Discussioni su Zombi - Film (1978) | Pagina 2

DISCUSSIONE GENERALE

  • Didda23 • 17/08/13 01:52
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    Domanda. Visto che sono due versioni completamente diverse, perché non si fa una doppia scheda?
  • Buiomega71 • 17/08/13 10:24
    Consigliere - 25934 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Può essere umile quanto vuole e credo anzi che lo sia, dico che il suo cinema è ambizioso (vedi La stagione della strega)

    E guarda caso il Romero che amo di più (fuori dagli zombi), insieme a Martin
  • Zender • 17/08/13 10:36
    Capo scrivano - 47726 interventi
    No, doppie schede solo in casi eccezionali Didda e soprattutto per film che ri-escono al cinema in versioni diverse.
  • Rebis • 18/08/13 00:16
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Per altro rispetto ad altre director's cut (tipo Blade Runner dove le differenze tra le due versioni sono minime ma hanno una portata massima - soprattutto a livello di senso generale) la versione europea non cambia le carte in tavola e non modifica gli avvenimenti: c'è tutto, ma in quantità e con un rilievo diverso... è proprio una questione di stile ;)
    Ultima modifica: 18/08/13 00:17 da Rebis
  • Zender • 18/08/13 11:48
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Sì certo, concordo. La differenza tra le due versioni in questo caso è proprio questa. Oltre tutto non sono solo queste le due versioni del film... Anche sul dvd ce n'è di ulteriori, mi pare.
  • Schramm • 18/08/13 13:41
    Scrivano - 7694 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Rebis: ma ambizioso non intendo personalmente. Può essere umile quanto vuole e credo anzi che lo sia, dico che il suo cinema è ambizioso (vedi La stagione della strega)

    infatti è un madornale vizio di forma mettere sul medesimo piano umiltà e modestia. un artifex può essere umile ma le sue opere possono essere grandiose (o ambiziose), e anche viceversa: magari è superbo megalomane ambizioso, ma sforna mediocritas.

    sono comunque tra i pochi (?) che non ha mai/ancora visto l'edizione primigenia, la inseguo da sempre ma ormai è tanto se ho tempo per vedere uno spot pubblicitario o un cortometraggio
    Ultima modifica: 18/08/13 18:08 da Schramm
  • Rebis • 18/08/13 15:46
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Sì le versioni sono tre: Argento's cut (versione europea), Director's cut e Theathrical (versione americana). Ma le ultime due differenziano solo per il minutaggio (più lunga di circa 15 minuti la Director's): sono state reintegrate scene di dialogo, raccordo e un paio di dettagli splatter, ma per il resto sono identiche.

    Francamente, umile o modesto che sia, non riesco a intendere Romero come regista ambizioso oltre le sue capacità: non ho visto La stagione della strega, che comunque dovrebbe essere un film sperimentale e anomalo rispetto al resto della sua produzione. Ripeto, i limiti e i difetti nelle sue opere mi sembrano dovuti più agli interventi e alle imposizioni dei produttori che a delle sue deficienze registiche (e la cosa è particolarmente vera per La metà oscura - sottratto al montaggio - e Monkey Shines - edulcorato). Quando lavora al pieno delle possibilità materiali e artistiche (cosa avvenuta assai di rado, per un regista che ha sfornato parecchi cult), Romero riesce a mantenere un grande equilibrio tra forma e contenuti, considerato anche che non è facile né comune fare del cinema horror d'autore che rimanga valido sia sul piano dell'intrattenimento popolare (l'horror) che su quello dei contenuti (l'autorialità).
    Ultima modifica: 18/08/13 15:51 da Rebis
  • Buiomega71 • 18/08/13 16:23
    Consigliere - 25934 interventi
    Rebis ebbe a dire
    Romero come regista ambizioso oltre le sue capacità: non ho visto La stagione della strega, che comunque dovrebbe essere un film sperimentale e anomalo rispetto al resto della sua produzione.

    Bhè, in realtà, in La Stagione..., lo zio George prova un pò a fare il Bergman (difatti, a parte l'inizio con l'incubo allucinato alla Gerard Damiano, il film e un drammatico tout-court e spacciato per un horror che in fondo non e),e a fare l'autore europeo un pò "underground". Ma al di là di tutto e uno dei miei Romero preferiti (insieme a Martin) fuori dalla "zombi opera", con l'agonia finale del marito di Joan che lascia il segno perenne. Insomma, io l'adoro, ma posso capire che molti l'abbiano odiato (non e un film per "tutti", me ne rendo conto)

