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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/05/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 31/05/07 22:09 - 5532 commenti

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La storia degli ammutinati del Bounty che, abbandonata Tahiti per evitare di essere catturati ed impiccati, fuggono sulla disabitata isola Pitcairn. Massacro fra bianchi e i tahitiani che li avevano seguiti. Il primo tempo un po’ vuoto, poi il film cresce un po’. Il protagonista, Hiram Keller, va ricordato per l’incredibile, quasi ineguagliabile, inespressività.
MEMORABILE: L'inseguimento lungo la spiaggia.

Fauno 21/03/12 10:39 - 2212 commenti

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A prescindere che sia il prosieguo di una storia che ci ha affascinato in molti, sorprende e sono ben messi in luce il degrado di un leader e la degenerazione a ruota dei suoi seguaci. E questo dopo aver avuto un'idea luminosa di convivenza con gli indigeni. Ma basta ricordare cosa disse la Bergen in Soldato blu a proposito del motivo per cui non era rimasta con gli indiani, per capire come anche qui vada tutto a rotoli. Keller e De Grassi, una volta tanto primattori, son davvero bravi e gli indigeni vengono da compagnie teatrali di Broadway. Ottimo!

Alexpi94 31/05/18 01:46 - 186 commenti

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Il buon Liberatore torna ancora una volta in Polinesia (forse tentando di bissare il suo più grande successo) e crea un insolito mix tra esotico-erotico, dramma e avventura. Il risultato non è malvagio e ne vien fuori un prodotto ben diretto, intriso di violenza e dalla trama interessante (anche se non sfruttata al meglio). Le recitazioni non sono affatto disprezzabili, ma la lentezza è davvero smisurata e alcuni dialoghi (spesso parolacciari) non funzionano. Bellissime location, svariati nudi e piacevoli musiche arricchiscono il tutto.
MEMORABILE: Il triste finale; Le varie scene violente (con annessi dettagli sanguinolenti).

Buiomega71 17/08/21 01:13 - 2910 commenti

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La parabola del buon selvaggio, i massacri alla Soldato blu, spizzichi di esotico/erotico tanto caro a Liberatore, fugaci nudi integrali delle indigene, un equilibrio della convivenza che si muterà in umiliazioni, stupri e sangue. Inizio lento da tipico romanzo kiplinghiano (viene in mente L'uomo che volle farsi re), poi la tensione sale e gli argini si rompono, tra colpi in arrivo e uccisioni a freddo. Il mix non sempre funziona, ma De Grassi è uno psicopatico coi fiocchi che fa le prove generali per L'ultimo treno. Cannibal holocaust, con le dovute differenze, gli deve non poco.
MEMORABILE: La ragazza che cade fulcianamente dal dirupo e si schianta in un tripudio di sangue; Lo stupro da tergo ai danni della Pellegrini; L'urlo di guerra.

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  • Homevideo Buiomega71 • 25/03/17 10:21
    Consigliere - 25999 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Futurama:

    Edizione: 1987
    Durata effettiva: 1h, 38m e 54s

    Ultima modifica: 17/08/21 09:26 da Buiomega71
  • Musiche Lucius • 27/10/17 10:00
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:

    Ultima modifica: 27/10/17 10:39 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 17/08/21 10:30
    Consigliere - 25999 interventi
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     

    Dall'iniziatore del sottofilone dell'esotico/erotico un  film d'avventura parecchio esotico e ben poco erotico, parabola del buon selvaggio dagli echi kiplinghiani (viene in mente L'uomo che volle farsi re), dove la convivenza tra due razze di culture distanti anni luce è foriera di odio razziale e sopraffazione, che sfocerà nel sangue.

    Unica location una paradisiaca isola lontana agli occhi di dio e degli uomini, una comune mista pre hippiesca e dalle idee protocomuniste, e uno stuolo di ragazze esotiche da dividersi e da prendere come moglie (prima con le buone, poi con le cattive).

