Note: Coerentemente, l'uscita di questo "film" in dvd non ha più come titolo Anplagghed al cinema ma... "Anplagghed in dvd". Con Aldo, Giovanni e Giacomo.
Approfondimenti e articoli su Anplagghed al cinema
Dopo la tiepida accoglienza riservata ai loro ultimi lungometraggi (LA LEGGENDA DI AL JOHN & JACK e TU LA CONOSCI CLAUDIA?), Aldo Giovanni & Giacomo tentano di recuperare consensi proponendosi nella veste che tradizionalmente convince - nel loro caso - critica e pubblico. Così, lasciando temporaneamente il cinema classico, i tre portano sul grande schermo il loro celebrato spettacolo teatrale che nel 2006 ha fatto registrare un po' ovunque il tutto esaurito. L'unica concessione all'artificio filmico è una resa tridimensionalizzata...Leggi tutto delle belle scenografie metropolitane che fungono da intervallo tra uno sketch e l'altro. Dopo un breve intro con i nostri nei ruoli di tre alieni (più una) alle prese con gag prevedibili e di qualità generalmente deludente, si parte col primo sketch, in coda allo sportello del bancomat. Aldo dimentica il codice, Giacomo in attesa lo insulta, Giovanni arriva in piena tenuta punk riproponendo la classica gag dei cani al guinzaglio (rigido). Si ride, ma ancora meglio è la scenetta alla galleria d'arte moderna (un classico), con Giacomo a illustrare le opere agli altri due ignorantoni. Con lo sketch del vigile (Aldo tenta il furto di una Vespa, Giovanni da lontano lo vede e arriva Giacomo/vigile) si raggiunge il top, con un Giovanni strepitoso (memorabile quando racconta del suo gatto da 74 Kg). Ancora Giovanni con Aldo si cimentano poi con un bungee jumping da un palazzo di trenta piani (o meglio 10 foot, o 20 yarde) e si ride ancora (Giacomo rispolvera il suo nonnino), mentre lo sketch del terremoto è il più urlato e meno riuscito di tutti.
Le volgarità hanno sempre fatto ridere e nei film comici italiani sono sempre più presenti. Quello che rende particolare il trio Aldo, Giovanni e Giacomo è saper far ridere senza ricorrervi. La scena in cui Giovanni racconta del gatto gigante con le zampe corte che volendo può essere usato anche per giocare a curling mi ha provocato una crisi di riso irrefrenabile. Da vedere.
Spettacolo dei tre con alti e bassi. La gag ispirata a Star Trek è abbastanza penosa, a parte un paio di battute. Al bancomat invece, il trio si riscatta parzialmente (c’è anche una spalla femminile, appena decente). Il migliore è Giovanni, che fa l’ubriaco baraccato con cani. Al museo, con descrizione delle opere, il trio può esprimersi a buoni livelli, anche se la scenetta è un po’ troppo lunga. Nella scena con Giacomo vigile, i dialoghi sono spiritosi (peccato per il finale). Si riciclano un po’, ma il talento li aiuta. Niente male.
MEMORABILE: Giacomo, al bancomat, osserva i deficienti che lo circondano e si domanda: "Ma sarà colpa delle polveri sottili?".
Il teatro è sempre stato il terreno migliore per la comicità surreale del trio, ma Anplagghed sembra una copia sbiadita dei precedenti spettacoli e si avverte una mancanza di idee e ispirazione preoccupante. Le battute che lasciano il segno sono poche e gli schetch si trascinano stancamente, molti personaggi sono anonimi o riciclati e la Fallisi si dimostra una palla al piede, per il trio. Si ha l’impressione di un prodotto nato in fretta solo per riempire il vuoto dato dalla mancanza di un loro film "di Natale".
Davvero non male. Nonostante gli anni siano passati (e si vede dalle deludenti performance cinematografiche del trio), finalmente a teatro il gruppo riprende il brio dei bei vecchi tempi andati. Certo mancano la Massironi e la Fallisi (moglie di Aldo) la sostituisce in modo sufficiente, ma episodi come quelli del museo, il bancomat e il terremoto sono fantastici. Peccato per alcuni sketch non inseriti nel "film" come quelli di Caterina ma montati a parte come extra nell'edizione dvd.