    Taccio sulla Metà Oscura e soprattutto su Monkey Shines

    Forse, ma la parola andrebbe letta tra le righe, il Romero più "ambizioso" e stato quello di Knightriders (portare, ai giorni nostri, la leggenda di Re Artù), film che ancora devo ben metabolizzare (visto secoli fà) e che avrebbe bisogno di una rispolverata. Ancora adesso, per quel che mi ricordo, non saprei darle un giudizio effettivo.
  • Rebis • 18/08/13 17:56
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Però molti autori hanno tentato una rilettura del ciclo bretone o di Shakespeare senza per questo essere tacciati di eccessiva presunzione... Il problema qual è, che lo ha fatto un regista che viene dall'horror?
    Ultima modifica: 18/08/13 17:58 da Rebis
  • Buiomega71 • 18/08/13 18:43
    Consigliere - 25934 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Però molti autori hanno tentato una rilettura del ciclo bretone o di Shakespeare senza per questo essere tacciati di eccessiva presunzione... Il problema qual è, che lo ha fatto un regista che viene dall'horror?

    Come al solito sono stato frainteso (essì che avevo scritto parola letta tra le righe, ma vabbè...)

    Knightriders, almeno a parer mio, e forse il lavoro più "ambizioso" di Romero.

    Anche per il solo fatto di voler uscire da un genere (cosa, tra l'altro, che Romero aveva già fatto-in parte-con La Stagione Della Strega e con There's Always Vanilla) e trasportare Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda (su rombanti motociclette) nell'america dei primi anni '80, costruendo un racconto corale dell'america amara quasi alla Robert Altman. Però, ahimè, su certo tipo di cinema, Romero non e Altman, e i limiti si notano...

    Per me si, "ambizioso" (e magari, visto il tema, anche coraggioso, perchè no) il voler uscire dal successo di Zombi e intraprendere altre strade (con la solita Romero-Factory), ma che poi si sono rivelate irte di buche fallaci.

    Forse e stato ambizioso anche John Boorman con Excalibur (per carità), che io trovo un capolavoro assoluto, ma tant'è...
    Ultima modifica: 18/08/13 18:47 da Buiomega71
  • Rebis • 18/08/13 18:52
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ma no, Buio, avevo capito cosa intendevi. Mi riferivo all'ambizioso senza virgolette di Zender: progettualmente lo è senz'altro, sono d'accordo, anche solo per aver concepito Zombi o la sceneggiatura originale de Il giorno in stile Apocalypse Now. Ma dire che lo è senza avere le qualità per farlo perché ha girato opere controverse come La stagione o Knightriders non mi sembra un'argomentazione molto convincente :)
    Ultima modifica: 18/08/13 20:17 da Rebis
  • Buiomega71 • 18/08/13 18:55
    Consigliere - 25934 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Ma no, Buio, avevo capito cosa intendevi. Mi riferivo all'ambizioso senza virgolette di Zender: progettualmente lo è senz'altro, sono d'accordo, anche solo per aver concepito Zombi o la sceneggiatura originale de Il giorno in stile Apocalypse Now. Ma dire che lo è senza avere le qualità per farlo perché ha girato opere controverse come La stagione o Knightriders non mi sembra una grande argomentazione a sotegno della tesi :)

    Ah, sorry Rebis...

    Concordo in toto con te sull'ambizioso (senza virgolette) definito da Zender.
  • Zender • 18/08/13 21:41
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Voglio dire che da quel che ricordo La stagione della strega ad esempio mi aveva dato l'impressione di afrontare grandi temi senza la necessaria profondità. In parte un po' l'impressione che mi aveva dato Malick nella Sottile linea rossa (tanto per dire che la tecnica o il genere non c'entrano nulla) o che Romero mi ha dato anche in Bruiser. L'impressione di chi tenta di fare discorsi ambiziosi senza possedere la necessaria capacità per sostenerli con dialoghi e personaggi. Romero a parer mio funziona benissimo quando passa alle metafore, meno se il gioco è scoperto e affronta appunto direttamente temi concreti e complessi.
  • Rebis • 19/08/13 11:19
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Voglio dire che da quel che ricordo La stagione della strega ad esempio mi aveva dato l'impressione di afrontare grandi temi senza la necessaria profondità. In parte un po' l'impressione che mi aveva dato Malick nella Sottile linea rossa (tanto per dire che la tecnica o il genere non c'entrano nulla) o che Romero mi ha dato anche in Bruiser. L'impressione di chi tenta di fare discorsi ambiziosi senza possedere la necessaria capacità per sostenerli con dialoghi e personaggi. Romero a parer mio funziona benissimo quando passa alle metafore, meno se il gioco è scoperto e affronta appunto direttamente temi concreti e complessi.
    Ok, Zender, così riesco a seguirti. E' vero, Romero quando lavora allo "scoperto", fuori dal genere horror, rischia di non andare a fondo nelle questioni, di illustrarle senza coglierne i nessi causali. Il genere gli conferisce una solidità allegorica, una completezza che probabilmente non avrebbe senza. Però è un discorso che si può estendere anche ad altri grandi del cinema horror, come Craven e Carpenter, i cui film soddisfano senz'altro la ricezione più epidermica del genere, ma hanno chiaramente lo scopo di riferire a questioni che vanno ben oltre il puro cinema horror. Io credo che Romero, in questo, sia particolarmente bravo, perché riesce a rendere i suoi film sintomatologici di un periodo storico, a illustrare dei concetti politici senza diventare polemico o retorico; inoltre la definizione dei suoi personaggi è sempre molto accurata, ha dei tocchi di grande originalità pur muovendosi all'interno di una griglia di caratteri piuttosto convenzionale.

