Discussioni su Un chien andalou - Corto (1929)

DISCUSSIONE GENERALE

16 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Maineng • 6/07/08 13:44
    Galoppino - 38 interventi
    C'é qualcuno sul forum che ha visto questo film?Cosa ne pensate?Quale chiave di lettura date alla pellicola?
  • Cotola • 6/07/08 15:04
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Io l'ho visto diverse volte e lo rivedo ogni volta con piacere essendo un film assolutamente straordinario (a mio parere). Quanto alla chiave di lettura da dare alla pellicola la cosa non è semplice: difficile, infatti, darne un'interpretazione lineare ed unitaria datosi che il film è ben lontanto dai canoni stilistici e narrativi tradizionali. Io credo che come spesso accade nei film di questo genere bisogna lasciarsi travolgere ed affascinare dal flusso delle immagini che si susseguono l'una all'altra in maniera casuale così come si trattasse di un sogno (ed in effetti l'elemento onirico è preponderante nel film) senza cercare troppe spiegazioni o quanto meno spiegazioni esaustive che seguano un filo logico ferreo.
    Per concludere si può dire che, a prescindere dal senso che ognuno può trovare alla pellicola e dai gusti personali, si tratta di un importante documento storico: è forse il lascito più interessante delle avanguardie storiche in campo cinematografico.
  • Maineng • 6/07/08 17:14
    Galoppino - 38 interventi
    Grazie Cotola per il tuo contributo.Anch'io ho visto il film diverse volte e quando ho voglia lo rivedo con molto piacere.Trovo che il fascino della pellicola sia appunto il susseguirsi di situazioni che offrono una chiave interpretativa personale(almeno una buona parte!).La visione onirica é sicuramente scontata,anzi,sembra proprio di sognare davanti allo schermo!Surrealismo carico di simboli.Per me é bellissimo!
  • Jandileida • 7/09/10 17:44
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Funesto,ciao, leggendo la tua recensione mi è venuta in mente una cosa che era capitata anche a me alla tua età vedendo esattamente lo stesso film:lo vidi una volta con degli amici di mio padre e mentre tutti erano li affascinati, io non capivo cosa volesse dire tutto quello che mi passava davanti. Allo stesso modo, nello stesso periodo,ho avuto delle difficoltà, nel capire il surrealismo pittorico.
    Poi dopo un po' di tempo ho deciso che alcune cose forse è meglio non cercare di capirle ma è bello farsi rapire da quello che si vede e pensare che in fondo a volte anche noi stessi non riusciamo a capirci del tutto e che forse siamo più "profondi" di quello che immaginiamo.
    Ovviamente questa non è una ricetta magica e nemmeno una verità rivelata,è solo che mi ha fatto riflettere la tua recensione.
    Ciao
  • Funesto • 7/09/10 18:23
    Fotocopista - 1415 interventi
    Jandileida ebbe a dire:
    Funesto,ciao, leggendo la tua recensione mi è venuta in mente una cosa che era capitata anche a me alla tua età vedendo esattamente lo stesso film:lo vidi una volta con degli amici di mio padre e mentre tutti erano li affascinati, io non capivo cosa volesse dire tutto quello che mi passava davanti. Allo stesso modo, nello stesso periodo,ho avuto delle difficoltà, nel capire il surrealismo pittorico.
    Poi dopo un po' di tempo ho deciso che alcune cose forse è meglio non cercare di capirle ma è bello farsi rapire da quello che si vede e pensare che in fondo a volte anche noi stessi non riusciamo a capirci del tutto e che forse siamo più "profondi" di quello che immaginiamo.
    Ovviamente questa non è una ricetta magica e nemmeno una verità rivelata,è solo che mi ha fatto riflettere la tua recensione.
    Ciao


    Proprio questo è il punto: sarò cattivo e ottuso a pensarla così e molti mi criticheranno, ma penso poi che chiunque potrebbe essere capace a riprendere delle scenette scollegate e senza alcun gusto.
    Sarebbe impossibile dare un voto a un corto del genere: può piacere per lo stile e per la fantasia nel proporre bizarrie (i preti trascinati, la spiaggia, l'accecamento contemporaneo al passaggio di un cirro sulla luna), ma così poco non può giustificare un mio voto alto. Sto dubitando persino che abbia dei simbolismi un'opera del genere, quindi è un corto senza motivo d'essere se non quello che è un manifesto del surrealismo.
    Poi io sono un tipo molto "concreto", vedendo quasi solo gialli e thriller sono abituato alla logica e alla storia...