Divertente, anche se poco utile o significativa, ripresa di uno spettacolo teatrale da mandare su grande schermo. Posto che di valori filmici non ce ne sono e che l'opportunità dell'operazione è quantomeno discutibile, resta una verve acuta nelle gag, uno sguardo sul mondo interessante e quel ritmo e freschezza che a volte il cinema gli toglie.
Se il livello cinematografico delle performances di Aldo, Giovanni e Giacomo rimane altalenante e non sempre impeccabile, le loro prove teatrali sono sempre godibili e dimostrano che lo spettacolo dal vivo rimane la naturale collocazione dei tre comici. L'idea di riproporre nelle sale questo Anplagghed è pertanto vincente benchè la prova dal vivo rimanga insuperabile. Chi non ha potuto assistere al loro spettacolo teatrale troverà modo di apprezzare una comicità ancora fresca nonostante gli anni e ricca di riferimenti all'attualità.
Non c’è bisogno di spiegare perché azioni teatrali, portate fuori dal locale più acconcio, qualcosa mantengano, ma qualcosa perdano (basti citare l’episodio sismico, nel quale il meccanismo iterativo non funziona). Indiscutibili la bravura e la capacità degli interpreti. Qualcosa, a dirla tutta, non è di prima generazione: la gag della sedia-scultura, già cavallo di battaglia Vianello-Mondaini, è stata sceneggiata dal primo pure ne La schiava..., le portierate all’infermo sono vecchie almeno quanto Perfect Day di Laurel e Hardy, eccetera: **½
È un ritorno alle origini: il teatro-cabaret, dove il trio, aldilà della qualità umoristica delle gag (nuove o riciclate che siano) dimostra di essere ancora a pieno agio e sono proprio le interpretazioni teatrali a regalare qualcosa di loro che nei film è stato sostuito con le rigide regole cinematografiche. Si ride di gusto, anche per via dell'effetto palco davanti al pubblico e contribuiscono in un'ottima confezione le scenografie animate (vedi come è fatto bene l'inseguimento in vespa).
MEMORABILE: La faccenda del rene alla premiazione finale.
Aldo Giovanni e Giacomo portano sullo schermo un loro spettacolo teatrale e se ciò cinematograficamente non genera certo un capolavoro bisogna ammettere che è comunque fonte di gran divertimento per la platea. Non tutto è originalissimo e alcune scenette sono un po' sottotono, però l'insieme funziona bene e in alcuni momenti è praticamente impossibile trattenere la risata. I fans del trio non possono non vederlo.
Presentata un po' ruffianamente come dono natalizio ai propri fans, la ripresa di un fortunato spettacolo teatrale conferma, dopo il modesto Tu la conosci Claudia?, la situazione di impasse in cui si è impantanato il trio dopo i promettenti esordi cinematografici: prive dell'effetto garantito dal coinvolgimento dal vivo, molte gags risultano vecchie come il cucco oppure riciclate da tempi migliori, con poche occasioni di divertimento inedite. I tre sono sempre simpatici, ma stanno raschiando il fondo della pentola...
Per me Anplagghed fu la prima, pur parziale, delusione dopo anni di risate. Che i tre al cinema fossero in leggera ma costante flessione era chiaro, ma nel loro formato ideale, ovvero il breve sketch teatrale, sembravano ancora imbattibili. Qui invece qualcosa funziona meno di prima, alcune gag paiono allungate ad arte e ormai alcuni personaggi sanno troppo di già visto (Giacomo che fa il nonno...). Insomma, si ride qua e là ma nulla a che vedere con gli spettacoli precedenti.
MEMORABILE: Giovanni versione punk; tutta la scena del bancomat.
Ennesima dimostrazione che gli spunti più interessanti del Trio scaturiscono dalle loro performance teatrali; certo Tel chi el telùn era tutt'altra cosa e le gag erano quasi tutte ben fatte, invece con "Anplagghed" si notano certe forzature e solo qualche episodio si può definire ben riuscito (vedi "Galleria d'arte moderna"). La mancanza della Massironi è un duro colpo per il trio e l'inadeguatezza della Fallisi è lapalissiana.
