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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo l'overdose di consensi ricevuta per le musiche del successo a sorpresa TANO DA MORIRE, Nino D'Angelo decide di esporsi in prima persona e di dirigere una divertita parodia del blockbuster TITANIC. Visti i mezzi a disposizione tutto è in scala ridotta, naturalmente (ma proprio qui sta il bello) e l'enorme transatlantico diventa un poco elegante traghetto abusivo per Capri, allestito in fretta e furia da tale Gaetano Molletta (Giacomo Rizzo) detto “Aitano” (da cui il nome dell'imbarcazione) per sfruttare lo sciopero improvviso dei traghetti ufficiali. Ma...Leggi tutto il film non basa la sua riuscita su questa trovata, perché l'intera prima parte è impegnato a seguire le storie di chi sull’Aitanic si imbarcherà. In primis quella di Leonardo Di Capri, un Nino D'Angelo umile, spontaneo e molto più simpatico rispetto al periodo in cui col caschetto biondo allietava le platee napoletane in film usa e getta. D'Angelo è cresciuto, è conscio di aver acquisito un seguito più smaliziato (merito di alcune performance sanremesi, dove si è trovato simbolo della tradizione partenopea), gioca con la sua rivalutazione in chiave “trash” (rappresentata da Neon, un cantante impomatato e mezzo scemo idolo delle teenager, interpretato sempre da lui) e dirige perfino con un certo gusto. Chiaramente la parte “musical” (coreografata da Enzo Paolo Turchi) è quella in cui mostra il vero talento, con canzoni efficaci, stile moderno e una notevole rilettura del tema di Celine Dion cui dà voce una bravissima Marianna Cecere. A margine un Mauro Di Francesco “in trasferta” che grida appena può il suo odio contro i “terroni”, piuttosto presente e credibile. Finale in salita, ma l'atmosfera popolare c'è tutta.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Mascherato 11/05/08 23:55 - 583 commenti

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Rinnegando ripetutamente il suo vero esordio alla regia (Giuro che ti amo, 1983), Nino D'Angelo promuove questo suo "primo" film nel segno del musical sgangherato alla Roberta Torre. In verità la pellicola arranca, per circa 50 minuti, all'inseguimento del modello Tano da morire, già invecchiato nelle mani della stessa Torre (vedi il flop di Sud Side Stori); poi, però, ha un'impennata finale, regalandoci una mezz'ora geniale con più di un momento irresistibile.
MEMORABILE: "Basta correre!", dopo aver rivisto un montaggio di tutte le corse dei suoi film; l'inabissamento dei Faraglioni; "no, io non canto ai matrimoni".

Uomomite 26/07/09 07:24 - 174 commenti

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La (doppia) parodia è il pretesto per la realizzazione di un film assolutamente personale e vivacissimo. Nino D'angelo racconta Napoli e se stesso con una leggerezza non intaccata dalle cattive compagnie intellettuali. D'Angelo matura ma non si snatura. Gioiello.

Enricottta 11/09/09 16:24 - 506 commenti

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Da napoletano (nemo profeta in patria) definisco questo film un velleitario, non riuscito, esperimento di parodia. La parodia nel film, forse unica cosa originale, non viene nemmeno sfiorata. Tutto il resto risulta retaggio di escamotage finto trash, che impoverisce il film, conferendogli un alone di sciattezza che pure nelle premesse sembrava assente. D'angelo è un furbo scugnizzo; non bisogna limitarsi ad un chiave di lettura troppo semplicistica, purtroppo il "nostro" è sguarnito di quel talento che a volte ha vagheggiato.

Disorder 20/10/10 13:00 - 1416 commenti

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Inguardabile. Voleva essere l'ennesimo tributo di Nino alla sua Napoli popolare, è invece un incredibile naufragio nel non plus ultra del trash. Un marasma di canzonacce napoletane (massimo rispetto per il genere, ma qui c'è una "We are the champions" storpiata in dialetto!), balletti con figure rubate alla "Macarena", personaggi che più stereotipati non si può (c'è pure il milanese che fà "...taac", ne avessi mai conosciuto uno!). Al confronto Grazie padre Pio è roba da prima serata Rai1. Da buttare nel Vesuvio.
MEMORABILE: Da annali del trash l'inabissamento del Faraglione e il balletto sulla canzone "Terroni simpatici imbroglioni".

Pinhead80 18/04/15 13:24 - 4760 commenti

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Il tramonto artistico del bravo cantante napoletano era arrivato già da tempo. Questo film, dal sapore nostalgico, conferma pienamente questa impressione. Risulta perfino difficile collocarlo come genere perché, pur non snaturandosi, D'Angelo cerca di modernizzare la propria commedia mostrando di cercare di stare a passo con i tempi. Ne esce un pasticcio indigesto anche per uno come me che D'Angelo l'ha sempre amato.

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