Discussioni su Dark shadows - Film (2012)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Cotola • 19/05/12 22:52
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Ho visto il trailer al cinema: ma che roba è?
    Sembra un film demenziale, lontano anni luce dal Burton che fu e dal suo stile. Che dite?
  • Markus • 20/05/12 11:04
    Scrivano - 4775 interventi
    Ciao Coty, il film nelle intenzioni vorrebbe essere demenziale, ma in realtà non lo è per nulla (almeno per come concepisco il demenziale). Diciamo che il fatto che un vampiro del '700 venga risvegliato durante dei lavori stradali (tipo “Finnicella” di MIA MOGLIE E’ UNA STREGA) e tornasse nel suo castello nel 1972, dovrebbe creare tutta una serie di equivoci spassosi che, in realtà, si consumano in due minuti, poi è “drammaticamente” tutto finito e lui (a parte qualche battuta) si è già abituato alla novità. Ogni cosa è buttata lì e Burton non sfrutta il potenziale comico che una sceneggiatura di questo genere può sviluppare. A mio avviso è un film deludente (anche se dotato di una scenografia suggestiva). Di Anni ’70 si vede davvero poco.
  • Fabbiu • 20/05/12 12:04
    Archivista in seconda - 652 interventi
    Credo che ormai Burton è diventato troppo facilmente attaccabile, e persino da chi i suoi film non li ha visti.
    Credo che sia successo con Alice e prima ancora la fabbrica di cioccolato, quando ha deluso le aspettative degli amanti dei classici; chi credeva di ritrovare la vera storia e si è visto qualcosa di nuovo e un po strampalato.
    Anche a me Alice non è piaciuto troppo, anche se sinceramente non mi è nemmeno dispiaciuto.
    Dark Shadow era innanzitutto una soap opera anni 70, pare che piaceva sia a Burton che a J.Depp, e che quindi hanno deciso di omaggiarla.
    Per me questo film segna un vero ritorno, e in fin dei conti lo fa, se ricordiamo "lo stile" che lo ha sempre contraddistinto, nella cura per le forme ed i colori (specie nella realizzazione di atmosfere tetre) questo film sembra quasi tornare ai canoni di Beetlejuice (chiarmaente non siamo alla fine degli anni 80 e l'impianto visivo ha uno studio diverso) per quel modo di fondere un umorismo vispo (non demenziale, ma di semplice commedia) a iconografie di stampo tradizionale; qui abbiamo il fantasy-horror nella sua dimensione piu stereotipata (vampiri, streghe, vecchi manieri) in chiave umoristica e se vogliamo un po infantile ( come in la sposa cadavere) trapiantato però in un epoca totalmente estranea a quei contesti: la cultura hippie degli anni 70; si gioca con questo parallelismo strano (perchè il vampiro, viene disseppellito appunto secoli dopo) da cui nascono gag nel puro stile d'intrattenimento bello e buono (non mi sforzerei mai di trovare troppe chiavi di lettura filosofica in Burton, per me è sempre stato un genio del puro divertimento cinematografico) con una cura non indifferente non solo per ciò che attiene all'aspetto (la fotografia per me è una delizia dall'inizio alla fine) ma anche nella confezione in se; c'è una selezione musicale impeccabile (grandi successi anni 70, da Season of the witch di Donovan che pare citare per un attimo l'esordio di Romero, ai black sabbath, fino anche a una inaspettata e simpaticissima parte per Alice Cooper nei panni di se stesso) ci sono belle battute ( spesso quando si gioca nel disorientamento del personaggio, che si trova ad esempio ad identificare il marchio di Mac Donald con quello di Mefistofele) e soprattutto, considerando la matrice da cui nasce e si sviluppa la sceneggiatura, riesce a restare fedele allo stile da telefilm vintage; non ho visto la soap, ma non si può non pensare agli Addams - a cui sono affezionato - quando ci presentano una famiglia disfunzionale gotica che si trova costantemente a confrontare la sua diversità con quella di un mondo ordinario, ponendo l'interrogativo sul termine "normalità". Ripeto ancora una volta, non è un filmone, e non è di certo Ed Wood (il mio film di Burton preferito), ma direi che è un film da vedere al cinema per passare un paio d'ore felici, nel puro spirito dell'intrattenimento a cui il nostro ci aveva abituato per diversi anni, secondo una ricetta di Black-Humor commerciale.
  • Pinhead80 • 20/05/12 12:10
    Scrivano - 310 interventi
    Ciao a tutti, a me personalmente il film è piaciuto molto e l'ho trovato anche ironico al punto giusto. A detta della mia ragazza sarebbe stato meglio vederlo in lingua originale per via dell'utilizzo dell'inglese del settecento che risulta essere molto differente e meno comprensibile per gli inglesi di oggi. Detto questo sono d'accordo sul fatto che non sia sul livello dei primi film del regista, ma forse quella di Burton è un'evoluzione/involuzione (parere soggettivo) artistica.
