Baby - Film (2020)

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Tutti i commenti e le recensioni di Baby

TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/03/22 DAL BENEMERITO LUPUS73
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Lupus73 6/03/22 16:11 - 1605 commenti

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Madre tossicodipendente vende suo figlio, poi si pente, va a recuperarla in una sordida casa nel bosco trovandosi di fronte una situazione surreale. Pellicola con sonoro ma muta, con totale assenza di dialoghi per tutta la durata, profondamente allegorica, ermetica, introspettiva e introiettiva, in cui la realtà non è sempre reale e razionale, fatta di figure grottesche (quasi circensi, o felliniane) e squallide. Non è semplice interpretare quello che la regia vuole comunicare, e probabilmente appartiene più alla sfera delle sensazioni; ma l'arte tout court spesso lascia del vuoto.

Teddy 6/04/22 03:44 - 1114 commenti

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L’inesorabile baluardo dell’ambizione spesso gioca brutti scherzi; come nel caso del film di Ulloa, obbligato a fare i conti con simbolismi, astruserie e paradossi senza fine. Una passerella di macro-situazioni forse costruite con finalità psico-antropologiche ma dal risultato scostante e poco più che decorativo. Intermezzi musicali tediosi e 99 minuti che avrebbero tranquillamente potuto risolversi in mezz’ora.

Daniela 8/04/23 23:52 - 13288 commenti

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Incapace di prendersene cura, una giovane tossica cede il figlio neonato a una donna che traffica in bambini. Pentita, cerca di recuperarlo ma sarà difficile perché la strega vive insieme a due tizie strambe in una grande casa isolata piena di insiedie... Film dalle palesi ambizioni autoriali, privo di dialoghi e con qualche momento visivamente suggestivo in chiave entomologico/greenawayiana ma tanto fitto di simboli, metafore e allegorie che vanno dal banale (il cavallo) all'astruso (la pelle cangiante) da far ben presto mutare l'iniziale interesse in perplessità e noia. Fuffoso.
MEMORABILE: La sequenza iniziale del parto alternata a riprese naturalistiche.

Mco 5/02/25 03:08 - 2410 commenti

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Un film che sfugge abilmente ed elegantemente a una classificazione tassonomica, un film che si tramuta in favola dalla morale incerta, un film che non abbisogna di parole per imprimere concetti. L'abbandono, la solitudine e l'incapacità iniziale di rapportarsi con una nuova vita che non sia la propria supportano la silente diegesi imbastita da Ulloa, il quale veste di sentimenti contrastanti la protagonista Rosie Day, tanto impaurita quanto curiosa di sfidare i suoi limiti. Un'esperienza differente che dura un po' più di un'ora e mezza, divisiva ma incisiva. Ottime le musiche.
MEMORABILE: I ragni; Lo scambio furtivo tra la Day e la pusher.

Buiomega71 12/04/25 01:01 - 3109 commenti

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Meraviglia da estasi intrisa di musica, natura, marciume e degrado in cui Ulloa si balocca arrabalianamente in un Suspiria come lo vedrebbe Raoul Ruiz o un Manoel de Oliveira, tra squallida miseria (tutto l'inizio alle prese con la dose), vomito, ragazzine zoppe che urinano, ragni, topi, cavalli bianchi, fauna e flora che abbaglia nella sua tersa bellezza, contrapposta al decadimento putrescente dell'antro delle "streghe", fatto di bambole impolverate e soffocante necrosi. Fiaba nerissima e cangiante, che si sposta dai fratelli Grimm ai barocchi bagliori surrealisti jodorowskiani.
MEMORABILE: Il topo nella trappola; Le fragole; Il neonato morto ricoperto di ghiaccio; Gli altarini cristologici; La bruta bionda e la fionda; Il latte materno.

Dave hill 26/04/25 00:17 - 427 commenti

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Favola surrealista ed ecologista, banale nel simbolismo e indecisa nel messaggio sul valore inestimabile (le banconote a mollo nel lago) della maternità: pro o contro quella surrogata? Squarci pittorici, cieli immensi e piccoli insetti, vomito e fragole, alcool e sangue mestruale, solitudine/morte e ritrovato senso di maternità/vita. Trama derisa da scelte inverosimili e personaggi criptici ma in fondo superflua come i dialoghi, invero azzerati: parlano le immagini. Alcune ricorrenti come il ragno, la cicogna, il cavallo bianco e le terga di Rosie Day. Sicuramente da vedere.
MEMORABILE: La vistosa parrucca albina; Il pianto della matriarca sulla tomba; L'allattamento.

