La domestica Emily si è appena fatta il bagno e l'acqua, con un piccolo vortice, scorre nel buco della vasca (un altro regista poi riprenderà questa inquadratura); lo scrittore fallito Byrne ode il rumore dello scarico e si trasforma in "Mr Hyde". Il fiume scorre davanti alla casa suscettibile solo alle maree e porta a galla segreti dai lunghi capelli biondi fluttuanti e argentei riflessi di pesci che balzano. Un giallo-noir molto teso, una fotografia superba negli esterni e negli interni. Ottima la regia di Lang e bravi attori misconosciuti. Da vedere.
MEMORABILE: Emily scende le scale in vestaglia e sono inquadrate le bianche ginocchia che spuntano. Eros alle stelle.
Bel noir firmato Lang, attraversato da una forte carica sensuale, da una vena onirica che improvvisamente irrompe nella realtà e da una notevole tensione narrativa che cresce col passare della storia nonostante una certa sua prevedibilità ed un pò di calo nella parte finale che appare forse troppo teatrale. Ottimo da un punto di vista tecnico: in particolar modo la fotografia che conserva ancora echi di stampo espressionista.
Film cupo, dagli ambienti ossessivi (la casa sempre al buio, il fiume infido) e dalla storia spietata, in cui l’assassino si fa aiutare dal fratello buono, che così viene creduto colpevole. Da una parte la squallida malvagità di un meschino egoista, che sa sfruttare cinicamente il suo delitto, dall’altra l’incapacità dell’altruista di rinunciare al sentimento fraterno per la giustizia. Un bel thriller sull’ambiguità di male e bene, essenziale (pochi elementi ben valorizzati), immerso in un’atmosfera malata, lercia e umida come il fiume.
Ottimo dramma-thriller con probabilmente il villian più meschino e detestabile del genere. Favolosa interpretazione di Louis Hayward che sprizza malvagità da ogni poro e gode sadicamente di ognuna delle sue malefatte in modo quasi inquietante. Grande momento di cinema la discesa della serva dalle scale, involontaria demone tentatrice per il diabolico protagonista. Da vedere.
Paradigmatico del far di necessità economica virtù cinematografica, che divenne il motto operandi del Lang hollywoodiano. Stretto nelle acque basse del budget Republic, il Maestro tedesco agita la geometrica onda del suo stile cinico e pessimistico restituendoci il sadico ritratto di uno dei villain più laidi, opportunisti e senza scrupoli del noir. Hayward, ambizioso scribacchino dominato da uno sfrenato impulso erotico, è un M insano, senza alibi, scampo o redenzione, capace di passar sopra il cadavere di mogli, fratelli zoppi ed eteree camerierine.
La storia ruota attorno alla differenza tra due fratelli: tanto è senza scrupoli uno quanto caritatevole l'altro. Un continuo oscillare fra bene e male, quindi, ripropone l'eterno dualismo umano che si perde nella notte dei tempi. Cinematograficamente Lang si distingue come al solito, seppure la pellicola appaia invecchiata e di sapore "ottocentesco". Dettagli ossessivi si insinuano in una trama folle, inaspettata, a volte un po' troppo artificiosa.
Fritz Lang si addentra - con ottimi attori, fornito di sceneggiatura da azione nitida e pregevole fotografia espressionista - in una cupa spirale di desiderio (erotico e di fama personale) che condurrà prima al delitto, poi alla conclamazione inesorabile e tragica della follia. Siamo sulla riva di un fiume nero, carico di presagi e vapori oscuri; qui le ombre e il buio, gli interni ambigui della casa, le espressioni di Louis Hayward formeranno un'inquieta congiunzione astrale, da cinema imperdibile. Lode ai doppiatori italiani.
L'assenza di stelle nel cast e il budget limitato potrebbero farlo sembrare un Lang minore, ma non è così: il regista non rinuncia ai temi a lui più cari e costruisce un giallo/noir carico di tensione e morbosa sensualità attorno ad un protagonista di rara bastardaggine che rende subdolamente complice del proprio delitto il fratello, cerca poi di farne ricadere la colpa su di lui e persino di guadagnarci sopra. La prima parte sfiora la perfezione, la seconda accusa qualche cedimento e una discesa nella follia che non si sposa benissimo con quanto visto fin lì. Ottime interpretazioni.
La marea tende a fare brutti scherzi, come mettere nuovamente l'assassino davanti al fattaccio compiuto. Il bianco e nero aiuta molto questa pellicola, dandole quell'aria sinistra nei momenti di tensione. Certo, le rughe del tempo qui si vedono; e il finale disequilibra (volendo per forza colpire) una sporca vicenda, che aveva nello scrittore viscido e senz'anima il fulcro, non dimenticando però chi gli ruotava attorno, in primis il fratello zoppo, seguito dalla vendicativa governante (il processo) e dalla povera moglie parafulmine. Non male e meritevole di un'occhiata.
MEMORABILE: L'ossessiva ricerca in barca (i capelli); La governante sbrocca; "Non mi interessa l'opinione di mio fratello, è un bottegaio e lo resterà sempre".
Dopo aver ucciso involontariamente una domestica, uno scrittore convince il fratello ad aiutarlo nello sbarazzarsi del corpo gettandolo nel fiume, ma la bassa marea fa brutti scherzi... Meno noto di altri film girati dal regista durante la trasferta americana ma meritevole di riscoperta come thriller cupo e insinuante, che pone al centro dell'intrigo la complicità tra i due fratelli: l'assassino ricorre all'inganno per ottenerla, l'altro la subisce forzando la sua natura onesta per non danneggiare la cognata che segretamente ama. Buona la resa dell'atmosfera torbida, efficace il cast.
MEMORABILE: La discesa dalle scale della domestica; I capelli della morta che galleggiano sulla superficie dell'acqua dopo la rottura del sacco.
Scrittore in crisi commette un omicidio. Noir sulla sporcizia dell’anima (come l’opinione pubblica) al quale si aggiunge la metafora del fiume avvelenato che giostra gli eventi. Il clima è di sospetto, anche se la parte migliore è il lato bieco del protagonista, pronto ad approfittare per la fama. Lang dà piccoli accenni di suspense e morbosità all’inizio, poi diviene più lineare col processo in aula. I modi matrimoniali risultano teatrali e il finale è un po’ tirato. Discreta fotografia cupa per le fasi notturne.
MEMORABILE: La carcassa nel fiume; I balli come alibi; Il sacco riemerso; Il fantasma nella tenda.
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