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MMJ Davinotti jr
Anno: 1967
Genere: fantascienza (colore)
Regia: Paul Maxwell (Paolo Bianchini)
Note: Aka "Follie di un massacro" o "Hypnos - Follia di un massacro".
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Il film appartiene a quella serie di Z-movie che in Italia spuntavano all'epoca (siamo nel 1968) come funghi. Si parte come fosse un thriller, con un doppio omicidio inspiegabile e la polizia a brancolare nel buio, si continua con una parte in stile James Bond (con lo scienziato recluso Fernando Sancho e il supercattivo che vuole conquistare il mondo) per concludere con un finale pseudofantascientifico (il supercattivo, coperto da una ridicolissima maschera di ferro spigolosa, sembra non morire mai, suggerendo l'idea che sia un extraterrestre). Dire che sia un film datato sembrerebbe un complimento, per dialoghi tanto sciocchi e una recitazione così scialba. Il regista Paolo Bianchini...Leggi tutto (celatosi sotto lo pseudonimo anglofono di Paul Maxwell) è da sempre specializzato in produzioni dal budget infinitesimale e anche qui non si smentisce: la sala computer dove lavora il supercattivo è un insieme di cassoni squadrati e automi umani in tutina o calza da rapinatore sul muso. Estenuanti viaggi tra la vegetazione a cercare il rifugio segreto del nemico, risse e pestaggi come da copione. Eppure l'inizio prometteva meglio... La particolarità più divertente è la videocassetta della Videogroup, che porta come titolo FOLLIE DI UN MASSACRO e vieta la visione ai minori di 18 anni quando anche la scena più “hard” potrebbe essere tranquillamente inserita in “Bim Bum Bam” o qualsiasi altro contenitore per ragazzi. Inoltre classifica il film come giallo (mentre si tratta di fantascienza) e mostra sul retro una foto che col film non c'entra nulla...
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Myvincent - Non male, dopotutto:
Fauno, Ciavazzaro - Mediocre, ma con un suo perché:
Mco, Daidae, Diamond - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Cotola, Noodles - Gravemente insufficiente!:
Marcel MJ Davinotti jr.
Una banda di matti che vogliono conquistare il mondo cercano di influenzare le persone attraverso segnali occulti emanati dalla tv. Uno dei film più incredibili, deliranti e ridicoli che si siano mai visti. Tutto è ai minimi storici: regia (inesistente), sceneggiatura (ma possiamo davvero chiamarla così?), attori (su cui è meglio stendere un velo pietoso).
Pellicola peculiare nel panorama del bis di casa nostra, sepolta tra l'indifferenza generale, anche se non si ricorda per chissà quali fantasmagorie. Qualche spunto interessante c'è, come le precursioni di tanto horror a venire (Videodrome?) e talune soggettive degne di nota. Ma, a parte ciò, o si è collezionisti e completisti o altrimenti la si lascia laddove era beatamente giacente...
Non proprio un capolavoro. L'idea di partenza è ottima, ma tutto viene inabissato dai pochi mezzi a disposizione. Film poverissimo ma tuttavia non così brutto come si può credere. Delirante e fantascientifico il finale in pieno stile anni 60. Alfine mediocre.
Davvero un grandissimo peccato, perché parte e si sviluppa più che bene con la storia dei messaggi subliminali e dei condizionamenti a distanza; sembra un film futurista fatto con mezzi limitati e sarebbe il massimo. Malauguratamente il finale da spy movie lo rende banale e lo fa scendere di brutto in tutte le sue componenti. Diventa un ibrido... La Rassimov non tradisce le attese. Se vi capita tra le mani consiglio la visione.
MEMORABILE: La scena iniziale è notevole, mentre è ridicolo il passaggio dell'antenna.
Curiosa commistione di generi: inizia come giallo per poi virare verso la fantascienza-spy movie e concludersi nel catastrofico. Con molti limiti, senza però risultare trash. Del cast va citato il mitico Sancho, pittore che abita tra le rovine (ex-scienziato), discreto Woods, brava la Rassimov. Il ritmo non cala mai e il finale catastrofico si lascia vedere con piacere. Nulla di eccezionale, ma assolutamente guardabile e godibile.
Curioso film che ha due nature: inizia come un giallo enigmatico con tanto di assassino seriale, poi poco a poco tira fuori le sue doti fantascientifiche, con predizioni terroristiche da fine del mondo. Il tema centrale è l'ipnosi a distanza e è quanto meno encomiabile lo sforzo di essere originali. Contribuiscono alla buona riuscita gli occhi, le movenze e la bellezza di una fascinosa Rada Rassimov. Da rivalutare ampiamente.
Comincia molto bene. Sembra un interessante giallo all'italiana di quelli che attaccano alla poltrona, con un serial killer misterioso. Ma è una pia illusione. Perso il sentiero del mistero il film si inerpica in tanti generi e nessuno, denotando una confusione totale sia in regia che in sceneggiatura. Al giallo si mescolano fantascienza e spionaggio, un'unione che porta solo a scene al limite del ridicolo e a dialoghi stucchevoli. Musica ripetitiva e un cast spento completano un quadro abbastanza desolante. Film che lascia l'amaro in bocca. Le premesse erano senz'altro migliori.
Inizio promettente con una buona idea di partenza che viene però affossata dai pochi mezzi a disposizione e da una sceneggiatura confusa. Si parte come un giallo thriller con tanto di omicidi inspiegabili per trasformarsi in una sottospecie di James Bond dei poveri e chiude nel campo fantascientifico con un cattivo invulnerabile dotato di maschera dorata ridicola. Le idee ci sarebbero pure (una anticipatoria addirittura di Videodrome), ma Bianchini pare confuso e allunga il minutaggio con estenuanti giri in mezzo alla vegetazione. Peccato, una discreta occasione sprecata.
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Ultima modifica: 24/01/16 11:10 da Zender - Così Paolo Bianchini ha raccontato la genesi del film nel programma Hollywood Party: "Mi chiamò Grisanti, il produttore, mi fece vedere alcune scene d'azione di repertorio prese da altri film e mi disse: parti da queste scene e costruisci una storia. Io l'ho fatto".
