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Discussioni su Pina - Documentario (2011)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/11/11 DAL BENEMERITO SUPERVIGNO
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
  • Capolavoro assoluto (e ce ne sono pochi!):
    Supervigno
  • Grande esempio di cinema:
    Rebis, Cotola, Paulaster, Reeves
  • Davvero notevole!:
    Manrico
  • Quello che si dice un buon film:
    Pigro, Caesars, Enzus79
  • Non male, dopotutto:
    Schramm

DISCUSSIONE GENERALE

13 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Rebis • 14/11/11 10:18
    Compilatore d’emergenza - 4440 interventi
    Nel commento di Supervigno credo ci sia un errore: Pina Bausch è morta pochi giorni prima l'inizio delle riprese. Il progetto era invece stato discusso a lungo da lei e da Wenders senza che però quest'ultimo si fosse risolto sulla tecnica da adottare per catturare la danza al cinema. Poi l'avvento del 3D ha dato la svolta decisiva...
  • Zender • 14/11/11 10:42
    Capo scrivano - 48993 interventi
    Grazie Rebis, ho corretto.
  • Rebis • 14/11/11 18:02
    Compilatore d’emergenza - 4440 interventi
    Pigro, penso tu lo debba vedere assolutamente e rigorosamente in 3D. A Bologna lo danno in Cineteca in lingua originale con sottotitoli. Ciao!
  • Pigro • 14/11/11 19:12
    Consigliere - 1707 interventi
    Ottima segnalazione, grazie. In effetti non me lo vorrei lasciar sfuggire. Purtroppo in questo periodo sono sempre fuori Bologna, ma se rimane anche la prossima settimana, ci vado sicuramente.
    Ultima modifica: 14/11/11 19:12 da Pigro
  • Rebis • 19/11/11 16:58
    Compilatore d’emergenza - 4440 interventi
    Cotola sapevo che non te lo saresti lasciato sfuggire e che avresti anche apprezzato :)
  • Cotola • 21/11/11 15:19
    Consigliere avanzato - 3910 interventi
    Ero già propenso a vederlo. Poi la tua segnalazione, quella di Supervigno, l'invito
    di un paio di amici, e l'incombere del Torino film festival, hanno velocizzato la mia andata al cinema. Molto bello e come detto, il 3D ha
    finalmente un senso.
  • Pigro • 10/12/11 09:42
    Consigliere - 1707 interventi
    Visto, finalmente! Mah, sarà per le aspettative molto alte e i pressoché unanimi commenti entusiasti, ma sono rimasto decisamente deluso da tutti i punti di vista. A parte le sequenze degli spettacoli, indubbiamente straordinari (gli spettacoli) e ben ripresi (e infatti al film ho dato 3 pallini e mezzo). Ma tutto il resto mi ha profondamente deluso: un'idea complessiva luttuosa, un omaggio funebre tristissimo, concepito da amici e ammiratori per amici e ammiratori... Viene fuori solo la sensibilità umana di Pina Bausch, senza che si capisca un'acca di quel che ha fatto nella danza (cioè lei è stata una sperimentatrice e rivoluzionaria: c'è un "prima" e un "dopo" Pina Bausch non solo nella danza ma nel teatro, come accade con pochi altri artisti della scena: è stata il Brecht della performatività moderna, e l'hanno trattata come un'anima delicata e aurorale portata solo dal suo cuore! Ma scherziamo?): praticamente inutile per chi non la conosce, se non per fargli vedere dei pezzi di spettacolo che fanno dire solo "che belli!". Per carità, ben venga almeno questo (e, infatti, per me il film è "notevole"), ma che ci volesse Wenders per fare l'omelia funebre a Pina Bausch... Insomma, sarà che conosco i lavori di Pina Bausch e quindi i pezzi degli spettacoli mi sono piaciuti ma non mi hanno sospreso se non nella qualità tecnica delle riprese, ma per il resto l'ho trovato davvero malinconico, triste, deprimente: per quanto dolore (della solitudine e dei rapporti umani) Pina Bausch abbia saputo descrivere nei suoi capolavori, non si meritava un film senza uno sprazzo di gioia e senza uno sprazzo di luce sulla sua qualità artistica (e non solo umana).
    Ah, e poi il 3D: sì, indubbiamente bello in alcuni momenti in cui i danzatori stanno in primo piano dando il senso di profondità, ma mi è sembrato piuttosto superfluo. Come hanno detto alcuni amici che erano con me, dopo la visione, l'effetto più forte del 3D era come le didascalie galleggiavano sullo schermo. Forse un po' drastico, ma efficace.
  • Greymouser • 10/12/11 14:34
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Sono d'accordo con Pigro in tutto e per tutto; anzi, se dovessi fare una recensione, attribuirei molto meno di tre pallini e mezzo. E' un lavoro troppo convenzionale per uno come Wenders, e - come ha detto Pigro - lascia un'impressione funeralizia poco giustificata. Riesce ad essere fin troppo agiografico, senza - nello stesso tempo - riuscire a rendere veramente onore alla ballerina scomparsa. Deludente.
  • Pigro • 10/12/11 14:46
    Consigliere - 1707 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Sono d'accordo con Pigro in tutto e per tutto; anzi, se dovessi fare una recensione, attribuirei molto meno di tre pallini e mezzo.

