Piggy - Corto (2018)

Storie di ordinario bodyshaming dalla torrida Spagna: gruppetto di perfide adolescenti bullizza in una piscina di campagna la povera Sara ("cerdita", cioè "maialino"), arrivando al punto di spingerla sott'acqua con un retino da pesca e rubarle tutti i vestiti. Il karma è però dietro l'angolo... Solo alla fine ci si rende conto che dalla bocca della bravissima (e coraggiosa) Galán non è uscita una sola parola: tutto viene comunicato da posture, espressioni facciali, respiri spezzati e occhi smarriti. Storia risaputa, ma ben interpretata.

Attenzione a prendere in giro le ciccione: il corto è imperniato su una ragazza grassa, bullizzata dalle "amiche" in piscina. Il finale è ampiamente prevedibile, ma la storia è comunque abbastanza ben raccontata, pur senza riservare sorprese. La protagonista con il physique du rôle del caso ha anche una buona presenza recitativa, e complessivamente i poco più di 10 minuti passano bene, anche grazie a un buon uso della camera (bello il 'casuale' svelamento iniziale del cadavere in piscina senza insistenza). Si può vedere.

Interessante istantanea sul sempre attuale tema del bullismo, qui in chiave adolescenziale e tutta al femminile, che in pochi minuti riesce a raccontare una vita intera di malessere: dallo scherzo crudele (forse la goccia che fa traboccare il vaso) all'arrivo dell'angelo vendicatore sotto forma di inquietante assassino di provincia, fino alla complicità tra questo e la vittima. Una sarcastica giustizia divina come possibile liberazione. La protagonista e il luogo sono quelli del lungo, ma qui mancano la collettività e l'orrore, solo accennato. Del resto il corto basta a se stesso.