    Ieri sera mi sono (ri)visto La terra dei morti viventi, e ciò che più mi ha colpito è la sua capacità di essere ancora all'avanguardia, sintonizzato con la contemporaneità, senza zombi ipercinetici e senza stravolgere la sua poetica e il suo stile. Insomma, ritrovarsi davanti a un film del 2005 così profondamente romeriano e allo stesso tempo così moderno è esaltante... la cosa non è riuscita altrettanto bene a suoi più paludati colleghi.
    Ultima modifica: 19/08/13 11:22 da Rebis
  • Zender • 19/08/13 21:20
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Ehi Rebis, sia chiaro: a me Romero piace, eccome! E sono completamente d'accordo con te per la Terra dei morti viventi, secondo me stroncato ingiustamente da più parti e invece autentico, sanguigno, vero. E' anche vero che al contrario lo zombi successivo (Cronache) non mi è piaciuto per nulla, ma tant'è... Certo, lo stesso discorso può esser fatto per altri suoi colleghi, i quali però mi sembrano meno "ambiziosi" (uso le virgolette stavolta) o perlomeno (vedi il Carpenter del Signore del male) più consci delle loro capacità (al livello di cui si parlava, quindi non tecnico). Chi invece a parer mio ha affrontato l'horror in modo ambizioso ma con la profondità che manca a Romero è Cronenberg, ma qui il discorso si allargherebbe troppo...
  • Rebis • 19/08/13 21:44
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Sì, certo, e non è un caso, credo, che Cronenberg abbia poi abbandonato l'horror perché troppo limitante per la sua poetica. Il signore del male in effetti è uno degli horror più ambiziosi di sempre e per me rimane un capolavoro proprio perché non ha paura di andare fino in fondo a costo di perdersi, rarefarsi. Vedrò Le cronache e Survival in questi giorni e ti saprò dare un parere più circostanziato su Romero, anche se a questo punto penso che - con calma - mi rivedrò tutti i suoi film rimediando così anche alle lacune.

    Quello che voglio dire, y final, è che è normale che all'interno della carriera di un regista - soprattutto di film di genere, prodotti spesso in condizioni insufficieti - ci siano picchi e cadute; è successo a tutti, ma noi (horror maniaci) li amiamo, di solito, per le vette raggiunte e per questo siamo ben disposti a perdonargli le cadute. Penso che Romero solo con la tetralogia degli zombi (ma potremmo aggiungere, per l'unanimità dei consensi, almeno Martin e Creepshow...) si meriti il nostro rispetto :)
    Ultima modifica: 19/08/13 21:45 da Rebis
  • Buiomega71 • 19/08/13 21:49
    Consigliere - 25934 interventi
    Rebis ebbe a dire
    ma potremmo aggiungere, per l'unanimità dei consensi, almeno Martin e Creepshow...) si meriti il nostro rispetto :)

    Per me il rispetto va ad ogni director (anche a Fred Vogel o Lucifer Valentine, per dire)

    Io Romero non lo rispetto...Lo adoro alla follia! Essendo uno dei miei autori del cuore :)
  • Rebis • 19/08/13 21:53
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:


    Io Romero non lo rispetto...Lo adoro alla follia! Essendo uno dei miei autori del cuore :)


    ;)
  • Zender • 20/08/13 10:38
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Ma certo, che discorsi. Mi associo in pieno a quanto detto da Buio: ogni regista merita rispetto. Tanto più uno come Romero, ci mancherebbe! E sappiamo appunto tutti che registi che non sbagliano un film non esistono o quasi. Io mi limitavo a notare un aspetto del cinema di Romero che ovviamente non condiziona il tantissimo di buono (e di fondamentale, va da sé) che ha fatto in campo horror.
  • Buiomega71 • 18/02/14 15:09
    Consigliere - 25934 interventi
    Zender, scusa, ma nel commento di Albstef90 leggo di "attori non professionisti"

    Non mi pare che Foree, Emge, Reiniger e la Ross siano attori "non professionisti"

    Non e che ci si confonda con La Notte Dei Morti Viventi?