Il collezionista - Film (1997)

Il collezionista
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Kiss the girls
Anno: 1997
Genere: thriller (colore)
Note: Tratto dall'omonimo romanzo di James Patterson. Seguito da "Nella morsa del ragno" e "Alex Cross - La memoria del killer".
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

È difficile trovare un film tanto zeppo di luoghi comuni. Definirlo banale sarebbe un complimento, perché questo è solo un collage, un accurato e meticoloso lavoro di copiaggio e incollaggio. Partendo chiaramente dal modello SEVEN (opera di ben altra portata), da cui viene prelevato il buon Morgan Freeman (che però in coppia con Brad Pitt aveva tutt'altro effetto) e rubate la fotografia sporca e cupa nonché le scenografie iperparticolareggiate, IL COLLEZIONISTA vorrebbe anche riprendere alcuni personaggi tipici dei romanzi di Thomas Harris (quello del SILENZIO DEGLI INNOCENTI)....Leggi tutto In realtà le meticolose indagini di Clarence Sterling o Will Graham sono approfondite con una cura sconosciuta al COLLEZIONISTA, nel quale Cross/Freeman si limita a una blanda ricerca negli archivi computerizzati della polizia e a colpi di fortuna che nemmeno Derrick si sogna. Tutto sa di vecchio, di riciclato e il regista non si risparmia clamorosi déjà vu come la fuga tra i rami puntuti della foresta (e immancabili cadute) ripresa col solito montaggio furioso o, udite udite, il salto dal ciglio del burrone nel torrente sottostante con tanto di gioco di sguardi e ralenti al momento del tuffo (cosa che ormai si vergognerebbero di fare persino Stallone e Schwarzenegger). Che dire poi dei personaggi: Freeman è il classico psicologo-poliziotto incapace di usare la pistola (salvo nel finale, ovviamente), la ragazza è l'eroina più forte di tutto e di tutti (antipatica oltre ogni limite di sopportazione) buona e brava, il maniaco è il più tipico serial killer che si possa immaginare (con maschera anti-riconoscibilità, of course), collezionista di donne giovani e belle (ma quale novità!). Come sempre da una parte i buoni e dall'altra i cattivi (e il colpevole, per chi è avvezzo ai thriller made in USA, si rende identificabile non appena entra in scena), con la nipote del protagonista a fare da vittima ed elemento scatenante per la rabbia dello zio poliziotto. Si potrebbe andare avanti a citare scopiazzamenti per ore, ma a che pro? Resta solo una buona scenografia per l'antro del serial killer, una professionalità registica rispettabile, una recitazione corretta. Ma quale senso può avere un tale potpourri, questa incredibile macedonia di stereotipi e luoghi comuni?

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Galbo 27/12/07 07:20 - 12372 commenti

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Il regista Gary Felder autore dell'originale e riuscito Cosa fare a Denver quando sei morto torna con questo thriller di stampo decisamente convenzionale ma non privo di un certo fascino, affidato sopratutto alla carismatica figura di Morgan Freeman del panni del criminologo Cross a cui fa da contraltare la brava coprotagonista Judd. Per il resto il film si traduce nella solita caccia al serial killer di turno con alcuni momenti ben realizzati ma che devono molto a pellicole precedenti, in primis Il silenzio degli innocenti. Discreto

Redeyes 12/03/08 10:06 - 2442 commenti

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Io adoro Patterson ed il personaggio di Alex Cross e guardando questo film non mi spiego cosa mai possa averci a che fare Freeman con lui... Mah, misteri della fede! Freeman è statico come un monaco in meditazione, è immanente e noioso; Cross, mi sbilancio, sarebbe stato un personaggio per Denzel Washington, insomma un lui più tonico. Comunque, sfogo a parte, anche dimenticando il libro questo film è poca cosa. Stereotipizzazione esasperata e cast asssolutamente sottotono. Il sequel è un po' meglio.

