Stranizza d'amuri - Film (2023)

L’amicizia e poi l’amore tra due ragazzi nella Sicilia degli anni 80, in memoria del delitto di Giarre, diventa un affresco su quell’epoca in quel luogo filtrato dallo sguardo affettuoso degli autori verso l’adolescenza. Ma a dispetto del tema e della storia pesa la convenzionalità: della sceneggiatura (dal lungo incipit di contestualizzazione ai dialoghi), della rappresentazione dell’omosessualità, della regia (con qualche bel guizzo su un’impostazione piatta), della recitazione, della fotografia… Buona confezione senza mordente.

Nella Sicilia degli Anni Ottanta un ragazzino omosessuale viene deriso dai coetanei, ma la madre è sempre dalla sua parte. La pellicola parte dall'infanzia di Totò per raccontarne la crescita fisica e la diversità sessuale in una maniera tenera (in netto contrasto alla mentalità ottusa della gente), riuscendo a non far pesare la durata superiore alla media: la ricostruzione degli ambienti, dei colori e dell'atmosfera dell'epoca è davvero notevole, la sceneggiatura buona, il cast convincente (sebbene i più bravi risultino gli attori giovani chiamati in ruoli complessi). Da vedere.

Delicata ricostruzione da parte di Beppe Fiorello di una storia di ragazzi degli anni Ottanta, sospesi tra le gioie dell'adolescenza e le cattiverie contro gli omosessuali che possono anche spingersi fino all'omicidio. Fiorello dirige con mano sicura una vicenda che ha aspetti tradizionali e un po' stereotipati ma che comunque risulta interessante e coinvolgente. Bravi i due ragazzi.