Note: Aka "Fairy tale - Una fiaba". Presentato fuori concorso al 40° Torino film festival. Nei titoli di testa si avvisano gli spettatori che per realizzare il film non è stato usato "Deepfake" né alcuna intelligenza artificiale. Winston Churchill, Adolf Hitler, Benito Mussolini, Iosif Stalin appaiono in filmati d'archivio.
In uno scenario irreale (bianco e nero e 4/3) palesemente ricavato dalle celeberrime illustrazioni di Gustave Dorè per la "Divina Commedia" (debitamente citata dai protagonisti) si muovono tre dittatori e il leader dell'Inghilterra imperialista: Mussolini, Hitler, Stalin e Churchill. Nessun trucco, nessun aiuto dall'intelligenza artificiale, nessun "deepfake": solo filmati d'archivio applicati sui fondali in un bianco e nero che in qualche modo riesce a rendere i tratti quasi uniformi e dare al tutto un senso di buffo iperrealismo, accentuato da un doppiaggio che rigorosamente fa parlare i quattro nella rispettiva lingua d'origine. Tanto è vero che sembra...Leggi tutto nemmeno si capiscano, scambiandosi frasi sconnesse, slegate, che non vanno da nessuna parte a sottolineare l'insignificanza dei concetti espressi da populismi vacui.
Nessuno mantiene a lungo lo stesso vestito, la stessa espressione... i filmati provengono da decine di fonti diverse e Sokurov (che cita pure se stesso tra i dialoghi in un improvviso slancio metacinematografico) non si cura certo di modificarli per rendere simili o uniformi i suoi personaggi, che anzi - modificandosi di continuo - accrescono la sensazione di straniamento che pervade il film fino all'ultima scena. In un vociare confuso che spesso nemmeno serve seguire da quanto poco significhi (se non per caratterizzare superficialmente gli atteggiamenti tipici dei quattro leader), Mussolini accusa Stalin di vestire male, Hitler parla del proprio popolo glorificandone le qualità, Churchill si aggira con aria sorniona, Stalin ciancia di comunismo e si diverte a punzecchiare gli altri. Ma sono frasi sostanzialmente intercambiabili dette dai quattro che diventano talvolta otto, sedici, moltiplicandosi sulla scena senza che sia necessario spiegarne il motivo.
Non si segue un percorso logico; si trovano semmai alcune figure chiave (Napoleone, loro nume ispiratore) o elementi ricorrenti (l'immenso portone da cui si accederebbe al Paradiso) e si avvolge il tutto in una nebbia che sgrana costruzioni e sfondi di grande suggestione, che contribuiscono all'unicità della proposta. C'è tuttavia da rimarcare che, esaurita la spinta propulsiva data dalla creazione di un mondo fantastico in cui come fantasmi vagano i quattro (ma nelle prime sequenze compare anche Gesù, a discorrere con Stalin e Hitler...), l'assistere a sterili monologhi di scarsa rilevanza per un'ora e venti può risultare estremamente impegnativo. Parole che si perdono in un chiacchiericcio che si fa in breve cupa litania, troppo di rado rivitalizzata da qualche osservazione buffa, magnificata da disegni talora di spettacolare impatto grafico. Ma se l'impianto visivo e il grande lavoro sui filmati d'archivio offre all'occhio buon appagamento, è difficile sostenere a lungo il monologare talora sopvrapposto dei quattro leader. Se insomma l'idea era stimolante, a suo modo rivoluzionaria, esteticamente intrigante, la resa finale dell'insieme lascia straniti e insoddisfatti, poggiando su pretese intellettuali non associabili a una sceneggiatura in grado di sostenerle adeguatamente. Un esperimento interessante ma decisamente rivedibile...
In attesa del giudizio di Dio, Churcill, Stalin, Hitler e Mussolini (e non solo loro) passeggiano, discutono, si insultano, scherzano tra loro, arringano le folle... Incredibile film di Sokurov in cui il grande regista russo continua la sua esegesi del potere che qui, come altrove, viene anche messo alla berlina con tutta la sua fragilità e transitorietà. Il risultato è un'opera sorprendente, di grande fascino, complessa, impegnativa e incredibilmente densa di spunti per tutti i suoi ottantadue minuti. Le scenografie ricalcano il Dorè de "La Divina Commedia". Imperdibile.
Vero e proprio capolavoro in cui Sokurov analizza con ironoia e profondità (e soprattutto con un linguaggio originale) il Novecento europeo e i suoi grandi protagonisti. Hitler, Stalin, Churchill e il nostro Benito litigano, si appoggiamo, mostrano le loro debolezze e le loro crudeltà, il tutto con filmati d'archivio utilizzati in modo sorprendente. Da restare a bocca aperta.
Alle elucubrazioni dei dannati doc, qui decuplicati per l'occasione, fa da contraltare una regia innovativa sbalorditiva. Il film risente della trama scarna e dei dialoghi, ma stupisce per l'accuratissimo aspetto tecnico. In un'atmosfera sospesa, Sokurov avvolge i dannati storici (tutti tranne uno) le cui figure appaiono integre (per motivi di narrazione) in una babele di discorsi e divagazioni figli delle loro menti malate, al cospetto di un fiume di anime. Un'opera surreale all'insegna dell'attesa, perenne.
MEMORABILE: Napoleone (finalmente posizionato dove merita); Hitler seduto sul wc dai molteplici sciacquoni: geniale!
Come molte delle opere di Sokurov, da una buona concezione di partenza, lo svolgimento poi gira del tutto a vuoto, rivelandosi una estenuante "mattonata" intellettuale. Apprezzabile per il suo aver messo anche Churchill con gli altri suoi contemporanei e la scenografia che ricalca il Dorè. Storicamente però, non si discosta da una visione tipo da manuale di Storia della Seconda Guerra Mondiale, per le scuole medie e superiori. Visivamente valido.
MEMORABILE: Le disquisizioni sulle alte uniformi bianche da cerimonia; La grande porta di Dio; Hitler e i suoi giudizi premonitori; Churchill e il Duce due amici.
Aleksandr Sokurov HA DIRETTO ANCHE...
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