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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/01/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Bubobubo 18/03/19 23:37 - 1847 commenti

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A tratti estenuante, anche se non raggiunge la vezzosa verbosità del Rohmer settantiano, si fa apprezzare più negli eccessi (gli scoppi d'ira della Ker, madre infelice di un'adolescente tempestosa e moglie relegata in un angolo da un pater familias incostante) che nella storia vera e propria, piuttosto convenzionale seppur tendente al pruriginoso. Sandrine Bonnaire è l'ennesima ninfetta maliarda ma tutt'altro che indimenticabile. Nel complesso il film dimostra tutti gli anni che ha e, anzi, sembra quasi appartenere al decennio precedente.

Buiomega71 21/01/19 01:10 - 2901 commenti

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Cinema intenso quello di Pialat, quasi bressoniano e pre "dogmatico", nel realismo scarno della quotidianità e ben poco estetico nella messa in scena. Tour de force attoriale per una vivida e appassionata Bonnaire, che si destreggia da un uomo all'altro, così carnale e immatura. Una Parigi livida e anonima (bellissime le riprese di Suzanne sotto la pioggia) dove Pialat sonda tutte le sfaccettature dei rapporti umani, in squallidi appartamenti e in esplosioni di follia di famiglie disfunzionali. Il tempo delle mele come lo vedrebbe Catherine Breillat.
MEMORABILE: Gli attacchi isterici di scenate schizofreniche della madre di Suzanne e il fratello che rincara la dose prendedola a botte; Il rapporto padre/figlia.

Herrkinski 18/04/20 14:20 - 8072 commenti

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Racconto formativo a sfondo familiare dalle tinte drammatiche noto più che altro per aver scoperto la Bonnaire, qui 16enne; la ragazza, dall'indubbia espressività, si produce anche in nudi al giorno d'oggi impensabili pur senza far scadere il film in territori troppo pruriginosi. L'enfasi è sul lato drammatico, con belle prove della famiglia disfunzionale, su tutti lo stesso Pialat in un ruolo dalle diverse sfaccettature molto riuscito. Un'istantanea nella vita di una famiglia problematica come tante, vista dagli occhi di chi sta crescendo.

Thedude94 5/03/23 19:48 - 1089 commenti

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Dramma d'amore e crisi familiare diretto e interpretato dall'ottimo Maurice Pialat, il quale insieme alla bravissima e sensuale Bonnaire imbastisce una storia fatta di incontri amorosi e continui scontri tra genitori e figli. La regia è molto solida, le scene variano di ambientazione tra le varie abitazioni dei personaggi, il tutto sempre in un contesto che missa turbe amorose giovanili e tormenti familiari, che rendono drammatica una sceneggiatura ricca di dialoghi e spunti interessanti. Un buon film, che si fa forte anche dell'ottimo cast.

Paulaster 3/07/23 18:03 - 4391 commenti

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Ragazza volubile attraversa la giovinezza passando da un ragazzo all’altro. Storia di adolescenza, senza grande coscienza della realtà, acuita dai problemi di convivenza familiare (in qualche frangente al limite del patologico). La Bonnaire mostra le forme con una purezza ingenua e non lascia trasparire morbosità; la regia è senza fronzoli e non ci ricama sopra. Anche il montaggio non si cura dei passaggi temporali e il ritmo ci guadagna in snellezza.
MEMORABILE: Il litigio con la madre; Le sberle del fratello; L’ex marito che si presenta alla cena finale.

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  • Discussione Buiomega71 • 21/01/19 09:52
    Consigliere - 25944 interventi
    FALSI D'AUTORE-Perduti e ritrovati

    Cinema minimalista quello di Pialat, che rifugge estetismi e si concentra sul realismo della quotidianità (dalla lezione bressoniana a uno stile quasi pre-dogmatico)

    Un racconto scarno, vivido e penetrante di una ragazza e i suoi amori (fuori dal letto di uno , per infilarsi nel letto di un'altro), intensamente interpretata da una Sandrine Bonnaire che si dà anima (e corpo) alla macchina da presa dell'ostico regista francese.