    Il mix di avventura, esotismo e erotismo non sempre è ben amalgamato e il film soffre di qualche lentezza (soprattutto all'inizio), ma nell'aria, tra le palme, le capanne e il mare incontaminato, si respira una tensione crescente, che sfocerà nel massacro, quando gli inglesi tenteranno di imporsi con le armi.

    Umiliazioni, stupri, violenze, imposizioni religiose daranno il via al bagno di sangue in cui in pochi si salveranno.

    E così Liberatore intinge "il tropico dei sensi" nella pura exploitation tra teste mozzate infilzate su dei bastoni, la Pellegrini stuprata da tergo da De Grassi, devastanti colpi di fucile, donne sparate a brucia pelo, sgozzamenti, lance conficcate in bocca in stile pre Venerdi 13, le donne chiuse in una porcilaia, gli inglesi costretti a cibarsi, a terra, mani legate, insieme ai maiali, carni lacerate e perforate (tra cui un'esecuzione per mano di una donna, come accadrà, in gruppo gineceo, in Nero veneziano), dolorosi aborti per non avere in grembo il seme marcio dei bianchi (gli inglesi hanno scelto alcune donne indigene per procreare). La supremazia della razza bianca non tarda a manifestarsi, con scampoli schiavisti  dominatori e la risposta dei neri (all'apparenza sottomessi) non tarderà ad arrivare , con grida di guerra e armi tribali alla mano.

    Liberatore si muove tra Soldato blu e scampoli di Arancia meccanica (sarà un caso che il gruppo di 9 inglesi siano vestiti di bianco come i drughi capitanati da Alex Delarge), l'amore e la libertà sessuale sono solo un pagliativo come fumo negli occhi (le ragazze, tutte nere, con i seni al vento, non sanno cosa sia la fedeltà, come facilmente vengono prese come mogli, così, altrettanto facilmente, vanno con altri uomini: il "marito" bianco torna nella capanna e vede la "sua" donna copulare con un altro, il capitano della ciurma di ammutinati assiste, di notte, tra le fresche frasche, alla "sua" compagna che si accoppia con un uomo nero della sua tribù) e, a parte qualche momento d'amore in fugaci nudi integrali (sia maschili che femminili) e dell'uomo sopra la donna che mena un pò troppo il sedere, la pruriginosità , tanto cara al genere, lascia il posto alla violenza e all'odio, alla devastazione e all'eccidio.

    Schegge "mondomoviesche" e proto cannibal adventure, esotic and erotic a intermittenza, uno squaletto pescato e agganciato con un amo, un uccello sparato, stupri e cristianesimo imposto con la forza e almeno due momenti di culto (la ragazza che cade fulcianamente dal dirupo schiantandosi in un tripudio inaspettatamente splatter, Malco vedovo affranto che, morta la "moglie", capricciosamente, ne vuole subito un'altra), poi la follia dell'isolamento prenderà il sopravvento.

    Ottimo De Grassi, psicopatico abbagliato dalla luce del sadismo che fa le prove generali per L'ultimo treno della notte, il vigliacco di Paolo Malco, il capitano smidollato e in preda alla pazzia di Hiram Keller, e il "buono" della ciurmaglia, Carlo Alessandro Puri Negri, che stà tra Zalman King e Marjoe Gortner e il comparto gineceo tutto composto da ragazze di colore (la causa di tutti i mali sembrano essere proprio loro: le donne).

    Brutte e tronfie le musiche di Augusto Martelli, qualche dialogo forzato di troppo, un Liberatore un pò indeciso se buttarla sull'avventura, sull'antropologico, sul politico o sull'erotismo esoticheggiante, ma è innegabile che Cannibal holocaust abbia più di un debito con la rivolta selvaggia contro la prepotenza sanguinaria dell'uomo bianco messa in atto dal futuro regista di Nero veneziano.
    Ultima modifica: 17/08/21 18:23 da Buiomega71