Harry & Kit - Film (1993)

Harry & Kit

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Tutti i commenti e le recensioni di Harry & Kit

TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/05/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 5/05/20 00:36 - 3131 commenti

I gusti di Buiomega71

Scoppiettante e frizzante pre tarantinata che batte sul tempo Una vita al massimo. Sparatorie, fughe on the road, momenti surreali (il morto che parla), figure terrifiche (la nonna mafiosa) e parapiglia ora grotteschi (il cadavere che puzza issato su un muletto) ora ironici (le battute fulminanti, i criminali imbecilli) e qualche stoccata violenta (le dita "esplose"). Funziona la coppia Madsen/Arquette (lei la quintessenza del logorroico) e finale da favoletta cinica. Suggestiva la fotografia di Janusz Kaminski e splendidi gli scorci selvaggi dell'Arizona.
MEMORABILE: Il cugino bacia e lecca i piedini a Kit, che indossa meravigliosi sandaletti dorati con la zeppa; Il film porno in tv al motel; Il drink avvelenato.

Daidae 2/04/23 23:03 - 3370 commenti

I gusti di Daidae

Film con alti e bassi. A tratti è un po' noioso, a tratti riesce anche ad essere divertente. Buona la prova dei due attori principali, in particolare di Patricia Arquette nel ruolo di una logorroica universitaria, bene anche Madson, niente di che il resto del cast. Il realismo latita (lo sceriffo non vede il cadavere issato su un muletto di fronte), ma in un film ci può anche stare. Vedibile, senza attendersi chissà cosa.
MEMORABILE: Il cadavere che sputa la chiave.

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  • Discussione Buiomega71 • 5/05/20 10:14
    Consigliere - 27342 interventi
    Scoppiettante, frizzante e divertente pre tarantinata on the road che batte sul tempo Una vita al massimo (curioso come il film di Reiner anticipi l'intelaiatura del capolavoro di Scott-la fuga in coppia, i sicari della mafia che le stanno perennemente alle costole-, e ancor più curiosa la presenza della Arquette), zeppa di dialoghi fulminanti , situazioni assurde, surreali e grottesche e parapiglia pulp tra cadaveri puzzolenti portati in giro nel baule della macchina, sparatorie, ironia macabra , spizzichi di cinismo e mix brillante di commedia, action, gangster movie e favoletta rancida (come se Cuore selvaggio fosse filtrato attraverso la lente di Walt Disney)

    La coppia Madsen (simpaticissimo ma doppiato maluccio) e Arquette (al massimo dello splendore l'ex ragazzina di Nightmare 3) funziona alla grande e sprigiona un'alchimia eroticomica tra litigi, battibecchi e attrazione (lei è di un logorroico asfissiante, e pure femminista) che sfociano in amore l'uno per l'altra.

    Di mezzo alla loro fuga, tra la straordinaria bellezza "selvaggia" dell'Arizona, ci si mettono boss mafiosi (grande Seymour Cassel), terribili e glaciali nonne virago, un terzetto di isterici criminali di mezza tacca (e pure imbecilli, impegnati a far cretinate sparando ai cartelloni stradali in stile yuppie demente nell'incipit di Non aprite quella porta 2), i cugini leccapiedi di lei e sceriffi idioti.

    Reiner gioca a rimpiattino con i generi e le regole del pulp (Pulp Fiction e Una vita al massimo, però, erano ancora di là da venire), guardando a certo cinema settantiano, creando situazioni strampalate e non dimenticando la violenza.

    Il film porno ( con Ginger Lynn in "azione" in un'ammucchiata a tre) proiettato in televisione nella stanza del motel, il morto che parla a Madsen in auto, il cadavere maleodorante issato sul muletto dallo sfasciacarrozze, Madsen che si distrare spesso alla guida sbirciando le grazie della Arquette o immaginandola mentre le parla sensualmente al suo fianco, il drink avvelenato che và al mittente sbagliato, la fossa scavata da Madsen (e l'arrivo improvviso del propietario del terreno), la coincitata sparatoria incrociata e quella al tavolo da gioco (con il boss a cui saltano le dita della mano), la nonna mafiosa che ascolta "Lucevan le stelle" impartendo ordini e esecuzioni, le pantomime con il morto nel bagagliaio che manco Week end con il morto e, su tutto, una gustosissima scena fetish, quando la Arquette (ormai padrona della situazione) si fa baciare e leccare i piedini dal cugino, contorniati da meravigliosi sandaletti dorati con la zeppa.

    Reiner fa le prove generali per il suo secondo exploit "tarantiniano" (il bizzarro e lisergico Small Time) e peccato che non ci abbia creduto fino in fondo, perchè il talento narrativo non le mancava.

    Lo script annovera il Francis Delia di Io vi ucciderò (che pare, come leggo tra gli extra del dvd americano, sia rimasto deluso da come Reiner abbia riportato la sua sceneggiatura sullo schermo, stravolgendola in alcuni punti, che prevedeva più violenza e un finale poco conciliatorio, scritto con in mente il cinema dei fratelli Coen) e la fotografia di Janusz Kaminski (prima che se lo accaparasse Spielberg) è pura gioia per gli occhi, per come valorizza e rende magici gli esterni della provincia americana.

    Nulla che non si sia già visto nei road movie o nelle sottotarantinate a venire (che intasarono il mercato a metà anni 90), ma fresco, sbarazzino, gradevole, coadiuvato da un cast in palla e, soprattutto, spassoso, che riesce a intrappare per tutta la sua durata tenendo lontana la noia.

    Da noi uscito solo in videocassetta.

    Ogni tanto è bello mandare in vacanza il cervello e lasciarsi andare alle ludiche e polverose baraonde pulpesche precriptotarantiniane.

    E , col senno di poi, e fattore ancor più curioso, pare anticipare il pulp prettamente tarantiniano (Le Iene era puro gangster noir, che nulla ha a che vedere con le derive di Una vita al massimo, che Reiner pare, forse inconsapevolmente, preannunciare, magari avendo in testa la versione di coppia di Thelma & Louise).
    Ultima modifica: 5/05/20 14:18 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 5/05/20 10:27
    Consigliere - 27342 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs CDA

    Edizione: aprile 1993

    Durata effettiva: 1h, 26m e 00s

    Ultima modifica: 5/05/20 11:41 da Zender
  • Curiosità Daidae • 2/04/23 22:52
    Compilatore d’emergenza - 1502 interventi
    Il film pornografico che i due protagonisti guardano al minuto
    22 è "A coming of Angels: the sequel" noto anche come "Coming of Angels 2". È facile riconoscerlo: nei titoli di testa leggiamo il nome delle due protagoniste (Colleen Brennan, Jill Ferrar) e possiamo anche riconoscere lo strano oggetto sul mobile in alto a sinistra, il quadretto di fronte e il legno "intrecciato" di fronte alla finestra. Il film era una parodia pornografica della famosa serie Charlie's Angels.

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