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  • Discussione Buiomega71 • 12/04/25 10:19
    Consigliere - 27173 interventi
    Meraviglia da estasi intrisa di musica, natura, marciume e degrado in cui Ulloa si balocca arrabalianamente in un Suspiria come lo vedrebbe Raoul Ruiz o un Manoel de Oliveira, tra squallida miseria (tutto l'inizio, disturbante  parto solitario modello Grace compreso, alle prese con la dose, la spacciatrice col cane, le crisi di nevrastenia, nell'appartamento sporco tra bottiglie di alcool e fotografie del passato), vomito, ragazzine zoppe che urinano, si vestono con ali di angioletto o si tolgono le scarpette dorate oltre l'arcobaleno,  ragni dal dorso giallo che tessono ragnatele e imbozzolano le proprie prede, topi che pasteggiano (o presi nella trappola), cavalli bianchi, corvi, falchi, cicogne, scarafaggi, farfalle dove la fauna e la flora abbaglia nella sua tersa bellezza, contrapposta al decadimento putrescente dell'antro delle "streghe", fatto di bambole impolverate, vecchiume olezzante, fragole e soffocante necrosi, casa trappola dove si perde una madre disperata (e tossica), coi collant rotti e sudici,  per riprendersi la sua bambina dopo che l'ha venduta per soldi (l'affitto, e la droga soprattutto).

    Dimora malefica e marcia dove nascondersi per tutto il tempo da tre possibili streghe dall'istituzione matriarcale (la vecchia deposta che passa il suo tempo ad ascoltare musica d'antan e a fare tornare i conti, la bionda bruta con la fionda quasi sempre a piedi nudi, la ragazzina claudicante) con neonati morti immersi nel ghiaccio e rinchiusi in cassepanche, i tentantivi di fuga dalla finestra, culle che hanno tutta l'aria di qualche ritualità stregonesca, il ciuccio bramato dal ragno, l'immergersi nelle acque per una nuova rinascita, il parchetto con le due lesbiche in Rolls Royce bianca, il sangue mestruale che cola tra le gambe, gli altarini cristologici, la casa di marzapane sperduta nel bosco ( a volte sembra la versione in mescalina tutta uterina de Il delitto del diavolo).

    I dialoghi e gli uomini sono totalmente esclusi in questa fiaba nerissima e cangiante, che si sposta dai fratelli Grimm ai barocchi bagliori surrealisti jodorowskiani, a attimi di pura poesia visiva, alla crudeltà, al sogno, al potere della donna (figura ora terrifica-la matriarca suspiriorum-, ora salvatrice-la deriva nella droga e la redenzione-), alle grida di disperazione, al latte materno che fuoriesce dal seno, ad un finale criptico di possibile libertà che si apre a differenti rappresentazioni (gli euro che galleggiano tra i flutti delle acque).

    Sorprendente maturità artistica di un autore parco e solitario (il suo Airbag era una sbracata sottotarantinata modaiola, ma sono passati 23 anni) che unisce lampi di grottesco a intensi tocchi di rara sensibilità, per una fola andata in putrefazione, assolutamente non per tutti i gusti (comprendendo benissimo l'effetto respingente che può avere sugli spettatori incauti).

    Straordinario parterre di attrici (dalla deteriorata Gloria Swanson di Harriet Samson Harris, Wicca che ha il terrore dei topi a Rosie Day, Alice tossicodipendente nel paese degli orrori) per un'oggetto che sfugge ad ogni tipo di catalogazione e che non scende a compromessi convenzionali.

    Onirismo metaforico surreal/femminile e femminista che viene da un'altra dimensione. Lasciandosi trasportare a mente libera.

    Insieme a Martys Lane (guarda caso un'altra pellicola dai riverberi fiabeschi e tutto impostato su umori femminei) tra le migliori visioni cinematografiche di quest'anno.
    Ultima modifica: 12/04/25 13:18 da Buiomega71