Arthème è un uomo disincantato che suona tutto il giorno il suo clarinetto combinandone di tutti i colori. Finirà per rimanere con lo strumento incastrato nella bocca e cercherà di farsi aiutare con effetti disastrosi. Cortometraggio divertente che si avvale della buona interpretazione di Ernest Servaès, qui anche alla regia, che ci regala un personaggio strampalato e imprevedibile che con la sua aria scanzonata e provocatoria combina un sacco di guai. I quattro minuti passano velocemente tra una gag e l'altra e la scena con la risoluzione dell'impiccio, seppur scontata, è azzeccata.
Grazioso, specialmente perché un po’ folle, cortometraggio con Arthème, che prima infastidisce tutti sonando ovunque l'amato clarinetto, fino a quando esso, per un incidente dovuto a un armadio, gli trapassa il cranio, senza problemi fisici apparenti. Quanto accade da allora in poi è divertente, trovando il suo punto migliore quando il problema viene finalmente risolto. Nella sua ridanciana follia, ha momenti buoni, anche perché riesce talora a sorprendere.
Simpatico corto con protagonista Arthème che, dopo un inizio non particolarmente interessante, entra nel vivo dopo che il "nostro" distrae col suo clarinetto alcuni lavoratori che stanno issando un armadio; la conseguenza è che l'armadio stesso cade su Arthème e il suo clarinetto gli infilza la testa. Tutto ciò che succede dopo ha il sapore di un umorismo un po' folle e non scontato, elevando il livello del lavoro. Un prodotto simpatico che vale la visione.
Simpatico cortometraggio che nei suoi appena quattro minuti di durata gode di buoni ritmi, inanellando una trovata dietro l'altra. Le scene sono ben costruite e il divertimento è assicurato, si ride, grazie a momenti davvero riusciti e, almeno in un caso, sorprendenti. Quando azzecca le gag, Servaes raggiunge livelli migliori della media di prodotti coevi, suoi e di altri registi dell'epoca.
L’uomo-clarinetto è un’invenzione tanto bizzarra quanto efficace: il nostro protagonista si ritrova lo strumento conficcato nel cranio, cosa che comporta non solo tentativi non riusciti di estrazione ma anche espedienti di utilizzo. A ben pensarci, la strampalata idea comica avrebbe potuto svilupparsi con tante altre gag sempre più strambe, ma la durata necessariamente breve riesce a restituirci comunque una pellicola piuttosto spiritosa, pre-dadaista, che impone la figura iconica di un personaggio potenzialmente a sviluppo seriale.
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DiscussionePinhead80 • 11/03/24 09:17 Controllo di gestione - 356 interventi