Buiomega71 • 17/01/21 10:29
Consigliere - 27111 interventi Fuori dalla Hammer quel che rimane è la paura All'epoca della sua uscita (la vhs nel reparto horror svettava, allora, tra le novità) lo snobbai , credendolo, a torto, un pomposo tv movie dalla consistenza di uno sceneggiatone della BBC.
Mai sensazione fu più fallace, perchè questo
Fantasmi è un delizioso racconto di spettri dall'impianto classico e raffinato, valorizzato dalla regia elegante e sobria di un Lewis Gilbert sul viale del tramonto, che dona al film un gusto affascinante e decadente allo stesso tempo.
Incipit a dir poco straordinario (la piccola Juliet che gioca con il fratellino sulle rive di uno stagno, cade, batte la testa e annega affogando tra le alghe, il suo risveglio improvviso nella bara), poi, più in là, uno smascheramento di una seduta spiritica di una medium che appare cialtrona (che però si ammanta di riverberi inquietanti) e l'arrivo nella grande tenuta di Edbrook Hall nel Sussex, dove la storia si ammanta di chiaro scuri (più scuri che chiari) ambigui e inquietanti e che nel gruppo di tre fratelli e la zia sull'orlo della pazzia c'è qualcosa che non quadra sin da subito (facile mangiare la foglia, ma la tensione rimane comunque costante), soprattutto nello strano rapporto che corre tra fratello maggiore e sorella, visto che l'uomo ha il vezzo di dipingere nuda la sorellina, e che la loro unione non sembra propiamente parentale.
Da quì in poi la vicenda si fa piu fosca, con atmosfere funeree, strane apparizioni notturne, un semi annegamento, cantine che prendono improvvisamente fuoco (già, il fuoco), uno strano dottore che viene a far visita alla zia, una sinistra festicciola messa in piedi dai tre fratelli per il compleanno della zia (che pare tutto fuorchè divertirsi, e ne ha ben donde) che finisce con il gioco della nasconderella, un fratello autoritario gelosissimo della sorellina, un ritaglio di giornale trovato in un baule nella soffitta che spiegherebbe molte cose, fino all'agghiacciante scoperta al cimitero e al girotondo della morte.
Gilbert classicheggia, riesce a insinuare l'inquietudine che serpeggia per tutto il film, rapisce lo spettatore in atmosfere macabre e spettrali, regala qualche momento visivo poetico (la Beckinsale che danza a ritmo di grammofono, le foglie autunnali che invadono le stanze desolate della grande villa sperduta nel parco), dissemina indizi che rafforzano le sensazioni (la lettura della mano alla Beckinsale da parte della zingara), tocca tasti morbosi/incestuosi (il bacio ben poco innocente tra fratello e sorella), mantiene sempre desta l'attenzione in un corto circuito ectoplasmatico che va da
Il ritratto di Jennie, per passare da
Danza macabra, sfiorando
L'invenzione di Morel per arrivare a
Storie di fantasmi (l'impatto dell'auto contro l'albero, lo spettro della bimba che si para davanti sulla strada, la macchina che prende fuoco, l'amore eterno e dannato che vien dall'aldilà) e lambendo splendide feste di morte stephenkinghiane.
Grande suggestione, un nudo quasi integrale della Beckinsale (di una bellezza quasi innaturale, quando arriccia il nasino o a piedini nudi smaltati di rosso) mentre nuota sott'acqua, e una resa dei conti goticheggiante tra fuoco e fiamme.
Un pò pacchiani i cartooneschi e farlocchi SFX, così come Aidan Quinn palesemente controfigurato (un vistoso errore registico riprende in volto la controfigura un paio di volte) nella passionale scena d'amore con la Beckinsale e, forse, il finale poteva essere più cattivo e meno paratelevisivo (anche se non manca il colpo di scena in chiusura), che però non intaccano la malia lugubre e sinistra di questa dolente e crepuscolare ballata di fantasmi.
Coppola spalleggia un Gilbert ispiratissimo che chiude degnamente, e inaspettatamente, una carriera fatta non solo di 007.
Non è vero, i fantasmi non esistono.
Max92, Acid burn
Lupus73
Lucius, Buiomega71, Nicola81, Il ferrini
Myvincent, Anthonyvm
Cotola
Undying