Pigro 5/06/08 14:47 - 9623 commenti

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La solita storia del solito serial killer, con soliti annessi noiosi e prevedibili si sviluppa con solita professionalità standard made in Usa per il solito pubblico. Incongruenze e stereotipi si accavallano senza riuscire a trasmettere un vero brivido allo spettatore. Da salvare la recitazione impassibile di Morgan Freeman (della serie “che ci faccio qui?”) e la buona tecnica di ripresa e montaggio in qualche sequenza.

Cotola 3/11/09 18:47 - 8998 commenti

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Il film precedente del regista lasciava ben sperare e invece poi è arrivata questa insipida minestra riscaldata. Ci si trova, infatti, dinanzi al solito thriller sul solito serial-killer con tutti i soliti ingredienti del caso. C'è da meravigliarsi quindi se non si provi un briciolo di emozione nel vedere pellicole del genere? Credo che la domanda sia alquanto retorica.

Cangaceiro 5/02/10 11:41 - 982 commenti

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Risulta persino difficile scrivere 500 caratteri di commento a questo film. Si tratta infatti del thriller più fiacco, inconsistente e scontato che abbia mai visto. La sceneggiatura ha un impianto ormai frusto e inflazionato corroborato da una pessima regia piena di inquadrature da geometra e di bruschi movimenti di macchina sparsi senza senso. Mettendoci pure una durata non indifferente l'abbiocco più che un rischio diventa una certezza. L'unico attore degno di nota è Freeman, mai così spento e abulico come in tal caso. Esiste il mezzo pallino?

Capannelle 16/04/10 08:44 - 4394 commenti

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Rivisto una seconda volta denuncia tutti i suoi limiti. Rimangono intriganti quel sottoterra che ospita le ospiti forzate di Casanova e le istruzioni del sadico per le malcapitate, ma il resto è prevedibile e girato a luci spente. E quando si cerca di mescolare le carte con doppi e tripli mostri l'esito risulta troppo contorto.

Ale nkf 5/05/10 15:14 - 802 commenti

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Morgan Freeman dà, come è solito, il meglio di sè, ma questa volta non basta per una discreta riuscita. La trama è sempre la stessa, il solito serial-killer con dei problemi mentali che rapisce delle giovani donne per far loro del male. L'unica cosa positiva è che nel finale c'è un bel colpo di scena e una buona suspance, ma per il resto è da evitare.

Daniela 18/06/12 13:30 - 12606 commenti

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Dopo Denver, Gary Fleder ha preso una strada sbagliata che l'ha portato a dirigere film magari corretti ma poco convincenti come La giuria oppure patacche come questo Collezionista, scopiazzatura di Seven da cui eredita uno dei co-protagonisti. Ma se là Freeman e Pitt dovevano affrontare un signor Nessuno di nefasta grandezza, qui siamo di fronte al solito serial killer disturbato e neppure troppo furbo. Completa il quadro Ashley Judd in uno dei suoi primi ruoli di donna tosta e determinata che avrebbe poi replicato molte volte. Film mediocre.

Rambo90 8/03/13 22:51 - 7661 commenti

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Un thriller riuscito, non originale ma nemmeno disprezzabile. La storia del serial killer è sempre la stessa (pure se con le dovute modifiche), ma verso la fine si ingarbuglia regalando qualche buon colpo di scena. Anche il cast è buono: Morgan Freeman è al suo meglio, la Judd offre una buona prova e il cast di contorno non è anonimo. La regia di Fleder, poi, è abbastanza una garanzia, nel genere. Buono.

Pumpkh75 11/11/13 10:23 - 1736 commenti

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La fiera della mediocrità. Lo sviluppo giallo non è del tutto disprezzabile, ma troppo diluito da passaggi inutili e completamente privo di momenti di vera tensione: le due ore di film si esauriscono senza aver ricevuto un minimo stimolo e dopo averci donato una misera manciata di sequenze soddisfacenti. Non eccezionali Freeman e la Judd, inferiori al cast di contorno e regia discretamente scolastica: un dolce oblio lo attende.