    PS: quando volete comunicarmi qualcosa, PER CORTESIA, chiamatemi: bazzico molto il forum e spesso mi accorgo che ce l'avete con me solo per puro caso, e avete la fortuna che i messaggi riferiti a me io li legga.
    Grazie!
    Ultima modifica: 7/09/10 18:24 da Funesto
  • Pigro • 8/09/10 11:46
    Consigliere - 1661 interventi
    Funesto, anzitutto nel tuo giudizio hai detto una cosa molto giusta, e cioè che il tuo giudizio fotografa la tua impressione di oggi e che ti riservi di vedere il film più in là negli anni, con ben altra competenza, che di certo avrai, visto che - perlomeno scolasticamente - avrai l'opportunità di comprendere meglio il periodo delle avanguardie storiche. Quindi non mi scandalizzo per il tuo giudizio.
    Aggiungo però almeno una cosa, e cioè che l'errore di valutazione per cose di questo tipo nasce dal voler trovare per forza una ragione. Intendiamoci: a me non piace lo sperimentalismo e trovo autoreferenziali molte cose che giustificano la loro caoticità con il "non è necessario capire". Ma qui ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso. Qui, per la prima volta o quasi nella storia, un'opera afferma il suo statuto non sulla base di una costruzione razionale/tradizionale, ma sulla base di un delirio onirico. Cioè, i sogni e l'inconscio non sono "raccontati", ma sono "mostrati", con tutto ciò che di disturbante e incomprensibile questo comporta. Adesso non sto a dilungarmi, ma puoi soltanto intuire quanto sconvolgente il cinema surrealista (non tutto, però: alcune opere sono accozzaglie di immagini, altre - come questa - sono veri e propri romanzi dell'inconscio) sia stato rispetto a un modo di raccontare consolidato da millenni. Per questo, un film come "Un chien andalou" è straordinario, perché è totalmente spiazzante non per quel che fa vedere, ma per come lo racconta.
    E poi considera ancora un'altra cosa. A noi che lo vediamo quasi 100 anni dopo sembra un'accozzaglia di immagini, ma forse anche perché siamo abituati a interagire con un linguaggio visivo che è perennemente un'accozzaglia di immagini: pensa allo zapping tv, al videoclip, alla nostra stessa esperienza sensoriale diffusa... Alla fine, questa ci sembra una cattiva copia di ciò che vediamo ogni giorno, fatto meglio e con più "logica". Ma è ingeneroso vedere qualcosa di un secolo fa senza considerarne il contesto.

    Ad ogni modo, ripeto: ho scritto questo giusto per darti qualche elemento di riflessione, non per farti cambiare idea.
  • Harrys • 8/09/10 12:58
    Fotocopista - 649 interventi
    Un quadro bellissimo Pigro, condivido in pieno. Ciao!
  • Funesto • 8/09/10 13:20
    Fotocopista - 1415 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Aggiungo però almeno una cosa, e cioè che l'errore di valutazione per cose di questo tipo nasce dal voler trovare per forza una ragione.


    Sacrosanto, però è impossibile non farsi influenzare dai propri "gusti" quando si valuta un'opera. Il weird lo trovo detestabile, così come opere tipo H2Odio (uno dei film più brutti mai visti) o La Morte Ha Fatto l'Uovo (film non da buttare ma con un weird che rovina parecchio del film rallentandone il ritmo, la percezione dei significati da parte degli spettatori...)


    Adesso non sto a dilungarmi, ma puoi soltanto intuire quanto sconvolgente il cinema surrealista (non tutto, però: alcune opere sono accozzaglie di immagini, altre - come questa - sono veri e propri romanzi dell'inconscio) sia stato rispetto a un modo di raccontare consolidato da millenni. Per questo, un film come "Un chien andalou" è straordinario, perché è totalmente spiazzante non per quel che fa vedere, ma per come lo racconta.


    Qua ti voglio: CHE COSA racconta? Pure fantasie oniriche? Senza un senso complessivo?


    E poi considera ancora un'altra cosa. A noi che lo vediamo quasi 100 anni dopo sembra un'accozzaglia di immagini, ma forse anche perché siamo abituati a interagire con un linguaggio visivo che è perennemente un'accozzaglia di immagini: pensa allo zapping tv, al videoclip, alla nostra stessa esperienza sensoriale diffusa... Alla fine, questa ci sembra una cattiva copia di ciò che vediamo ogni giorno, fatto meglio e con più "logica". Ma è ingeneroso vedere qualcosa di un secolo fa senza considerarne il contesto.


