'incredulità, ma l'effetto è assicurato.

Mickes2 23/05/12 10:59 - 1672 commenti

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Pazzo-bellissimo-anarchico-visionario-frenetico-algidissimo-caldissimo-ipersaturo-fantasmagorico horror fantasy di purissima atmosfera; sopraffino delirio lisergico preso e rivoltato come un calzino, zeppo di alternanze narrative che vanno dal comico più demenziale alla ghost story più rabbrividente, musica a manetta, buffissime parentesi weird spinte al parossismo più ortodosso-becero-inconcludente... Geniale. Prego: munirsi di Sense of Wonder, poi via per un viaggio psichedelico che fa della dimensione onirica il proprio punto focale.

Cotola 11/08/13 11:11 - 9350 commenti

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Film folle che più folle non si può. Dopo la prima parte (quasi normale) da teen-movie d'altri tempi, si sale su un ottovolante impazzito (chiaro quindi che a qualcuno possa venire la nausea) in cui il topos della casa stregata è solo un pretesto per mettere in scena una fantasmagoria di grande potenza visiva che però può anche non piacere o stancare lo spettatore occidentale più tradizionalista. Botti, scoppi, filtri fotografici, gore, inquadrature di ogni tipo, colonna sonora invasiva, ritmo indiavoltato e chi più ne ha più ne metta. Coraggio, entrate nella casa: a vostro rischio e pericolo!

Deepred89 12/12/17 23:57 - 3805 commenti

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Folle, geniale commistione di commedia adolescen-demenziale e horror gotico, la cui trama è solo un pretesto per un susseguirsi di trovate surreali che sembrano fare a gara l'una con l'altra per originalità e inventiva. Un po' troppo fracassone nel secondo tempo e con un finale che, tra ermetismo romantico e sconclusionatezza, si sbilancia troppo verso la seconda componente, ma senza mai tradire l'impronta irriverente ed eclettica, dalla quale registi come Sono e Miike attingeranno a piene mani. Notevole OST tra romanticismo e Bubble Bobble.
MEMORABILE: La ragazza in bianco, di notte, con in mano una lucciola (Jennifer Corvino ci sei?); Il gatto slitta sul pianoforte e il miagolio si fa musica.

Rufus68 1/01/18 17:38 - 3902 commenti

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Gustoso intruglio horror-comedy ricco delle inflessioni del più surreale fumetto giapponese: l'erotismo lolitesco, il kitsch spinto al parossismo (tanto da tradursi in cifra stilistica), le melensaggini neomelodiche, il macabro che si alterna disinvoltamente al comico, il fantastico privo delle nebbie e dei chiaroscuri del gotico europeo. Fra teste volanti, gatti che suonano il pianoforte (cannibale) e colpetti di kung fu il tempo passa in fretta. Ogni tanto affiora il sospetto dell'inconcludenza, ma il pastrocchio merita la visione.

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Anthonyvm 22/03/19 23:05 - 6195 commenti

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Frenetico, rumoroso, dinamico, sorprendentemente in anticipo su gran parte del cinema horror-comedy e visionario degli anni a seguire (Raimi e Argento su tutti), è un film così ricco di colori e immagini e così povero di silenzi (la colonna sonora, quasi sempre mielosa, non tace praticamente mai) da risultare estenuante. L'insieme non è il massimo della scorrevolezza, ma alcune sequenze sono talmente folli e memorabili da innalzare il titolo allo status di cult. Eccellente l'uso volutamente cheap del green screen. Da provare: è un'esperienza.
MEMORABILE: Lo scheletro danzerino; Il miagolio del gatto che segue la colonna sonora; La testa nel pozzo; Il pianoforte antropofago; Il bagno di sangue.

Herrkinski 4/11/20 17:04 - 8473 commenti

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Follia giapponese che - ancora una volta - segna il netto distacco tra il cinema asiatico e quello occidentale; si apprezza l'avanguardia di Obayashi che tra un montaggio fantasioso che usa le tecniche più disparate e tutti i possibili effetti di pellicola disponibili si dimostra avanti sui tempi, tanto che il film sembra più degli anni '80 che dei 70s. Al tempo stesso, le gag da commedia slapstick e gli inserti sdolcinati tipicamente nipponici risultano indigesti e il film finisce per essere più che altro un delirio psichedelico senza capo né coda. Bello visivamente, ma solo quello.
MEMORABILE: La delirante mezz'ora finale.

Daniela 6/02/21 01:14 - 13013 commenti

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Indispettita dalla decisione del padre vedovo di riprendere moglie, una ragazza si reca a trovare insieme a sei amiche la zia materna, una gentile signora inferma che vive in una grande villa isolata... Dopo un prologo caramelloso, esplode il non-sense horror/stilistico di derivazione videoclippettara che, se non può indurre alcun brivido per manifesta assurdità, lascia però attoniti e straniti per quello che, almeno ad uno spettatore occidentale, appare come un supremo sprezzo del ridicolo. Si può detestare, ammirare oppure restare perplessi: questa volta, prevale la terza opzione. 

Fedeerra 5/11/21 03:29 - 769 commenti

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Senza alcun contenuto che distragga dalla stravaganza della messinscena e della narrazione, il film di Obayashi può essere visto anche come una raffinata e indisciplinata meditazione cinematografica. Se è vero che la verosimiglianza e la logica si volgono le spalle, è altrettanto vero che la connessione fra orrore e umorismo e fra kitsch e incanto è estremamente solidale. Splendido e bizzarro tutto il pantheon femminile; proteiforme la soundtrack.

Fulleffect 7/11/21 20:01 - 107 commenti

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Solo la mente di una bambina avrebbe potuto partorire una trama tanto infantile quanto sconclusionata, ricca di situazioni senza senso e personaggi surreali, e solo un regista completamente fuori di testa avrebbe potuto mettere in scena una tale follia. Per nostra fortuna Obayashi non era solo il regista adatto, ma aveva anche uno sprezzo del pericolo non indifferente. Il risultato è un delirante caleidoscopio di immagini e suoni al cui cospetto è impossibile non sentirsi frastornati ed affascinati, sul limite del baratro del trash più assoluto. Adorabile.
MEMORABILE: Il pianoforte che inghiotte una povera ragazzina.

Teddy 11/11/24 23:11 - 1004 commenti

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Più cupo di quanto non sembri, il film di Obayashi lavora meravigliosamente sia di montaggio che di sonoro, delineando nella goticheggiante architettura della casa il personaggio principale. Il carosello orrorifico è imprevedibile e bizzaro, la caratterizzazione delle fanciulle chiamate in causa nevrotica e accurata. Cinema di pancia, di cuore, femelico di attenzioni e libertà.
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