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Furetto60 25/03/15 09:13 - 1192 commenti

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Il film, come il romanzo thriller di Patterson, risente di situazioni assai sfruttate: la pappa del serial killer ingegnoso, crudele, sfuggente come l’amico della porta a fianco l’abbiamo mangiata fino a scoppiare. Rispetto all’opera letteraria, che non m’era piaciuta, qui salvo le prove del monolitico Freeman e della tosta Judd, ruolo che evidentemente le si addice. Per il resto l’ho trovato scontato, poco realistico e alla ricerca di una spettacolarizzazione dal facile consenso.

Almicione 31/01/16 14:10 - 764 commenti

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Il solito thriller, ma funziona. Sebbene la regia mostri talvolta la sua inesperienza, le riprese nella foresta sono notevoli e anche la tana del collezionista merita una menzione. Freeman riesce da solo a reggere il peso del cast e insieme alla Judd forma una buona coppia (che rivedremo pochi anni dopo). La trama contiene invece delle falle, delle incomprensioni e alcuni dettagli tirati in ballo e lasciati morire indegnamente. Tuttavia il ritmo coinvolge e in generale il film, per quanto non sia niente di straordinario, si può vedere.

Saintgifts 21/12/16 10:56 - 4098 commenti

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Se c'è una cosa che ho poco apprezzato in questo thriller è proprio ciò che avrebbe dovuto essere il piatto forte: il finale. Totalmente buttato lì, come a dire: "eravate soddisfatti della bella torta? Ecco la ciliegina". Ciliegina amara che rovina anche quel che di buono c'era in tutta la torta. In primis l'interpretazione di Freeman, compassata e attenta, che mette a proprio agio facendo prevedere indagini intelligenti, poi una Judd matura e fisicamente adatta, che ricopre bene il suo ruolo. Niente di veramente nuovo nel genere, ma apprezzabile.

Belfagor 1/11/16 20:27 - 2689 commenti

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Il detective Cross indaga su un maniaco che prende di mira donne belle e realizzate. Freeman si ripropone in un ruolo investigativo dopo Seven e la Judd è una versione più tosta di Clarice Starling, ma questo serial killer non è John Doe né tantomeno Buffalo Bill e la regia di Fleder è priva della classe di Demme e delle suggestioni di Fincher. Il risultato è un prodotto derivativo e scontato, che raggiunge la sufficienza solo per le prove discrete dei protagonisti.
MEMORABILE: Il primo delitto nel bosco.

Piero68 25/03/19 14:46 - 2955 commenti

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Serial-killer e dintorni. Anzi, doppio serial-killer in cerca di sfida. Nonostante un soggetto potenzialmente vincente, ne viene fuori una pellicola modesta, girata con scarso mestiere e con poche parti tensive. In due parole: una delusione. Perché il buon cast, su cui svetta il solito professionista Freeman, può poco o niente di fronte alla regia di Fleder che, con tutto il rispetto, non è certamente né Fincher né De Palma. Convince anche la giovane Judd in versione "donna tosta" e il cattivo è adeguatamente disturbato. Ma mancano i fondamentali.

Deepred89 9/11/20 01:44 - 3701 commenti

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Seppur indubbiamente derivativo, un thriller lineare ma dinamico nella sua struttura, onesto, girato con mestiere (chiudendo un occhio sui ralenti), che si fa ricordare per una figura di serial killer psicologicamente più interessante della media, quasi almodovariano nel suo delirante narcisismo, dotato di una potente aura mefistofelica. Personaggi secondari troppo anonimi perché il whodunit possa regalare sorprese e così, una volta svelate le carte, Fleder alza i toni sfoderando quel pizzico di violenza fino ad allora negato. Buone ambientazioni, Freeman impeccabile, grande spasso.
MEMORABILE: La folle corsa nei boschi, verso metà film.
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