A Londra nel 1939, un uomo e una donna intraprendono una relazione clandestina, finchè lei lo lascia senza un motivo apparente. L'uomo intraprende a questo punto una ricerca per conoscere i motivi del comportamento dell'amante. Tratto da un romanzo di Graham Green (La fine dell'avventura) Fine di una storia è un melodramma dai toni molto classici e dall'ottima realizzazione nella prima parte; nella seconda la sceneggiatura appare più debole e non adeguatamente sostenuta da Ralph Fiennes troppo cerebrale per il ruolo. Meglio la Moore.
Sentimento, desiderio, gelosia, conversione. Su questi quattro elementi ruota un film che parte con una recitazione dimessa che appiattisce i toni ma che poi recupera con una trama curiosa (incentrata su pochi personaggi ben delineati) e basata su un legame sentimentale intenso nella sua compostezza. I flashback sono ben inseriti e viene data un'aria sofisticata all'ambientazione. Brava e sensuale nei momenti erotici Julianne Moore. Delicate le musiche di Michael Nyman. ***
Il romanzo di Graham Greene trova una degna trasposizione cinematografica nel film di Neil Jordan. Pur tagliando in alcuni punti l’opera cartacea, il regista irlandese riesce a rendere bene lo spirito del romanzo e lo fa attraverso un film riuscito e ben fatto che si mantiene interessante dall’inizio alla fine. Buone le prove degli attori.
Graham Greene è scrittore solo apparentemente facile da trasporre al cinema, ricco com'è non solo di atmosfere spesso impalpabili ma anche di temi sovrapposti che vanno al di là del puro dispiegarsi degli eventi. Il film riesce però nell'impresa, rendendo bene il "mood" malinconico e stupìto del romanzo e, almeno in parte, la sua complessità pur mantendendo una narrazione incalzante, mai noiosa. Confezione ottima (fotografia, musiche). Bravo Fiennes, alter ego dell'autore, sublime la Moore alle prese con un personaggio complesso e sorprendente.
Lasciato dall'amante senza una parola di spiegazione, uno scrittore non si dà pace e giunge ad ingaggiare un investigatore privato per scoprire se lei ha un altro... Seconda trasposizione del bel romanzo semi-autobiografico di Greene, ne conserva il carattere a metà strada tra il sentimentale e l'intrigo giallo: l'enigma è tutto racchiuso nel cuore della protagonista interpretata da Moore, eccellente come già lo fu Kerr nello stesso ruolo, mentre tra l'amante geloso Fiennes ed il marito paziente Rea convince maggiormente la prova sommessa del secondo rispetto a quella un poco algida del primo.
Melodramma di bell'aspetto, ben interpretato e correttamente diretto, ma a conti fatti barboso e inefficace. L'insistita ostentazione di un portamento struggente, dall'invasività di musiche passionali (che non risparmiano nemmeno l'erotismo patinato) ai sovrappiù di scenari teatralmente piovosi, finisce per inficiare la genuinità del sentimento, lasciando una superficie pregiata a mascherare l'inerzia emozionale. Di per sé la love story tragica non conquista; più convincenti alcune considerazioni spirituali contenute nella cornice del "diario di odio". Peccato si limitino al finale.
MEMORABILE: La prima fatale uscita; L'esplosione e la morte apparente di Fiennes; Nella casa del prete; Il viso del bambino nel finale; L'ultimo dialogo con Dio.
Storia tratta da un romanzo di Green. Un pastiche in cui si trovano l'amore clandestino, la guerra, l'ateismo, la conversione religiosa, un paio di miracoli. Purtroppo il tutto accompagnato da una colonna sonora che è una continua sviolinata; protagonista maschile algido, la "peccatrice" che non sparge certo feromoni, prete belloccio, marito rassegnato. Tutto sommato il personaggio migliore è il detective privato che serve quasi da trait d'union nei vari passaggi. Flashback goffi che rendono a volte difficoltosa la comprensione. Difficile capire tante candidature a troppi premi.
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CuriositàDaniela • 2/01/20 21:29 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Soggetto dal romanzo omonimo di Graham Greene pubblicato nel 1951. Quella di Neil Jordan è la seconda trasposizione dopo "La fine dell'avventura" nel 1955, diretto da Edward Dmytryk e interpretato da Deborah Kerr e Van Johnson.
Il romanzo ha un carattere parzialmente autobiografico, in quanto lo scrittore rievoca indirettamente la sua travagliata relazione sentimentale con Catherine Walston, una donna sposata che a un certo punto interruppe ogni legame con lui per non compromettere definitivamente il proprio matrimonio.