le location esatte di "Nostalghia"
17 April 2015

Nostalghia è il sesto e penultimo film del regista russo Andrei Tarkovskij, il primo realizzato fuori dall’Unione sovietica (il regista venne esiliato a causa dell’ostracismo del regime), prodotto dalla RAI e sceneggiato a quattro mani con l’amico Tonino Guerra. In buona parte autobiografico, descrive la storia di un autore russo che viene in Italia per documentarsi su un musicista del settecento, Maksim Sazontovic Berezovskij. La lontananza della famiglia e gli interrogativi sulla ricerca spirituale rendono il soggiorno particolarmente introspettivo e inducono lo scrittore a rimandare il ritorno in patria. Amato o deriso, esaltato o snobbato, Nostalghia è uno di quei film che divide nettamente in due il pubblico così come la critica. Premiato a Cannes nel 1983 come miglior regia.

Delle figure umane, un cane e un cavallo; un prato avvolto nella nebbia e l’ansa di un fiume all’orizzonte. Su questa immagine iconografica in bianco e nero si apre il film di Tarkosvkij per descrivere il villaggio di origine del protagonista, che a più riprese torna nel corso del film quando Andrej Gorciakov (Oleg Jankovskij) ricorda con nostalgia e dolore la sua patria. Secondo la finzione narrativa siamo dunque in un luogo imprecisato della Russia ma... di fatto non è così. Anche qui, come per tutte le altre location del film, siamo in Italia ma scoprire esattamente dove non è stato proprio semplice. Anni fa Lorenzo Ostuni, delegato RAI alla produzione, mi disse che girarono nella campagna umbra. Negli extra del dvd Giuseppe Lanci, il direttore della fotografia, faceva il nome di un luogo ma la pronuncia risulta incomprensibile. Successivamente, sfogliando un volume fotografico del regista dal titolo Luce istantanea vidi una polaroid scattata a Otricoli.

2. LA MADONNA DEL PARTO (Travis)
Eugenia (Domiziana Giordano), la traduttrice di Andrej, accompagna il poeta russo ad esplorare le bellezze artistiche del territorio. In particolare vuole mostrargli la Madonna del parto, il celebre capolavoro rinascimentale di Piero della Francesca che nella realtà si trova in un museo di Monterchi (un tempo nella cappella cimiteriale di Santa Maria di Momentanea sempre a Monterchi, in provincia di Arezzo). La presenza del dipinto è fuorviante poiché Monterchi non c’entra nulla con le riprese del film, nonostante sul web venga spesso riportata Monterchi proprio come location. La chiesa dell’affresco ha una doppia natura ovvero una discrepanza fisica che fa sì che esterni e interni siano nella realtà due luoghi distinti.



Andrej e Eugenia, dopo avere a lungo viaggiato, si fermano in un albergo di cui vediamo esclusivamente gli interni. Qui i due si conoscono meglio, si confrontano sulle differenze delle loro culture e nasce tra loro un sentimento intimo, fino a quando un brusco scontro li farà allontanare.



Domenico, ritenuto da tutti un pericoloso pazzo, è un fanatico della fede cattolica. La sola persona che ascolta il suo messaggio al di là della psicosi è Andrej, che lo va a trovare nel suo sperduto e fatiscente casale. Stando alla coerenza geografica della narrazione dovremmo essere in Val d’Orcia, ma in realtà cambiamo addirittura regione e ci spostiamo nel Lazio, in provincia di Frosinone. Sempre Lanci nella suddetta intervista parla di Anagni. Per risalire alla collocazione del casale mi sono avvalso della vecchia meridiana che ho notato sulla facciata dell’edificio e da lì il passo successivo è stato identificare e collocare questo antico complesso monastico. Siamo nella badia di Santa Maria della Gloria nei pressi di Anagni (FR), già vista anche in altri film, come Don Chisciotte e Sancio Panza. Oggi il casale, rispetto all’epoca del film, appare fortemente restaurato, ma tutto intorno c’è aria di incuria e di abbandono.

