Discussioni su Zombi - Film (1978)

DISCUSSIONE GENERALE

  • Noncha17 • 10/05/17 02:00
    Magazziniere - 1068 interventi
    Dario Argento presenta il film "Zombi" di George A. Romero (1978)
    Biennale Democrazia, Teatro Regio di Torino, Domenica 2 Aprile 2017


    Filmato
  • Schramm • 28/06/22 17:45
    Scrivano - 7694 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    E' strano come l'Argento's cut abbia reso il film molto più commerciale e affine alle logiche d'intrattenimento americane, mentre la director's cut rivendica un taglio molto più autoriale, impegnato, affine al cinema di derivazione europea. Argento ne ha ricavato un grande horror spasmodico e grafico, teso fra scariche di azione e stasi, ma la natura originaria del film è tonale, stratificata, passa dall'umorismo all'angoscia, dall'allegoria all'action, dall'introspezione allo splatter eversivo. Certo, Romero non ha mai disconosciuto l'Argento's cut, ma nella director's (che è poi semplicemente più lunga della theatrical) anche le musiche dei Goblin assumono una connotazione specifica, narrativa, mentre nella versione italiana hanno una funzione principalmente ritmica e atmosferica. Ho fatto un po' fatica inizialmente a rinunciare al doppiaggio nostrano (che è molto bello), all'orrore zombico-compulsivo di Argento per entrare in una dimensione così genuinamente politica, sociale e sovversiva come l'edizione originale, ma alla fine non ho dubbi: Romero vince.

    Che ne pensate?
    tardi, ma meglio che mai, ho alleluja e osanna finalmente inforcato la full extended da circa due ore e mezzo e sempre tardi ma meglio che mai posso dirti la mia a riguardo. l'aspetto sul quale mi trovi principalmente concorde è il differentissimo uso della musica, che rende le due versioni quasi due film a sé.
    in quella di romero rende tutto straniante e umoralmente diversificato e molto vicino alla sfera del sogno strano e buffo, al punto che solo a singhiozzo il film repelle spaventa o inquieta, arando tutt'al più i terreni del grottesco oppiaceo che quelli dello spaccato apocalittico a tutto vapore, assai più preponderante e meno sfumato nella cut argentiana, più ritmicamente sincopata.

    vero anche tutto quanto dici circa le diramazioni e stratificazioni della cut romeriana, che rendono il film quasi dispersivo e privo di un preciso centro identitario, comunque horror tra l'altro, non anzitutto - l'impressione sovrana è stata più di essere davanti a una rough cut e in tal senso fece bene argento a rimetterci mano e snellirlo, rendendolo un horror tour court più appetibile per il pubblico e il cultore che molto probabilmente avrebbe storto la bocca davanti a un blocco così schizofrenico, che si concede trasognate e introverse pause da gattamorta o indulge nell'ultroneo.

    fossi stato alla moviola al posto suo, circa metà di quanto sacrificato l'avrei tenuto - su tutto gli end credits con gli zombi che riempiono esponenzialmente tutto lo spazio del mall con la melensa muzak in sottofondo (ecco da dove fulci ha attinto per il finale del suo apocrifo n.2). e poi certamente scene top quasi al confine con la comicità (e, di nuovo, con la grammatica dei sogni più bislacchi) come quella della testa segata dalle pale dell'elicottero.
    mentre altre situazioni erano invece, nel loro prolungarsi, pericolosamente ridondanti e oggettivamente innecessarie.

    anche il doppiaggio cambia effettivamente di parecchio le carte in tavola: non che quello italiano non vada (anzi anche a me piace), ma, come dire, sdoppia i personaggi - e di conseguenza aumenta l'impressione che siano due film totalmente diversi. il loro carattere e la loro identità varia al variare della versione; nel cut romeriano le battute hanno, specie in bocca a foree, un'impostazione tonale impastata e sonnolenta, quasi rassegnata, quasi sempre a un passo di chi vorrebbe ridere ma sa di non poterselo permettere, mentre in quella italiana è molto più quadrata e severa e fa di lui un personaggio più spigoloso, compatto e unilaterale.

    circa gli intenti autoriali, non sono granché convinto vi fossero. la mia impressione è se mai stata quella di un'incapacità a calibrare e gestire troppi ingredienti troppo diversi tra loro, dovuta a un impeto massimalista, e a voler dire e ribadire più dello stretto necessario. in tal caso trovo molto curioso l'intervento di bonifica così chirurgico di uno come argento, che a quei tempi era nel pieno del proprio barocchismo e massimalismo wagneriano.

    so cosa ti stai chiedendo: ma in tutto ciò, da che parte stai?
    da entrambe: se voglio un horror ecceduto, rivedo il george cut. se rivoglio il finimondo senza fronzoli, la dario cut e via andare.

