Cortile - Film (1955)

Un ragazzo scappato dal riformatorio stringe amicizia con un suonatore ambulante. Quando sarà accusato di furto... Un dramma come se ne facevano tanti in Italia in quel periodo, col ragazzo bravo ma ingenuo, sballottato dagli avvenimenti. Qui però c'è Eduardo che nobilita il tutto, con un'interpretazione buona e a tratti anche divertente. Fra i personaggi secondari poi c'è anche Peppino, che suscita qualche sorriso in un paio di scenette; nell'insieme è godibile.

Pellicola basata sulla figura di un quattordicenne problematico ma non di indole cattiva che, complice i suoi trascorsi non proprio di bucato, si ritrova accusato di furto. Il film, meladrammatico e di denuncia, avrebbe meritato una cura maggiore nei dettagli, invece appare niente più che un mero compitino anni '50, limitandosi a lasciare a Eduardo il compito di Grillo Parlante, coscienza e maestro di vita. Particina gustosa per Peppino, assolta con la consueta bravura, ma nel complesso il film si dimentica facilmente.

Retorico fino al midollo ma non malvagio, questo film. L'amicizia tra un ragazzino problematico e un adulto più saggio di lui è storia trita e ritrita, ma qui conserva una certa ingenuità e tenerezza che rende la pellicola degna di essere vista. Un'ora e mezza non buttata. Grandissimo Eduardo De Filippo in una parte non consueta ma che sembra tagliata su misura per lui.

L'ex direttore della Mostra del Cinema di Venezia dirige un melodramma dove è coinvolto il protagonista di Giochi proibiti, grande successo dell'epoca, e dove i temi della sceneggiata napoletana cari al produttore Misiano si mescolano con situazioni e elementi che ricordano "I ragazzi della via Paal", pure quello all'epoca in grande spolvero (libro e film). La fuga del ragazzo dal riformatorio è diretta con grande senso dello spettacolo, ma tutto il film si fa guardare.