Affetti speciali - Film (1989)

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Non poteva che essere così, l'unico lungometraggio che vede come protagonisti i gemelli Ruggeri: lunare, surreale, con un esile filo logico che si sfalda in scenette e microsketch recitate non con l'ambizione di provocare la risata ma al massimo di muovere al sorriso. Già la didascalia introduttiva, nella quale in modo volutamente confuso e sgrammaticato si riassume l'intero film, fa capire come si galleggi in uno strano limbo tra la poesia e l'insignificante, in attesa di un'espressione (anche solo il caratteristico sorriso "paralizzato" a 32 denti del gemello grasso), di una frase che ci orienti almeno un minimo in una storia costruita su basi minime. I due sono fratelli e vivono assieme alla madre...Leggi tutto e alla cugina (Sabina Guzzanti, quasi irriconoscibile in versione "trascurata") in un casolare ai confini della periferia: il primo lavora in una fabbrica di cui è chiaramente un dirigente, il secondo (quello magro, mentalmente disturbato) sorveglia una sbarra che s'alza e s'abbassa su una strada semideserta. Una vita che pare svolgersi nella più stanca routine fino a quando la madre s'ammala; per salvarla - così almeno sentenzia un presunto luminare (Natoli) - servono 400 milioni; con quelli la si potrà sottoporre a un misterioso macchinario terapeutico in grado di salvarla. E' questa l'esile traccia su cui i Ruggeri (ma anche gli altri personaggi che girano loro attorno) imbastiscono poi scene che appaiono talvolta quasi completamente slegate dal contesto, utili solo a mettere in moto i rodati meccanismi che regolano le alchimie della coppia. I due passano da momenti in cui sembrano parlare due lingue diverse ad altri immediatamente successivi in cui si completano, senza però sfruttare mai appieno le loro potenzialità comiche; forse perché non siamo al cabaret e l'ambizione è quella di trasformarli in attori veri. L'operazione non riesce del tutto, ma si percepisce comunque nei due la presenza di un linguaggio (anche fisico) personale, si avverte il desiderio di percorrere vie diverse, pur se non così rare in certo cinema italiano indipendente. La regia di Farina però non aiuta: il ritmo latita e sicuramente non saranno in molti a poter sopportare gag così "invisibili" e ad accettare invenzioni umoristiche così lontane dai registri abituali. Tolte quelle, ciò che resta è poco più di nulla, con la Guzzanti che non si fa notare se non in un'unica occasione (quando finge un'intervista pubblicitaria alla zia mentre questa stende i panni) e Natoli in doppia parte (oltre al medico interpreta un tamarro karateka che passa al fatidico pedaggio sorvegliato). Riempion bene i silenzi le musiche tutto synth di Lamberto Macchi, anche se sembran talvolta inserite a caso... Velleitario, debole, dispersivo ma non del tutto fallimentare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/10/16 DAL DAVINOTTI
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Markus 6/10/16 12:04 - 3687 commenti

I gusti di Markus

Unico film con protagonisti assoluti i “Gemelli Ruggeri” (realizzato nel momento “giusto” per loro, ma relegato dai distributori alla quasi indivisibilità). Per apprezzare la pellicola occorre amare l’umorismo surreale del duo, ma nonostante ci sia poetica (con una certa pretenziosità di fondo), il film fatica a decollare e in definitiva a convincere. Una regia più attenta ai ritmi narrativi e meno propensa all'abuso di nonsense avrebbe dato maggior slancio. Molto buona la suggestiva colonna sonora “synth”. Una visione in ogni caso la merita.
MEMORABILE: Manzalini parla a Turra che, distratto, fa cadere i piatti che asciugava: "Senti, io ho già parecchi problemi con questi piatti... lasciami perdere!"

Panza 3/07/22 22:29 - 1842 commenti

I gusti di Panza

Nel loro periodo di maggiore popolarità i Gemelli Ruggeri sbarcano al cinema, senza particolare fortuna al botteghino. Effettivamente l'opera è un esperimento alieno dai canoni della solita commedia, dal momento che si tratta di una storia surreale con pochissima trama che vede come protagonisti due personaggi "borderline". Apprezzabile il coraggio, ma l'umorismo adottato è completamente sbiellato nei tempi e nei risultati: nemmeno l'ingenuità dei protagonisti suscita particolare tenerezza. Le musiche elettroniche di Macchi sembrano essere inserite completamente a caso.

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  • Curiosità Markus • 7/10/16 15:54
    Scrivano - 4775 interventi
    I Gemelli Ruggeri furono intervistati da La Stampa di martedì 19 luglio 1988. In quell'occasione dichiararono che avevano appena terminato il film "Affetti speciali".
    Questo ci rivela che la pellicola di Felice Farina fu realizzata durante i primi mesi di quell'anno. Nell'articolo è anche intervistato il regista, che si augura che la sua opera venga accettata alla Mostra del cinema di Venezia. Le cose andarono diversamente e, purtroppo, il film non ebbe un’immediata distribuzione nei cinema e l’anno successivo, nel 1989, uscì direttamente in homevideo (vhs). Nel gennaio 1989 ebbero comunque la consolazione di partecipare al "Promofilmfestival" di Madonna di Campiglio.

    Nel novembre 1991 “Affetti speciali” trovò finalmente una piccola distribuzione cinematografia per pochi giorni con esiti evidentemente scarsi, tanto che da allora il film è caduto nel quasi oblio.