"Dove vive Domenico?" "Sopra Bagno Vignoni. Sulla piazza, vicino alla chiesetta". Per ben sette anni Domenico rinchiude in casa la moglie e i bambini per proteggerli dalla fine del mondo. Quando la polizia viene a liberare i sequestrati il bambino scappa via come un topolino. La casa in cui vive la famiglia di Domenico come abbiamo visto è ad Anagni. Tuttavia, quando viene inquadrata dall’esterno, il regista sceglie un altro contesto e forse in maniera un po’ forzata la facciata sulla piazza corrisponderebbe al resto del casale di cui sopra. Naturalmente non è così. Per gli esterni cambiamo provincia e siamo nella Tuscia viterbese, in Piazza della Collegiata a Faleria (VT), in una piazza anch’essa più volte vista in altri film. Quando però il regista ci mostra il paese da lontano non vediamo più Faleria ma… Calcata (VT)! Tutt'altro posto, pur se sempre nel viterbese.


Dopo il duro scontro con Eugenia, Andrej vagabonda in solitudine accompagnato dal libro di poesie di Arsenij Tarkovskij e una bottiglia di liquore. Decantando versi entra in una chiesa diroccata e per metà sommersa nell’acqua dove incontra una bambina e riflette sul valore della felicità. Sfinito e ubriaco brucia il libro e si addormenta.


Andrej è lontano da Eugenia, da Domenico e dalla famiglia in un paese non suo oramai disincantato e inerte. Sogna ancora, e nel sogno si ritrova nel vicolo di un non meglio identificato luogo dove per la strada giace abbandonato un vecchio mobile con lo specchio. Aprendo l’anta si riflette nello specchio la sua immagine e subito dopo quella di Domenico, che si sovrappone alla sua. L’identificazione tra i due uomini è quasi totale. Per questo anonimo e sciatto vicolo di centro storico avevo pensato in un primo momento a un borgo della Tuscia dove si svolgono altre scene del film, ma osservando meglio mi sono reso conto che da quel poco che lo scorcio rivela (palazzi antichi, sampietrini, lanterna) si tratta del centro storico di Roma. Ecco dunque che ho scoperto che il vicolo in questione era vicolo della Campanella, per l'appunto a Roma.
Andrej torna a Roma e si ferma in un albergo. Eugenia riesce a sapere che si trova lì e lo chiama per telefono per salutarlo, informandolo che Domenico sta organizzando qualcosa di clamoroso insieme ad altri psicopatici e per ricordagli di mantenere la promessa fatta a Domenico; così Andrej rimanda ancora una volta il rientro in patria e parte un’ultima volta per Bagno Vignoni. L’albergo lo vediamo soltanto dal cortile di un elegante palazzo che ospita varie griffe di moda. Non a caso siamo nell’esclusiva via Condotti a Roma, dove al tempo presso questo civico aveva realmente sede un albergo.

Domenico, assieme ad altri ex pazienti di manicomio liberati grazie alla legge Basaglia, ha organizzato una messinscena plateale per ammonire l’umanità del rischio che corre: la separazione tra sani e malati e l’avidità della società porteranno gli uomini verso una direzione inevitabilmente apocalittica. Al culmine di un concitato discorso si cosparge il corpo di benzina sulla stata equestre e si dà fuoco. Naturalmente non c’è alcun mistero su questa location: siamo a Roma in piazza del Campidoglio, sede del Comune.
Testi e ricerche: Travis - Tavole: Zender
APPROFONDIMENTO INSERITO DAI BENEMERITI TRAVIS E ZENDER
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Bravissimo Travis: spettacolari le tue foto di raffronto!
Zender sempre ai massimi livelli per la veste grafica.
22 April 2015 09:58
Con un film così, con un regista così, con delle location così... non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione, un'idea che accarezzavo da anni. Del film mi innamorai subito, fin dalle primissime immagini. E del regista... che dire: uno dei sommi.
Certo, molte location erano note, altre erano già viste in quanto 'multi' (anche se la badia di Anagni non la conoscevo, e mi sono reso conto soltanto dopo quanto l'avessero già sfruttata altri registi).
Tuttavia queste chiese surreali, la casa russa ricostruita in Umbria, Bagno Vignoni... tutto questo meritava un approfondimento e una visita, e difatti sono stato in tutti i luoghi del film per fotografare (ad eccezione di Chiusdino, un po' troppo lontano per me). Curiosamente visitai Bagno Vignoni più di quindici anni fa e feci moltissime foto, senza sapere perché.
Una curiosità. Nella foto 1A, all'interno del riquadro rosso, s'intravede Vesna, la mia cagna accovacciata che mi aveva accompagnato in quasi tutti i luoghi.
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