Alice's Wonderland - Corto (1923)

Alice è una vivace e bella bambina: mossa dalla curiosità di visitare lo studio di Walt Disney - e vederlo all'opera animando i disegni - sognerà poi un viaggio nel paese dei cartoni (più che delle meraviglie; ma i cartoni sono, di fatto, meraviglie). Concettualmente non originalissimo ma comunque pionieristico (idee diegetiche, tecnica tout court), questo corto scorre veloce e sincero, espressivo e dinamico: la bambina ha splendore, i disegni hanno spirito (notevole il topo disegnato che stuzzica un gatto in carne e ossa).

Vivace, divertente, intelligente, sperimentale: le ha tutte questo delizioso cortometraggio in cui una bambina (bravissima) visita i laboratori Disney e poi sogna di entrare nel meraviglioso mondo dei cartoon come una novella Alice. Notevole l’interazione in tecnica mista tra animazione e attrice live (ma anche tra foglio da disegno e gatto vero!), simpaticissimi tutti gli sketch, sia quelli nello studio con i disegnatori al lavoro, sia quelli nel sogno animato. Insomma, una pellicola fresca e originale, che anche oggi fa piacere gustare.

Creato con gli ultimi sforzi della Laugh-O-Grams ormai in bancarotta, questo corto divenne il pilota di una serie fortunata su Alice, in seguito prodotta dalla nuova formazione del Disney Brother Cartoon Studio. Esisteva già la tecnica che univa l'animazione alle riprese, l'intuizione è quella di far fare alla bambina (Alice è la solare Virginia Davis, che pare compiere davvero un'esperienza magica) un viaggio all'interno dell'animazione (che Cartoonland sia stato da spunto per la Cartoonia di Chi ha incastrato Roger Rabbit?). Storico e ancora sorprendente.

Episodio pilota della serie Alice Comedies, è un buon esempio di tecnica mista tra live action e animazione, soprattutto nella prima parte, girata in studio, con alcune idee geniali (l’interazione tra il topo animato e il gatto in carne e ossa). La seconda parte, che proietta la simpatica e vivace Virginia Davis in un mondo fantastico, mostra alcune sequenze fantasmagoriche (pur cromaticamente limitate) e scene d’azione un po’ ripetitive, comunque apprezzabili da un pubblico “in erba”.