Non uno spettacolo all'insegna dell'originalità né che si segnali per alcun passo avanti rispetto al passato; ma d'altra parte la forza di Aldo Giovanni e Giacomo non è mai stata quella. La longevità del loro successo sta da sempre nell'affiatamento, con i tre caratteri diversi e ben definiti, capaci di sincronie comiche che solo la ripetizione di un cliché può dare. Vantaggi e svantaggi di una formula, quindi, qui racchiusa in quattro lunghi sketch intervallati da alcuni "dietro le quinte" proiettati su un grande schermo costruito sulla sagoma del grande camion con cui i tre entrano in scena. Dopo un'introduzione che ha il compito di spiegare scherzosamente il significato del titolo "Ammutta...Leggi tutto muddica", derivato dal dialetto siciliano e traducibile in milanese con "dis-ciulati", parte la prima scenetta, con i tre in versione "sportiva": allenamento e partecipazione a una maratona presa molto... sottogamba. Anche per colpa di Giacomo, decisamente quello meno in forma dal punto di vista fisico, pronto ad attaccare Aldo ad ogni sottolineatura della sua scarsa condizione atletica. Un buon inizio dopotutto, per quanto Giacomo ecceda un po' con le offese reiterate all'amico dando vita a un tormentone non del tutto riuscito. Il secondo sketch vede i tre legati e imbavagliati negli scantinati di Equitalia, in attesa di un probabile processo sommario: vaghi spunti satirici e un Aldo decisamente sugli scudi forte di uno dei suoi cavalli di battaglia, l'interpretazione dei biasicamenti di Giacomo, unico rimasto imbavagliato e, sembra, in vena di comunicare. Lo sketch lo fanno soprattutto Aldo e Giovanni e può essere considerato il più riuscito dello spettacolo. Non sarebbe male nemmeno il successivo, con Aldo che decide di farsi tatuare e si reca nella bottega di Giovanni, specialista del campo assistito da un Giacomo anestesista maldestro. Si comincia bene, ma il troppo spazio lasciato all'inserviente cinese rallenta i ritmi: interventi ripetuti e ripetitivi giocati su vetusti giochi di pronuncia, mentre anche le operazioni sul corpo di Aldo finiscono col mostrare presto la corda. Si chiude in ospedale, con lo sketch dei due disgraziati a cui si aggiunge un ricco amministratore delegato (Giacomo) lì per un semplice check-up. Ancora una volta i troppi interventi femminili, oltremodo grotteschi e sopra le righe (l'infermiera russa grassa e invadente) offuscano talvolta il lavoro comico dei tre, che comunque sembrano qui ricalcare gag davvero straviste aggiungendo poco. Fortunatamente l'alchimia che fa dei tre un gruppo a suo modo unico, al di là della puerilità a volte imbarazzante di alcune battute, permette comunque di seguire lo spettacolo col sorriso, e non è cosa da poco.
Inevitabile il confronto con gli spettacoli passati; la memoria è ancora fresca nonostante siano passati una quindicina d'anni o forse più. Altra freschezza d'idee, altro ritmo, Aldo in particolare appare meno effervescente, la Fallisi è frizzante ma non è la Massironi. Comunque si sorride, anche se alcune battute sono telefonate... d'altronde il tempo passa per tutti e il trio conferma il proprio umorismo garbato. Di questi tempi, considerato di chi si deve accontentare anche il Sistina, non è poco...
Non brutto, ma ben lontano dai migliori spettacoli del trio. Qua e là si ride anche (ho trovato divertente lo sketch della preparazione atletica e della conseguente maratona, per esempio), ma nel complesso è uno spettacolo ove i tre ripetono se stessi all'infinito (ed è anche normale dopo anni e anni di successi). Sempre simpatici i siparietti dei vecchietti, ma non supera i due pallini (I corti erano di altro livello!).
Onestamente non dico sia da gettare, ma dagli esilaranti albori del trio siamo lontani anni luce. I tre si destreggiano bene sul palco, ma sembrano accusare una certa mancanza di spunti, come se avessero le polveri bagnate. La Fallisi, purtroppo, rallenta ulteriormente il ritmo finendo per risultare quasi fastidiosa, suo malgrado. Lo sketch, per quanto non memorabile, che prediligo è quello dei tre vecchietti alle poste. Mediocre.
Lontani dalla genialità de I corti, ma anche dalla freschezza di Tel chi el telùn, questo nuovo lavoro teatrale si attesta più o meno sul livello di Anplagghed, con gag riuscite a fasi alterne. La più efficace è senz'altro quella degli artificieri con Giacomo-robot, mentre la Fallisi dà il meglio di sé nei panni dell'infermiera dell'est. L'impressione generale è che l'ispirazione sia finita: tutto quello che si vede ha un aspetto polveroso e talvolta pure trasandato. Meglio riguardarsi i vecchi show.
Qualche cameo, qualche riproposizione di sketch passati (Pdor), uso/abuso della Fallisi (simpatica e trasformista, ma si potevan chiamare anche altri attori/attrici), ma il trio è comunque molto in forma e diverte come sempre. Scenografie nella media, qualche idea (i vecchietti sterotipati non sono male), valida recitazione generale e Brachetti risulta bravo quasi come nei lavori passati. Tutto si vede senza noia e con piacere. Uno dei lavori ancora buoni prima del declino dei famosi comici.
MEMORABILE: Giacomo che, quando fa il nobile (Ospedale) e il robot (Gli artificieri), è particolarmente divertente; I modi di fare di Giovanni e Aldo.
Giacomo Poretti HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneDaniela • 19/11/13 18:37 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Galbo ebbe a dire: Credevo che lo spettacolo fosse identico
in pratica credo che lo sia per quanto riguarda lo spettacolo in questione ma, almeno stando a quanto promesso in qualche locandina, il film dovrebbe contenere 30 minuti di contenuti inediti
DiscussioneZender • 19/11/13 18:43 Capo scrivano - 47726 interventi
Uno è lo spettacolo teatrale, l'altro il film andato nelle sale. Chiaramente il contenuto è molto simile, ma non essendo lo stesso show e nemmeno lo stesso tipo di prodotto van considerate due cose diverse. In più si parla anche di 30 minuti inediti per l'appunto...
DiscussioneRaremirko • 16/01/17 18:12 Call center Davinotti - 3862 interventi