A hare grows in Manhattan - Corto (1947)

L'ormai arrivato Bugs rammenta in flashback a un'intervistatrice la sua infanzia povera e la giovinezza angariata da una gang di bull(i)dog. Il celebre romanzo di Betty Smith, portato sullo schermo da Kazan, è pre-testo (entrando in scena nel finale come sfollagente per disperder la banda) per uno dei ribaltamenti classici della filmografia del coniglio, che ovviamente maramaldeggerà senza sosta sul capo bullo grande grosso e fregnone, per il quale si è tentati alfine di fare il tifo. Le gag di Maltese allo script son vivaci (la danza egizia, la tana vip), la regia di Freleng piatta.

Vivacissimo cartoon, ricco di invenzioni argute ed efficaci, e con una storia gustosa, ossia la travagliata crescita di Bugs Bunny a Manhattan prima di diventare un divo hollywoodiano. Sfiziosa la cornice dell’intervistatrice a Beverly Hills e geniali alcuni spunti sparsi qua e là, dalle sigarette egiziane alla sottilissima trovata letteraria molto newyorkese con la quale il coniglio si disfa della muta di cani che lo perseguita. In mezzo, una ricchezza compatta di gag, espresse con un disegno bello e curato, e un cromatismo scintillante.