    Dopo un incipit estivo sullo stile de La svergognata biagettiana (notevole tutta la parte in cui la Bonnaire si incammina su uno stradone desolato bruciato dal sole estivo, per incontrare il suo ragazzo che sosta in una tenda in mezzo ad un prato o l'incontro con il ragazzo americano, che dopo averla "sverginata", farà finta di non conoscerla seduto al tavolino di un baretto) il racconto di formazione sull'amore pialatiano si sposta in una Parigi livida e anonima, dove la Bonnaire si muove tra festini tristissimi a base di spumante, tutti insieme appassionatamente a piedini nudi e del tutto senza vestiti ("Sono ciucca", "Anch'io"), battibecchi , gelosie, e soprattutto ragazzi, che crede di amare ma non ama, perchè più che amare vuole essere amata (e significativa, a questo punto, la scena in cui Suzanne, appena sposata, si fa tastare le gambe sotto il tavolo da un'invitato alla cena)

    Tra ficcanti dialoghi con il padre (magnificamente interpretato dallo stesso Pialat, che donerà la parte migliore del film, quando alla fine di una festa casalinga, sbatterà in faccia a tutti-familiari compresi-il suo rancore) e furenti litigate con una madre bigotta e isterica che sfiorano il grottesco (la madre esplode in scenate schizofreniche contro la figlia, le due si menano e si insultano, il fratello maggiore dà man forte alla madre inveendo sulla sorella caricandola di botte e parolacce, in un quadretto familiare disfunzionale che sconfina nella follia), toccando incestuosità latenti (il fratello geloso, possessivo e manesco) e situazioni paradossali (la madre si infervora e esplode in un turbinio di demenza violenta, per poi far finta che nulla sia successo)

    Pialat racconta la vita, senza orpelli, ma con uno stile rigoroso, sobrio, e si avvicina alla realtà come pochi autori sanno fare, con dialoghi spesso crudi, una Bonnaire che dona tutta sè stessa (notevole l'incipit, dove Pialat la filma sulla prua di una imbarcazione da dietro, con sottofondo il suggestivo commento musicale di Klaus Nomy), tra scoppi di allegria, tristezza e ritraendo perfettamente la vita affettiva (e quotidiana) di una ragazza parigina di sedici anni come tante, con le sue amarezze, le sue illusioni e la sua febbrile voglia di sesso e amore, che però non la soddisferà, a meno che...

    Una Parigi notturna come quella di Police (uscire per andare al cinema o affittare una stanza d'albergo) e piovosa (le bellissime sequenze della Bonnaire sotto la pioggia) fanno da sfondo al cinema intimista di questo autore personalissimo che, come pochi, sa riprodurre sullo schermo la vita vera, senza filtri o inganni.

    Bellissima Valérie Schlumberger, improbabilissima fidanzata del fratello "sfigato" della Bonnaire.

    Dialoghi spesso taglienti, un impianto quasi "teatrale" (le scene di famiglia, a volte irresistibili nella loro alienazione, sono le parti migliori del film) e la spontaneità della Bonnaire fanno brillare questo Tempo delle mele come lo girerebbe Catherine Breillat.
    Ultima modifica: 21/01/19 11:48 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 21/01/19 09:56
    Consigliere - 25944 interventi
    Uscito in Italia a 4 anni della sua realizzazione (esattamente nel febbraio del 1987), il film ha, tra gli altri meriti, quello di aver rivelato il talento della giovanissima Sandrine Bonnaire. La Bonnaire fu scoperta quindicenne da Pialat attraverso un provino al quale in realtà aveva partecipato casualmente come accompagnatrice della sorella. Per la sua interpretazione ottenne il "Cèsar" come migliore "promessa".

    Fonte: Scheda di Ciak del film
  • Homevideo Buiomega71 • 21/01/19 10:11
    Consigliere - 25944 interventi
    Nella media il dvd edito dalla Mosaico a copie numerate (la mia è la numero 318)

    L'immagine è più che accettabile, se non fosse per un continuo fruscio di fondo nell'audio

    Formato: 1.78:1

    Audio: italiano

    Come abitudine della label nessun sottotitolo e nessun extra (solo il menù delle scene)

    Durata effettiva: 1h, 34m e 21s

    Immagine al minuto 00.41.18. La madre (Evelyne Ker) rimprovera alla figlia Suzanne (Sandrine Bonnaire) di dormire con niente addosso dicendole: "Ma perchè non ti metti la camicia da notte? E' disgustoso dormire così!"

    Ultima modifica: 21/01/19 12:53 da Zender
  • Discussione Pessoa • 21/01/19 13:15
    Formatore stagisti - 417 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    CURIOSITà

    Uscito in Italia a 4 anni della sua realizzazione (esattamente nel febbraio del 1987), il film ha, tra gli altri meriti, quello di aver rivelato il talento della giovanissima Sandrine Bonnaire. La Bonnaire fu scoperta quindicenne da Pialat attraverso un provino al quale in realtà aveva partecipato casualmente come accompagnatrice della sorella. Per la sua interpretazione ottenne il "Cèsar" come migliore "promessa"

    Fonte: Scheda di Ciak del film


    Questa storia di aver accompagnato sorelle, fratelli o amici ai loro primi provini è comune a molti attori diventati poi più o meno grandi. Se ne potrebbe addirittura fare uno speciale...