La rievocazione di una breve ma significativa avventura vissuta quando aveva diciotto anni porta Giulio (Giancarlo Giannini) ad astrarsi quasi dal presente per rituffarsi nei ricordi. Resi attraverso flashback sempre più prolungati che finiscono ben presto col far capire che la storia attorno alla quale gira il film è proprio quella del giovane Giulio (Nicola Vaporidis), che riceve nella villa di famiglia la bella Anna (Kasia Smutniak) di ritorno lì dopo qualche anno. Le girano tutti attorno, da tant’è bella; fratelli e cugini ci provano in ogni modo a conquistarla e prima o poi - si capisce - qualcuno ce la farà. Nel frattempo, però, a fare il il film...Leggi tutto sono anche i caratteri di secondo piano. Impossibile dimenticare ad esempio un portentoso Alessandro Benvenuti nel ruolo del padre di Giulio: militare di carriera, reazionario e inflessibile al punto di prendere a cinghiate il figlio, finirà col dare di matto unendo a un'ottima recitazione un paio di scenette esilaranti (“Dove sarà finito il Radiocorriere?”). Brava anche Angela Finocchiaro nei panni della madre. Ma ci sono pure Paolo Bonacelli (il nonno filosofeggiante), Carlo Monni (un comunista di paese, siamo ovviamente in Toscana), Maria Amelia Monti... I vecchi battono nettamente i giovani (la Smutniak proprio non convince), che però sono ben calati nella realtà del tempo (i Sessanta di Rita Pavone e del SORPASSO) e che diretti da Oldoini non dispiacciono del tutto. Nostalgia e sentimentalismo a piene mani, un amarcord all'acqua di rose non certo originale (e anzi piuttosto banale) ma gradevole e costruito con sagacia.
Televisivo, telefonato, sconcertante sin dal titolo, assurdamente alfanumerico. Prodotto per la famiglia davanti allo schermo, rassicurante, con mini-spruzzata di sesso. Le cose importanti, cui s'arriva con notorî deus ex machina, sono previsti da almeno 30'. I brani meno televisivi (come le epifanie di Monni), dànno quasi uno scossone. Giannini (che dopo l'incidente che vede come causa di rinvio, imita Bogarde in Morte a Venezia) è costretto pure a chiudere il film guardando in macchina. Qua e là affiora una voglia di Avati. Mediocrino.
MEMORABILE: Benvenuti (dopo Giannini, il migliore, nel ruolo di un Colonnello):"Piera, ti ORDINO di venire a letto!".
Accettabile film medio diretto da Oldoini, bravo sceneggiatore e confezionatore, che ancora non ha trovato una sua strada personale. In lui vi è sempre il tentativo di rifarsi ai modelli classici della commedia italiana (Risi e Scola) ma purtroppo spesso finisce col mischiarsi con alcuni epigoni contemporanei (Muccino e Virzì). Non mancano anche qui richiami colti (Novecento, Io Ballo da sola) ma il tutto è vanificato da una confezione paratelevisiva da fiction (tremenda la sequenza iniziale coi titoli di testa). Il buon cast salva il film.
Non risparmia nessuno dei cliché dei film del genere il regista Oldoini in questa nostalgica rievocazione di un'estate degli anni '60 vissuta nel ricordo nostalgico di un protagonista ormai attempato. Situazioni viste e riviste per un'opera di stampo prettamente televisivo in cui Giancarlo Giannini recita senza grande impegno e per puro dovere di firma, mentre il resto del cast si limita al minimo indispensabile, così come "minimale" (nel senso di insufficiente) appare la sceneggiatura.
Operazione nostalgia. Come l'io narrante guarda con occhio malinconico alla sua gioventù e al primo amore, Oldoini si pone con venerazione verso la commedia all'italiana (vistoso l'omaggio a Il sorpasso) con un vorrei ma non ci riesco. Infatti non si va oltre uno scimmiottare le vecchie commedione nostrane, vuoi perché i tempi sono cambiati e anzichè voltarsi indietro sarebbe meglio fare il contrario, vuoi per un cast fritto misto dove sono molte più le pedine fuori posto di quelle che funzionano. La peggiore è la Monti che fa il verso a Franca Valeri.
MEMORABILE: Al Monni chiedono: "Hai visto Giulio?" E lui: "Sì, a Pisa, in cima alla torre pendente che si ammazzava di seghe!"
Enrico Oldoini si cimenta in una commedia a carattere sentimentale, ove il protagonista rievoca l'estate dei suoi 18 anni in un'assolata Toscana degli Anni '60. Film piuttosto nostalgico, in cui presente e passato si alternano quasi a voler far leva, in modo leopardiano, sui "bei tempi che furono". Nel complesso non è un brutto film, ma si perde in continui luoghi comuni e, è bene dirlo, non è premiato da un cast stellare (a parte Giancarlo Giannini e Alessandro Benvenuti). Nel complesso due pallini: senza infamia e senza lode.
Enrico Oldoini HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneCangaceiro • 16/08/10 12:37 Call center Davinotti - 739 interventi
Solito difetto del cinema italiano degli ultimi tempi; siamo in Toscana e invece il film è infestato da giovanotti dal romanesco strascicato, fieramente capeggiati da Vaporidis qui una tantum nel ruolo dello sfigatello.
In una scena la famiglia riunita guarda in tv un film con Sylva Koscina e Raf Vallone ma non ho idea quale possa esserne il titolo.
Cangaceiro ebbe a dire: Solito difetto del cinema italiano degli ultimi tempi; siamo in Toscana e invece il film è infestato da giovanotti dal romanesco strascicato, fieramente capeggiati da Vaporidis qui una tantum nel ruolo dello sfigatello.
In una scena la famiglia riunita guarda in tv un film con Sylva Koscina e Raf Vallone ma non ho idea quale possa esserne il titolo.
penso sia Guendalina del 1957, si notano La Sassard e la Koscina. Questi sono i fotogrammi presi dal film