Serie robotica con il solito orfano chiamato a guidare un gigantesco eroe metallico per salvare la Terra minacciata da malvagi alieni. La particolarità è che il robot, costruito con “metallo vivente”, parla (in italiano con la voce di Mimmo Palmara) ed è dotato di sentimenti umani: lo vediamo così interagire sia con il suo piccolo pilota che con i nemici. Animazione disceta, finale drammatico.
Serie animata con robottone umanizzato (nato da metallo vivente, che si trova solo sul pianeta Kantaros), che in simbiosi con il piccolo Charlie combatterà i tremendi Blasters (alieni). Si tratta di un cartone meno incisivo e coinvolgente di altre Giapposerie di quegli anni, nonostante il rapporto robot-bambino sia comunque piuttosto approfondito. Pecca un po' nei combattimenti e nella troppa linearità della narrazione, senza particolari e interessanti svolte, a parte il finale coraggioso, che gli fa riguadagnare qualche punto. Comunque, non male.
MEMORABILE: I Blasters, ossigenovogliosi. "Ma noi che siamo uomini, difenderemo la libertà" dice la sigla. Peccato che siano un bambino e un robot a combattere.
Un anime robotico che, da anni, è assente in tv. Il protagonista è un bimbo, metà alieno e metà umano, di nome Charlie, che, assieme al suo robot di metallo, Astroganga, affronta i perfidi Blasterr che vogliono invadere la Terra. A differenza degli altri robot, Astroganga non ha armi, può solo contare sulla sua forza. L'edizione italiana americannizza i nomi dei protagonisti giapponesi, il già citato Charlie, la piccola Cindy, amichetta di Charlie e il maggiore Bronson, padre di Cindy.
MEMORABILE: La falsa madre di Charlie, una Blasterr, che, in una dele prime puntate, riusciva a rapire il bimbo e a svelare ai suoi capi il segreto di Ganga.
Impazzava ai tempi delle prime tv private, ora resta un emblema di quei momenti, soprattutto per chi ha goduto degli anime imperanti a tema robotico. Qui ci si avvicina alla simbiosi uomo-macchina, che ha sempre affascinato l'uomo e regala la figura di un robottone sapiens che usa soltanto le sue potenzialità individuali per fronteggiare i nemici di turno. I disegni sono coloratissimi, l'animazione discreta e i messaggi lanciati attraverso i vari episodi sempreverdi. Recupero d'uopo per aficionados.
Un robot che non ha armi, dotato di grande umanità e che combatte per lo più coi pugni potrebbe destare ilarità. Certamente questo tipo di produzione si rivolgeva prettamente ai bambini, ma la semplicità della storia unita al rigore della logica si traduceva in una produzione pulita e per certi versi disarmante. Nostalgico.
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Discussione124c • 22/09/09 16:15 Contatti col mondo - 5193 interventi
Il trailer di "Astroganga" è la sigla completa italiana, firmata dai Galaxy Group.