Francesca - Film (2009)

Francesca, determinata ragazza rumena, trova lavoro a Milano come badante, ma a pochi giorni dalla partenza scopre che il suo ragazzo è implicato in un losco affare di soldi… (Neo)realismo rumeno, volto a minare pregiudizi diffusi, trova nella povertà dei mezzi un suo rigore formale: inquadrature fisse e lunghi piano sequenza catturano un quotidiano che avvizzisce tra squallore e violenza, precipitando nello svuotamento di senso. Ha il limite di percorrere una strada troppo battuta dal "cinema sociale" europeo (segnatamente francese), senza apportare nulla di sostanzialmente nuovo. Depressivo.

Una serie di inquadrature fisse, prevalentemente in interni, scene nelle quali Francesca comunica al padre, alla madre, al fidanzato, all'amico "critico di moda", la sua intenzione di trasferirsi in Italia. C'è un'aria di speranza, di trepidazione, e una sotterranea minaccia che si fa sempre più tangibile, più forte dei sogni di Francesca. Il viaggio della ragazza, infatti, termina appena iniziato: sembra legata con l'elastico ad una quotidianità fatta di misere sopraffazioni. Non scade nel patetico, ma è troppo poco per rendersi memorabile.

Francesca è una bella ed intraprendente ragazza rumena che insegue un sogno: trasferirsi in Italia per aprire un asilo per i bambini dei suoi connazionali. È una lavoratrice come tante, ma vive in una realtà dura, povera e squallida, una realtà nella quale darsi da fare onestamente è difficile. Il brutto guaio in cui il suo compagno si ritrova implicato le impedirà di raggiungere il suo obiettivo. Film a tratti lento ma schietto e per nulla banale. Forse se invece di considerare i rumeni tutti uguali, ci facessimo più domande su di loro...

Giovane rumena coraggiosa decide di trasferirsi in Italia ma incontrerà vari imprevisti sul suo cammino. Molto riflessivo sui rapporti e sui punti di vista tra italiani e rumeni, forse un po' breve ma di sicuro effetto sullo spettatore, ideale per scavalcare i luoghi comuni che persistono tra i due paesi. Buono e con un cast adeguato.

La storia è abbastanza bella e va in crescendo: tranche de vie minimale raccontata in sottrazione, scegliendo l’assenza di intermediazioni autorali. E quindi, camera fissa in scene dialogate. È questo il maggior difetto, perché per tenere l’inquadratura occorrerebbe un’amarezza ben maggiore, mentre qui c’è solo una vocazione naturalista, indirizzata a descrivere il sogno rumeno di un altrove (l’Italia) che attira e fa paura, irraggiungibile. Con una grande morale: la vera sfida è vivere qui, da dove si vuol fuggire. Importante ma debole.

Il sogno di una vita migliore per lasciare il malaffare della piccola politica, degli strozzini e della miseria locale rumena. Tentativo nobile raccontato senza enfasi, si lascia apprezzare per una onestà di fondo che non cerca scorciatoie. A tratti spezzettato oppure con lunghi dialoghi, non porta a parteggiare per la causa o a voler sapere come procederanno gli eventi: il decorso piatto si conclude come una sconfitta per la protagonista che si lascia intuire. Doppiaggio non eccelso.