    Splendido questo spunto di riflessione. Il contesto è quello del surrealismo, se non mi sbaglio "inventato" nel 1924. Ma tutte le opere surrealiste hanno un messaggio da comunicarci, questa non mi pare, è inintelleggibile. Certo che poi, slegato nel contesto, ad esempio se la sfornassimo oggi, farebbe ridere e la definiremmo un'opera pretenziosa e sfacciata.
  • Pigro • 8/09/10 15:16
    Consigliere - 1661 interventi
    Caro Funesto, sono assolutamente d'accordo a proposito dei gusti. Io stesso ho detto in altre situazioni che all'interno del Davinotti deve contare più il gusto che la storia del cinema. Ma è anche vero che il gusto si affina con il tempo. Per questo credo che in futuro rivedrai molte tue posizioni, così come ho fatto io (e come faccio tuttora alla mia età: non avete idea di come per me sia stimolante leggere molti vostri commenti, che qualche volta mi spingono a rivedere il mio giudizio): anche perché se i gusti rimangono gli stessi tutta la vita, sai che noia? Quindi, ripeto, non voglio convincere, ma voglio provare a darti qualche elemento di riflessione... così, giusto perché magari te lo tieni da qualche parte, e chissà...

    Dunque, rispondendo ai tre blocchi del tuo ultimo post:

    1. tu usi la parola "weird". Questo è molto significativo, perché una parola straniera non è mai semplice traduzione di una parola italiana, ma trascina sempre con sé un connotato semantico più ampio. Quindi "weird" non si limita a tradurre "bizzarro" o "strano", ma indica un intero senso della bizzarria, che è quello maturato negli ultimi decenni. Insomma, potremmo dire che è una categoria estetica profondamente legata all'epoca in cui si è "rappresa" in quel termine. Bene, questo è il primo spunto di riflessione che ti lancio: stai usando una categoria di un'epoca per definire un'opera di un'epoca precedente. Come se tu provassi ad applicare la categoria del "romantico" a una poesia del 600 o del "barocco" a un quadro del 400. Ovvio che questo si possa fare, ma semmai come provocazione oppure per far intuire le radici di qualcosa che sarebbe venuto dopo, ma non si dovrebbe usare per giudicare un'opera precedente quella categoria. All'epoca di Buñuel il concetto di "weird" non esisteva, e anche di questo occorre tener conto.

    2. il "senso complessivo". Che significato ha per te il termine "senso"? Capisco il significato che tu gli dai, ma qual è quello più "vero"? "Senso" è legato alla percezione, a ciò che è "sensibile", cioè ciò che si vede o si ode o si tocca ecc. Da qui, passa poi il significato di "senso" come di "logica". Ma è un passo molto lungo. Io a questa domanda che fai rispondo che sì, il "senso complessivo" c'è, ed è proprio un "deragliamento dei sensi", che esalta il senso in opposizione alla logica. Perché, mentre la logica è astrazione, il senso è concretezza. E dunque, "Un chien andalou" ci parla in maniera molto concreta (esaltando al massimo il nostro senso principe, la vista: e l'occhio tagliato non è un caso!) dell'esperienza di "deragliamento dei sensi" più sconvolgente di cui chiunque può fare esperienza: il sogno. Al quale, al risveglio, cerchiamo, inutilmente, di trovare una logica trasformando pure visioni in narrazione: ci hai mai fatto caso? Ecco, allora, il "senso complessivo" di questo film: sta nel porci di fronte alla parte più misteriosa e irrisolta di cui siamo fatti, il sogno.

    3. non è esatto dire che tutte le opere surrealiste hanno un messaggio da comunicare. Diciamo che hanno un'urgenza da esprimere. Semmai è il simbolismo a voler agganciare a ogni forma un significato. Il surrealismo tende piuttosto a quel deragliamento dei sensi di cui parlavo. E poi, eviterei di generalizzare. E' vero che questo film nasce dall'ambiente surrealista, ma è opera di un autore preciso, e io preferisco giudicare le opere a partire dall'autore e non da manifesti collettivi o scuole. Quindi, più che un film surrealista, questo è un film di Buñuel. E forse, proprio inserendo quest'opera nel continuum delle opere di Buñuel, si capisce molto meglio quale sia il mondo onirico-visionario del regista.