MEMORABILE: Aldo: "Fistalloni insieme a Gogard, Jocelyn a quella corrente del destrutturalismo". Giovanni: "Eh sì, corrente alternata!".
Rivedere il trio comico per eccellenza di nuovo insieme, nell'ormai lontano 2006, fu per molti fan molto più che un'amara sorpresa: ridotti al lumicino di stelle tramontate, non solo i tre riescono a malapena a infilare una trovata comica degna di nota, ma si perdono tra migliaglia di orpelli circensi, quasi funambolici, che non fanno altro che palesare ancor di più la disarmante mancanza di idee alla base dell'intero spettacolo. Si ride un po' giusto allo sketch del bancomat. La Fallisi continua a far rimpiangere la mitica Marina Massironi.
MEMORABILE: Lo sketch della fila al bancomat: "Scusi, ma lei sta scrivendo Guerra e pace?!?"
Aldo, Giovanni e Giacomo tornano a portare il cinema a teatro con una serie di sketch comici dall'alterna riuscita. Il trio di attori beneficia anche del supporto femminile della Fallisi che si sostituisce alla più scafata Massironi. Il teatro, forse più del cinema, è la dimensione giusta per questi comici, che riescono a gestire meglio i tempi e quindi i racconti. I tre funzionano quando sono tutti insieme e combinano guai (la scena al museo lo dimostra). Il repertorio comunque è sempre lo stesso.
Per i tre l'apice è alle spalle, ma questo spettacolo nel complesso non è affatto male. Lo sketch del bancomat è fenomenale e il più riuscito, seguito da quello ambientato al museo, pure molto gradevole. Rispetto a Tel chi el telùn il livello è calato, complice anche l'assenza della fidata Massironi, rimpiazzata da una Fallisi solo sufficiente. Certi sketch sono forzati, in altri invece si attinge al consolidato repertorio. Malgrado la fisiologica flessione comica, è comunque un pregio l'assenza di volgarità. Da appassionato do tre pallini.
Altro ottimo risultato teatrale per il trio comico. Il primo sketch non è granché, ma le parti al bancomat, alla galleria d'arte e in cima al palazzo (con Giacomo in versione vecchietto) rientrano di default tra i grandi sketch dei tre comici. Passano gli anni ma c'è sempre grande intesa di gruppo, ed è questa la chiave del successo. Cala nell'ultima parte.
MEMORABILE: In galleria d'arte: "Perché porti con te schiuma da barba?", "Metti che incontro una ragazza...", "E cosa le fai, la barba?".
Sufficiente ma il trio lo si ricorda per ben altri spettacoli/film. Si lascia vedere ma praticamente solo un personaggio fa davvero ridere: Giovanni versione punk. Tel chi el telun, per esempio, che ha pure la stessa regia, è davvero su un altro pianeta. Vedibile, scenograficamente curato, simpatico, ma francamente nulla di che.
MEMORABILE: Giovanni vestito da punk: c'è davvero da morire dal ridere.
Quando non ti aspetti più niente poco è già qualcosa. Punto più alto la galleria d'arte moderna (il concetto di sedialità è di diritto fra i classici), ma anche il bancomat non è male. Alcune gag sono un po' annacquate (il bungee jumping, la partita a carte) e altre inutili (Star Trek, gli spacciatori) ma nel complesso ci si diverte ancora abbastanza, soprattutto se si pensa che il lavoro successivo sarà l'imbarazzante Cosmo sul comò. Spassosi anche gli errori, specie quelli del poker. La Gialappa's collaborò ai testi.
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Ho il cofanetto a doppio dvd edito da Rizzoli, con relativo libro.
Disco 1: Lo spettacolo
Formato: 1.85:1
Durata: 1h35m12s
Audio: Italiano 5.1 e 2.0
Sottotitoli: Italiano
Extra Sketch tagliati: Zia Caterina, Coca, Poker, Oscar.
Disco 2: Tutto extra
Backstage,Prove: durata 43m72s
Audio: Italiano 2.0
Libro: Tutte le battute dello spettacolo, intervista ad Aldo, Giovanni e Giacomo, e Arturo Brachetti.