Buiomega71 • 2/07/18 10:02
Consigliere - 27151 interventiQuello che sembra a tutti gli effetti una specie di
The Strangers all'italiana, muta in qualcosa d'altro, andando a lambire le angosce e amplificando i sensi di colpa
Una donna tutta sola in casa (una splendida villa sperduta nella campagna toscana, non molto dissimile da quella di
Goodnight Mommy-anche se gli autori vorrebbero l'ambientazione, poco credibile, anglosassone inglesizzando nomi e cognomi-come unica location), dopo che il marito avvocato parte per lavoro.
La donna, incinta di due mesi, comincia a soffrire la solitudine nella villa dai grandi finestroni scorrevoli, dalle librerie sterminate, dalle scale ferrate, dagli immensi salotti e molto presto riceverà la visita di sinistri figuri mascherati senza apparente identità, che sono già entrati in casa e che vogliono qualcosa da lei...
Il duo registico guarda a
Them e a
Kristy, e a tutto il catalogo dell'home invasion, per poi scardinarlo dall'interno, destabilizzando con un twist finale sorprendente e inaspettato, che si aggancia a certi drammi che riempiono tristemente la cronaca quotidiana, con un finale "sacrificale" dal vago sentore ritualistico alla
The Wicker Man
Pianisequenza, grandagoli, stacchi sugli oggetti casalinghi, soggettive, piccole perle registiche (la figura mascherata che esce dal buio della notte e si staglia dietro al finestrone), in una tecnica sopraffina così rara a trovarsi nei micrognosi low budget italici (e non)
La lentezza narrativa diventa ansia, la villa si trasforma in una trappola, e la protagonista (un ottima Tatiana Luter, che si sobbarca quasi tutto il peso del film) da vittima prescelta diviene fulcro centrale di una colpa, in un passato che ritorna, bussando nella sua coscienza colpevole rimossa (una foto di gruppo scolastica di una gita, date alle fiamme, è la chiave di una colpa mai sopita, ma solo dormiente) impersonata da maschere senza emozioni che invadono la sua vita e la sua casa, improvvisamente, in una sera come tante...
Squisiti omaggi argentiani (la Luter, dietro all'enorme porta finestra, che emette urla "insonorizzate"), fulciani (il PP del suo sguardo terrorizzato), carpenteriani (in campo lungo fuori dalla villa, con lei sul balcone che tenta di scappare e sotto la figura mascherata ferma a guardarla) kubrickiani (la Luter, ripresa dal basso verso l'alto che si barrica in una stanza legando la maniglia della porta), il tutto sottolineato dallo score carpenteriano di Andrea Bellucci e dalla fotografia di Dario Germani (notevoli alcuni cromatismi argentiani)
Sarebbe peccato mortale spoilerarne il finale (anche perchè davvero inatteso e sconcertante, difficilissimo arrivarci sù) che vede la "confraternita" dei sinistri figuri mascherati tutti insieme nel salotto, dall'acre sentore settario alla
Martyrs
Opera peculiare, inusuale , a suo modo coraggiosa (da premiare il fiuto di Gabriele Albanesi che ha creduto nel progetto), dal budget striminzito ma dalle notevoli qualità tecniche e narrative del duo registico, che gioca di sottrazione, puntando all'angoscia e allo smarrimento, non mostrando una goccia di sangue (se non quello di una maternità interrotta) e prendendosi i suoi tempi (ripagati nel finale-e nella sua chiusa-spietata e feroce, che dall'home invasion passa al revenge movie)
Una piccola perla che brilla di luce propria nell'asfittico panorama del cinema di (de)genere che ne rifugge i dettami e le regole, sgusciando via dai magli standarizzati dell'home invasion raccontando "altro", di perdite, di tormenti e afflizioni mai sopite.
Curioso come nel finale Patrizi (che si è laureato con una tesi su Sergio Leone) omaggi
C'era una volta il West, mentre io ci ho visto parecchio
The Wicker Man (sarà che non amo troppo il cinema leoniano?)
Da riscoprire
Da qualche parte...Aprile 2013
Buiomega71
Undying