    Comunque, mi piace molto che tu abbia voluto vedere questo film e che ti interessi ragionare anche su qualcosa che senti lontano da te.
  • Jandileida • 8/09/10 15:39
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Scusate l'intrusione ma l'ultimo punto di Pigro mi spinge ad una considerazione: il surrealismo è senz'altro la cifra stilistica principale delle opere di Buñuel (il senso di sospensione e di sogno delle prime opere si ritrova anche 30 anni dopo nell'Angelo sterminatore o 50 anni nel Fascino ) ma al tempo stesso non si puo dimenticare anche l'elemento satirico ben presente in tutta l'opera dello spagnolo. Alcuni momenti del "cane andaluso" (come il famoso pianoforte con i due preti attaccati od i papi scheletrici del successivo L'age d'or) sono si raccontati utilizzando un registro bizzarro, e volendo surreale, ma rientrano perfettamente all'interno del discorso portato avanti da Buñuel durante tutta la sua lunghissima carriera ed assumono in quest'ottica un significato tutt'altro che bizzarro o privo di senso ma sono invece un atto ben chiaro di dissacrazione e/o provocazione.

    Lasciatemi sottolineare il piacere di parlare di un film di Buñuel.Grazie
    Ultima modifica: 8/09/10 15:41 da Jandileida
  • Funesto • 9/09/10 01:45
    Fotocopista - 1415 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    1. tu usi la parola "weird". Questo è molto significativo, perché una parola straniera non è mai semplice traduzione di una parola italiana, ma trascina sempre con sé un connotato semantico più ampio. Quindi "weird" non si limita a tradurre "bizzarro" o "strano", ma indica un intero senso della bizzarria, che è quello maturato negli ultimi decenni. Insomma, potremmo dire che è una categoria estetica profondamente legata all'epoca in cui si è "rappresa" in quel termine. Bene, questo è il primo spunto di riflessione che ti lancio: stai usando una categoria di un'epoca per definire un'opera di un'epoca precedente. Come se tu provassi ad applicare la categoria del "romantico" a una poesia del 600 o del "barocco" a un quadro del 400. Ovvio che questo si possa fare, ma semmai come provocazione oppure per far intuire le radici di qualcosa che sarebbe venuto dopo, ma non si dovrebbe usare per giudicare un'opera precedente quella categoria. All'epoca di Buñuel il concetto di "weird" non esisteva, e anche di questo occorre tener conto.

    Bello spunto. Ma trovo naturale che qualcuno, valutando quest'opera, ragioni con la testa di uno del 2000; forse sbaglia, ma ci vuole anche una certa cultura per immedesimarsi in uno spettatore dell'epoca del surrealismo.

    2. il "senso complessivo". Che significato ha per te il termine "senso"? Capisco il significato che tu gli dai, ma qual è quello più "vero"? "Senso" è legato alla percezione, a ciò che è "sensibile", cioè ciò che si vede o si ode o si tocca ecc. Da qui, passa poi il significato di "senso" come di "logica". Ma è un passo molto lungo. Io a questa domanda che fai rispondo che sì, il "senso complessivo" c'è, ed è proprio un "deragliamento dei sensi", che esalta il senso in opposizione alla logica. Perché, mentre la logica è astrazione, il senso è concretezza. E dunque, "Un chien andalou" ci parla in maniera molto concreta (esaltando al massimo il nostro senso principe, la vista: e l'occhio tagliato non è un caso!) dell'esperienza di "deragliamento dei sensi" più sconvolgente di cui chiunque può fare esperienza: il sogno. Al quale, al risveglio, cerchiamo, inutilmente, di trovare una logica trasformando pure visioni in narrazione: ci hai mai fatto caso? Ecco, allora, il "senso complessivo" di questo film: sta nel porci di fronte alla parte più misteriosa e irrisolta di cui siamo fatti, il sogno.

    Senso sta per "significato", per "il messaggio che vorrebbe trasmettere", appunto.
    Se per senso si intende il "deragliamento dei sensi" allora direi che si tratta di un circolo vizioso definire così il senso del cortometraggio in questione. Sarebbe un trip allucinogeno, onirico, eppure ripeto, prendendomi (e standomi zitto) le critiche di tutti sul fatto che dico che chiunque potrebbe raccogliere delle scene e collegarle a mo' di delirio: saremmo tutti artisti del surrealismo!
    Mi scuso per il mio pressapochismo e per la mia grossolanità nei confronti della profondità dei tuoi spunti di riflessione, ma io è proprio così che vedo le cose e sono proprio questi i punti che mi hanno fatto dare una palla e mezzo ad Un Chien Andalou.

    3. non è esatto dire che tutte le opere surrealiste hanno un messaggio da comunicare. Diciamo che hanno un'urgenza da esprimere. Semmai è il simbolismo a voler agganciare a ogni forma un significato. Il surrealismo tende piuttosto a quel deragliamento dei sensi di cui parlavo. E poi, eviterei di generalizzare. E' vero che questo film nasce dall'ambiente surrealista, ma è opera di un autore preciso, e io preferisco giudicare le opere a partire dall'autore e non da manifesti collettivi o scuole. Quindi, più che un film surrealista, questo è un film di Buñuel. E forse, proprio inserendo quest'opera nel continuum delle opere di Buñuel, si capisce molto meglio quale sia il mondo onirico-visionario del regista.