    In effetti mi sono reso conto già stamattina che c'è uno squilibrio tra delusione (sul complesso del film) e giudizio "notevole" (dovuto soprattutti ai pezzi di danza). Adesso vediamo come si deposita nei prossimi giorni, per eventuali aggiustamenti di pallinaggio...
  • Rebis • 12/12/11 11:34
    Compilatore d’emergenza - 4440 interventi
    Sono spiazzato da questi commenti negativi sul film... Per me Wenders non ha avuto alcuna pretesa analitica, critica o storicista sulla produzione della Bausch, ma ha operato una restituzione sensoriale della sua arte sfruttando al massimo il mezzo cinema: in questo senso il 3D è essenziale all'operazione. Voglio dire: io ho colto la rotondità dei corpi, la bellezza del movimento, la gravità, la matericità dell'acqua, della terra, dei tessuti come un film in 2 D non avrebbe mai potuto. E' un omaggio alla Bausch è che ne abbia colto "solo" (?) l'umanità non mi sembra un limite ma casomai un obbiettivo conseguito. Né ho riscontrato un'aria triste o funebre: mi è sembrato invece un documento vitale, affettuoso, ironico. Non conosco la Bausch a sufficienza per dire se sono state omesse cose sostanziali, ma sono uscito dalla sala entusiasta, con la voglia di guardarmi i suoi spettacoli, libero da giudizi critici o di valore, da appesantimenti specialistici, ma semplicemente abbagliato dalla sua bellezza. Per me è come se la Bausch avesse parlato attraverso la sua produzione e tanto basta. E poi davvero, il 3D, oltre ad essere qualitativamente perfetto (cosa che capita di rado...), mi è parso essenziale: non c'era una sola inquadratura che non fosse studiata in funzione della resa stereoscopica. L'esperimento di un documentario in 3D per me è riuscito quanto quello di Avatar nel cinema di finzione. Wenders ha fatto un lavoro egregio, ha saputo eclissarsi all'occorrenza e con grande discrezione dando, anzi (ri)creando per l'artista lo spazio cinema in cui esprimersi (ancora, di nuovo) liberamente.
    Ultima modifica: 12/12/11 11:37 da Rebis
  • Pigro • 12/12/11 16:40
    Consigliere - 1707 interventi
    Beh sì, che Wenders non avesse alcuna pretesa critica o storica non è certo un demerito: e infatti si tratta di un omaggio e come tale l'ho recepito. I problemi stanno altrove. Anzitutto, come scrivevo, una sensazione da "ricordi tristi fra amici che ricordano il morto". Un omaggio si può fare in tanti modi diversi e, almeno per come l'ho recepito io, questo era davvero un'elegia funebre.
    Poi, proprio in quanto "ricordi tristi fra amici che ricordano il morto", una sensazione di "riduzione" di Pina Bausch. Che so, sarebbe come se qualcuno facesse il film "Stanley", dedicato a Kubrick, e ci fossero solo tanti spezzoni dei suoi film e brevissime interviste ai suoi attori che ricordano di come il regista li guardava, o di come aveva colto una loro espressione, o di come era immerso nelle sue fantasie, o cose così... Fai finta di non conoscere Kubrick, dopodiché prova a pensare se un documentario come quello può aver senso: interviste sostanzialmente aneddotiche (per quanto emotivamente rilevanti per chi parla), che non fanno capire un'acca del perché fare un film su Kubrick anziché su Pinco Pallino, con l'unica ancora di salvataggio di lunghissimi spezzoni di suoi film.
    E infatti, come dicevo, l'unica cosa bella sono proprio i pezzi degli spettacoli (di cui, peraltro, non si capisce niente: quali sono? di che parlano? perché quelli e non altri? Ma, come dicevo, è l'effetto "album dei ricordi da sfogliare tra amici che ricordano il morto", e quindi non serve attardarsi a cercare di far capire agli altri).
    I pezzi sono proprio molto belli. Il 3D ha una buona resa, questo sì, ma sinceramente non mi è sembrato chissà che (forse da questo punto di vista hanno pesato le aspettative). L'effetto di "star dentro lo spettacolo" ha momenti di grande effetto, ma piuttosto limitati, e alla fine credo che anche in 2D non sarebbe cambiato molto.
    Come scrivevo, l'unica cosa che effettivamente ha valore nell'operazione di Wenders è la curiosità che può stimolare negli spettatori: vedendo quei pezzi di spettacolo, viene sicuramente la voglia di vederne ancora.
  • Rebis • 12/12/11 17:14
    Compilatore d’emergenza - 4440 interventi
    No, Pigro, spiacente, ma il paragone non regge. Che c'entra scusa, Kubrick ha fatto cinema in 2D e sono d'accordo, chissenefrega di rivedere spezzoni dei suoi film al cinema quando posso tranquillamente rivedermeli tutti a casa in dvd o alla prossima rassegna della cineteca. La Bausch ha fatto danza (e teatro) e Wenders ha deciso di catturarla con l'effetto 3D e di portarla al cinema: per me questo è il cuore dell'operazione, consegnare allo spettatore cinematografico un'esperienza inedita, unica. Per me, in questo senso, il risultato è pienamente riuscito.

    E non ci ho trovato nemmeno quell'atmosfera da cenacolo funebre, o da memento. Ripeto, per me il film è ironico, vivace, sorprendente anche nell'ambientare le coreografie della Bausch dentro scorci cittadini, aiuole, parchi, fabbriche e quant'altro. Le testimonianze non spiegano nulla, esprimono delle emozioni. Come le immagini. Non ho sentito il bisogno di sapere di che spettacolo facesse parte un singolo momento (comunque facilmente deducibile anche dai neofiti ascoltando con attenzione le testimonianze o leggendo i titoli...) perchè la bellezza dei gesti, dei movimenti, la ripetizione inesorabile delle azioni trascendeva qualsiasi contestualizzazione.
    Ultima modifica: 12/12/11 17:48 da Rebis
  • Cotola • 24/01/12 18:45
    Consigliere avanzato - 3910 interventi
    Nomination per il miglior documentario