    Ultima modifica: 28/06/22 21:22 da Schramm
  • Rebis • 29/06/22 11:49
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ciao Schramm, ho rivisto l'intero ciclo questo inverno in compagnia di amici che ne erano completamente digiuni. Per il secondo capitolo hanno deliberato per il director's cut, visto che lo spirito della maratona era rigorosamente romeriano. Venendo da La notte dei morti viventi, mi è sembrato che per loro sia stato più facile entrare nell'atmosfera di Dawn piuttosto che, per dire, del Giorno degli zombi, che ha un clima apocalittico, un ritmo sincopato e una vocazione gore ottantina che sembrano ereditate proprio dal cut di Argento - lungimirante anche come produttore, imprimendo un taglio da horror kolossal che rispondeva alle aspettative del pubblico delle grandi sale. L'evoluzione stilistica di Romero nell'arco dei sei film è sbalorditiva, dimostrando una capacità rara per un autore di genere di sintonizzarsi perfettamente al linguaggio cinematografico corrente. Land e Diary sembrano girati da un regista trentenne da quanto sono moderni. Per non parlare della densità dell'intero testo zombico romeriano, tra le analisi e riflessioni più profonde sulla società moderna cui mi sia capitato di mettere occhi e cervello. Credo che se si considera la saga come sviluppo, maturazione della sua poetica e del suo stile, la director's di Zombi sia imprescindibile. Se invece lo si affronta singolarmente, l'edizione di Argento è sicuramente più divertente e impattante.

  • Schramm • 2/07/22 19:25
    Scrivano - 7694 interventi
    >>> Venendo da La notte dei morti viventi, mi è sembrato che per loro sia stato più facile entrare nell'atmosfera di Dawn piuttosto che, per dire, del Giorno degli zombi, che ha un clima apocalittico, un ritmo sincopato e una vocazione gore ottantina che sembrano ereditate proprio dal cut di Argento

    ...che è in assoluto il capitolo che più amo, anche più dei due precedenti, proprio per il suo elevarli così definitivamente al cubo e oltre. e anche da un punto di vista "sociologico" (perdonami, si schiuma), oltre il contesto militaresco e da fine di tutti i tempi trovo che non ci si poteva proprio spingere più a fondo, se mai più a lato. tanto più che non ho mai particolarmente apprezzato tutto quanto lo ha seguito (terra poi, non l'ho decisamente digerito)... la riuminazzazione degli zombi era l'ultima carta giocabile per provare a dare una qualche contenibilità al danno, giocata come sappiamo quella il rischio di sconfinare nell'ultroneo e - stavolta sì! - nella pretesa autoriale di chi deve impartire metaforiche lezioni è bello grosso.

    comunque per me la george cut non è meno bella e meno valida della dario one, ma sono davvero due film di segno e impatto diversissimi, al punto che a parer mio meriterebbero due diverse schede. ma non diciamolo troppo forte o a zender prende un coccolone.
    Ultima modifica: 2/07/22 19:28 da Schramm
  • Mariozombi • 28/08/22 12:13
    Disoccupato - 2 interventi
    Cerco da anni una registrazione da tv anni 80 di questo che è il mio film preferito, insieme a la notte dei morti viventi. Ne possiedo una copia anche in 35mm tale è la mia fissazione
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Rebis ebbe a dire:
    E' strano come l'Argento's cut abbia reso il film molto più commerciale e affine alle logiche d'intrattenimento americane, mentre la director's cut rivendica un taglio molto più autoriale, impegnato, affine al cinema di derivazione europea. Argento ne ha ricavato un grande horror spasmodico e grafico, teso fra scariche di azione e stasi, ma la natura originaria del film è tonale, stratificata, passa dall'umorismo all'angoscia, dall'allegoria all'action, dall'introspezione allo splatter eversivo. Certo, Romero non ha mai disconosciuto l'Argento's cut, ma nella director's (che è poi semplicemente più lunga della theatrical) anche le musiche dei Goblin assumono una connotazione specifica, narrativa, mentre nella versione italiana hanno una funzione principalmente ritmica e atmosferica. Ho fatto un po' fatica inizialmente a rinunciare al doppiaggio nostrano (che è molto bello), all'orrore zombico-compulsivo di Argento per entrare in una dimensione così genuinamente politica, sociale e sovversiva come l'edizione originale, ma alla fine non ho dubbi: Romero vince.
     
    Che ne pensate?


    Non saprei Rebis, io adoro visceralmente la versione approntata da Argento (d'altronde all'epoca delle vhs e dell'emissione televisiva uncut-come Odeon tv-circolava solo quella), e non ho mai visto il montaggio originario.

    Del film (che ho appunto visto 25 volte) ho la registrazione da Odeon di metà anni 80 e il dvd No Shame (ma a disco singolo, quello con il "rimaneggiamento" argentiano), quindi rimango affezionato a quella versione, e non riuscirei mai a vedere la Director's cut (pur essendo un fan di Romero)

    Non saprei che dirti in realtà, non avendo mai fatto raffronti...

    Ah, stesso discorso vale per Martin


  • Von Leppe • 28/08/22 12:38
    Call center Davinotti - 1104 interventi
    Bella anche la versione di Romero; ho sentito però la mancanza dei Goblin, soprattutto di Zaratozom.

    SPOILER

    I titoli di coda romeriani sono precursori di Evil Dead e, forse, debitori dei Tre volti della paura.
    Ultima modifica: 28/08/22 12:43 da Von Leppe