    Siamo comunque al punto di partenza. Lo stile usato da questo regista non mi piace perchè è troppo astratto e personale, e non posso averne una colpa, semmai non ho una motivazione valida per dire che non mi piace ma non posso comunque farci nulla.
    Purtroppo, abituato coi gialli dove tutto torna (salvo sceneggiature scritte coi piedi), sono di mentalità chiusa verso lo stile che prediligo, ma solo gli spettatori più curiosi e interessati amano il cinema weird: un qualunque spettatore medio o un non appassionato di cinema troverebbe tale cinema delirante, certamente ancor prima di trovargli un senso, o anzi, un senso non vogliono trovarglielo perchè reputano il tutto un delirio. Non è roba per bocche buone, in sunto.
    Ultima modifica: 9/09/10 01:48 da Funesto
  • Harrys • 9/09/10 14:18
    Fotocopista - 649 interventi
    Funesto ebbe a dire:

    Senso sta per "significato", per "il messaggio che vorrebbe trasmettere", appunto.
    Se per senso si intende il "deragliamento dei sensi" allora direi che si tratta di un circolo vizioso definire così il senso del cortometraggio in questione. Sarebbe un trip allucinogeno, onirico, eppure ripeto, prendendomi (e standomi zitto) le critiche di tutti sul fatto che dico che chiunque potrebbe raccogliere delle scene e collegarle a mo' di delirio: saremmo tutti artisti del surrealismo!


    La contestualizzazione è d'obbligo. Seppur di non facilissima "attuazione" critica, bisogna ricordarsi che stiamo parlando del 1929... ma forse qualcuno l'ha già sottolineato.
  • Magnetti • 9/09/10 15:25
    Call center Davinotti - 210 interventi
    Questa interessante discussione mi ha fatto venire in mente un passaggio del film Il postino... Neruda/Noiret si rivolge a Mario/Troisi, che gli aveva chiesto di spiegare una poesia che evidentemente non capiva, e gli dice "Non saprei spiegare la mia poesia con parole diverse da quelle che ho scritto. Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia a un animo predisposto a comprenderla".

    Penso che il concetto valga anche per il cinema.
    Ultima modifica: 10/09/10 09:20 da Magnetti
  • Funesto • 9/09/10 20:08
    Fotocopista - 1415 interventi
    Magnetti ebbe a dire:
    Questa interessante discussione mi ha fatto venire in mente un passaggio del film Il postino... Neruda/Poiret si rivolge a Mario/Troisi, che gli aveva chiesto di spiegare una poesia che evidentemente non capiva, e gli dice "Non saprei spiegare la mia poesia con parole diverse da quelle che ho scritto. Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia a un animo predisposto a comprenderla".

    Penso che il concetto valga anche per il cinema.


    Insomma, la forma supera la sostanza? Sì, l'ho detto nel mio commento che preso per quel che è Un Chien Andalou affascina.
    Dire però che il suo significato è "banale" come dice Poiret riguardo alla sua poesia mi pare sbagliato. Banale il significato del cane andaluso? Sarebbe banale se, come dice Pigro e come inizio a pensare io, il significato stesso è proprio l'ASSENZA di significato; ma allora questi spunti di riflessione non fanno che confermare da parte mia il brutto voto al corto, perchè io sono insofferente (soggettivo) nei confronti del weird senza significato.
  • Magnetti • 10/09/10 09:30
    Call center Davinotti - 210 interventi
    Il significato della frase presa da Il postino è che è tuo sacrosanto diritto dare un giudizio negativo dell'opera, e che il cercare di fartela apprezzare spiegandotela è un modo per renderla banale.

    Io ho sempre trovato questo concetto utile per scrivere le mie impressioni sui film in questo sito.
  • Raremirko • 25/01/19 21:58
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Cult assoluto, un film, a detta stessa degli autori, non bello, che vale più per contenuti che per altro.

    Scene celeberrime (il rasoio, su tutte), lo stesso Bunuel che recita, simbologie a manetta e, novità assoluta, il mezzo filmico usato per esporre contenuti onirici, irrazionali, surreali.

    Non sempre Bunuel sarà così innovativo/coinvolgente, ma il suo nome è comunque ormai impresso nell'immaginario.

    Il titolo, a quanto ho capito, pare essere una critica a Garcia Lorca...