Toy story 4 - Film d'animazione (2019)

Una serie che non delude mai, e anche senza raggiungere i livelli del precedente, regala un capitolo godibilissimo, capace di parlare a grandi e piccoli, con messaggi dal valore universale, e figure di riferimento femminili forti che reggono nel bene e nel male le fila della storia. Raffinata caratterizzazione dei personaggi, ritmo, e animazione da stato dell’arte. Ottimo doppiaggio, pur se privo di una voce storica come quella di Frizzi.

Ritorno di una saga che sembrava aver detto tutto; invece gli autori tirano fuori una storia capace ancora di parlare a grandi e piccoli, risolvendo anche la mancanza di un personaggio nel capitolo precedente. Ci si diverte e, come sempre, si ammira la tenica d'animazione, fino a un finale strappalacrime che stavolta potrebbe essere la vera, degna conclusione. Forky è un personaggio nuovo ben scritto, tenero e comico, ben doppiato da Laurenti, mentre i vecchi Woody e Buzz hanno sempre il loro perché. Maggi è bravo, ma Frizzi manca.

Il film inizia nove anni prima dell'attuale presente, quando cioè Bo Peep lascia la casa di Molly (sorella di Andy, padroncino del noto Woody). Stavolta il "nostro" sceriffo se la dovrà vedere con una bambola di porcellana e la sua gang di pupazzi da ventriloquo... Qui a risaltare è la forza di volontà di chi - non sentendosi mai battuto - farà di tutto per seguire i propri ideali, pur rischiando di non ritrovarsi con chi poco prima gli era a fianco! Come i precedenti: risate & lacrimoni vanno a braccetto. Ottimo Luca Laurenti e, anche, il sostituto di Fabrizio Frizzi.

Ritroviamo i soliti protagonisti e scopriamo qualcosa in più del loro passato. Si sviluppa così una nuova avventura in un viaggio continuo tra nostalgia, diversità, speranza e con tanti nuovi personaggi, tutti desiderosi di affetto e non malvagi. Woody e Buzz si troveranno a dover ascoltare la loro coscienza e a capire ciò che realmente desiderano. Infine dovranno riuscire a sistemare i guai da loro combinati e a scegliere la strada migliore. Tanti messaggi positivi e input per le prime riflessioni e la crescita. Decisamente riuscito.

Superato il ventennio e a giudicare dal numero 3, la saga di Toy Story poteva aver detto tutto, tra amicizie rotte e riallacciate, invenzioni giocattolose, abbandoni e ritrovamenti vari. Quelli della Pixar, invece, puntano stavolta soprattutto sull'azione limitando allo stretto necessario le parti più melense. Ci si gode così un film al solito tecnicamente sopraffino, forse non troppo profondo od originale a livello di contenuti ma ben ritmato e con momenti molto divertenti. Piacevolissima la trovata del nuovo personaggio, Forky. Scacciapensieri.

Quarto capitolo della saga che si mantiene su buoni livelli, seppure un po' sotto a quello degli altri. A renderlo pienamente riuscito è sicuramente l'aver mantenuto più o meno intatta la capacità di emozionare e di parlare a grandi e piccoli. I ritmi sono buoni, sebbene siano meno scatenati che altrove, con un'ultima mezz'ora davvero notevole ed intensa che sa regalare grandi emozioni e persino commuovere. La tecnica è, ovviamente, sopraffina. I nuovi personaggi sono riusciti. In definitiva: un film veramente buono.

Di grande intrattenimento. La saga di Toy story continua con nuove vicende che da tradizione celano messaggi nascosti per adulti, mascherati dietro a un film per bambini. Gli spunti sono interessanti e la resa grafica è eccellente, giungendo in alcune sequenze al fotorealismo. Peccato si perda un po' la magia dei giocattoli che si muovono quando davvero sicuri di non essere visti: qui si comportano quasi come se nulla fosse in posti affollati. Non c'è probabilmente bisogno di un nuovo capitolo...

Nonostante l'arrivo del capitolo 4, Toy story è un format che non riesce matematicamente a risultare eccessivamente stucchevole o troppo privo di senso. Benché pecchi di qualche rallentamento, la cura per il dettaglio e per lo sviluppo della storia c'è e si vede. Come sempre il film non delude le aspettative e si lascia guardare fino alla fine senza alcun problema. Una menzione particolare per lo sviluppo della storia della pastorella.

Passati quasi 10 anni dall'ultimo splendido capitolo della saga, è inevitabile chiedersi se era proprio necessario aggiungere questo che, a parte l'epilogo, suona come un "repetita juvant". Certo la tecnica è sempre eccellente, i personaggi principali sono ormai entrati nell'immaginario collettivo, le gags simpatiche non fanno difetto, ma resta il sospetto che, alla base di questo ritorno alle origini della Pixar dopo oltre un ventennio dall'uscita del primo Toy Story, ci sia una certa stanchezza, frutto dell'affievolimento della sua carica innovativa.

Il quarto capitolo della celebre saga animata sconta un soggetto non all'altezza, che si dipana in seguito all'entrata in scena del personaggio meno convincente (la forchetta) finora creato dagli autori. A sopperire a tali lacune abbiamo un comparto tecnico da paura, con animazioni e colori di livello sopraffino e musiche sempre calzanti, tanto da riuscire, nell'ultima parte, a intenerire lo spettatore pur senza qualsivoglia colpo d'ala a livello di scrittura. Grande estetica e qualche bel momento, ma nel complesso il Toy Story minore.

Era quasi impossibile bissare lo straordinario risultato (in termini di qualità) del capitolo terzo e nemmeno il colosso Pixar è riuscito a mantenere l'asticella così in alto. Sia chiaro, la pellicola tecnicamente è ineccepibile e il carrozzone di colori è di indiscusso livello. Pecca totalmente nella sceneggiatura sia nella storia (oltremodo banalotta) sia nell'introduzione di nuovi personaggi non all'altezza (Forky doppiato discretamente da Laurenti). Rimane uno spettacolo soddisfacente, ma che manca di profondità per far gioire pure il pubblico più adulto.

Classico sequel non necessario: con questo quarto episodio si aprono strade superflue che banalizzano quanto si era narrato in precedenza e se ne chiudono altre senza che se ne sentisse il bisogno. La storia sembra un riciclo di idee già trattate nei primi capitoli (giocattoli da recuperare, regimi tirannici), alcune new entry (fra cui il gradito ritorno di Bo Peep in veste di bambola smarrita autosufficiente) sono divertenti, ma resta poco spazio per i vecchi amici. Il finale, inoltre, sembra snaturare la figura di Woody. Sarebbe stato molto meglio far finire la saga con il terzo.