    Ultima modifica: 20/05/12 12:11 da Pinhead80
  • Markus • 20/05/12 12:20
    Scrivano - 4775 interventi
    @Fabbiu: la scena del marchio di Mac Donald confuso con quello di Mefistofele è stato davvero geniale e mi domando come mai quel tipo di umorismo non è stato ancor più sfruttato nella pellicola. All'uscita dal cinema la sensazione è stata quella dell'incompiutezza e della sceneggiatura "poco sfruttata". In ogni modo è un fatto personale quindi opinabile.
  • Markus • 20/05/12 12:21
    Scrivano - 4775 interventi
    Pinhead80 ebbe a dire:
    Ciao a tutti, a me personalmente il film è piaciuto molto e l'ho trovato anche ironico al punto giusto. A detta della mia ragazza sarebbe stato meglio vederlo in lingua originale per via dell'utilizzo dell'inglese del settecento che risulta essere molto differente e meno comprensibile per gli inglesi di oggi. Detto questo sono d'accordo sul fatto che non sia sul livello dei primi film del regista, ma forse quella di Burton è un'evoluzione/involuzione (parere soggettivo) artistica.

    Penso anch'io che il doppiaggio (almeno in questi generi) riduca di molto l'effetto ridanciano dell'opera.
  • Markus • 20/05/12 12:24
    Scrivano - 4775 interventi
    Questo il commento di un mio amico (extra-Davinotti) che è venuto con me a vedere a film al cinema:

    Peccato, peccato davvero. Potenzialmente, "Dark Shadows" di Tim Burton aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei film dell'anno. L'idea di fondo offriva tutti gli spunti possibili e immaginabili per dare vita a un devastante (in senso buono) cocktail fantasy - horror - storico - comico. Lo sviluppo della sceneggiatura, ahimè, ha fatto sì che tutte le buone intenzioni rimanessero sulla carta.
    Dietro gli splendidi costumi, la suggestiva ambientazione e l'imponente dispiego di effetti speciali, c'è il vuoto spinto o quasi. La vicenda, si diceva, si prestava benissimo a una lettura su molteplici livelli narrativi; pensiamo alle peripezie del protagonista, Barnabas Collins (Johnny Depp), uomo d'affari settecentesco di successo e di fascino, trasformato in vampiro per vendetta da Angelique, una strega perfida e ammaliatrice che da lui si era vista respinta (Eva Green), sepolto vivo e riportato alla luce della vita a due secoli di distanza, costretto quindi a ricominciare a vivere in un'epoca a lui totalmente ignota e ostile (gli anni Settanta del Novecento, fra capelloni, hippies e musica rock).
    La "distorsione spazio - temporale" in cui il personaggio si trova proiettato, per quanto di non eccessiva originalità, è una di quelle soluzioni cinematografiche che maggiormente si presta alla creazione di situazioni equivoche e di esilaranti malintesi. Insomma, una bomba comica ad elevato potenziale alla quale, però, non è stata tolta la spoletta. Ed è colpa gravissima, perché, pur in una pellicola "multigenere" come questa, porre al centro dell'attenzione un canovaccio come quello sopra descritto significa compiere una precisa scelta di campo narrativa, ossia puntare su un deciso "alleggerimento" in chiave ironica del clima da thriller gothic - fantasy che rappresenta comunque il brodo di coltura in cui nasce e cresce questo film.
    L'alleggerimento comico rimane invece, come detto, solo un tentativo riuscito a metà. Il guaio è che questa latitanza non viene compensata da uno sviluppo più elaborato degli altri piani del racconto filmico. Il crollo e la rinascita dell'impero finanziario dei Collins (fondato sulla pesca) sono tratteggiati senza gran dovizia di particolari, l'altera e disincantata Elizabeth (Michelle Pfeiffer), figura di riferimento della famiglia Collins in disgrazia del ventesimo secolo, rimane in abbozzo, quasi in soggezione al cospetto dei mattatori Depp e Green, nonostante il suo ruolo nella trama sia tutt'altro che trascurabile, mentre del tutto incomprensibile risulta la scelta di non dare sviluppo adeguato al personaggio di Josette (Bella Heathcote), giovane istitutrice chiamata proprio da Elizabeth Collins per prendersi cura del piccolo David, problematico bambino ancora sotto shock per la tragica scomparsa in mare della madre, col cui fantasma egli sostiene di comunicare costantemente.
    Josette rappresenta la reincarnazione fisica e spirituale della donna di cui Barnabas si era perdutamente innamorato nel Settecento (scatenando le ire davvero funeste della strega Angelique): irrompe immediatamente sulla scena del film e ben presto la si vede dialogare con lo spirito della bella un tempo amata dal Vampiro protagonista, e, insomma, sembrerebbe una figura assolutamente centrale nello sviluppo della vicenda. Invece, a metà pellicola passa inesorabilmente in secondo piano, per ricomparire in un movimentato finale in cui il suo tormentato amore con Barnabas trova realizzazione in maniera del tutto imprevedibile. Ma il personaggio era così ricco di sfaccettature psicologiche che avrebbe meritato ben altro rilievo e avrebbe potuto far prendere al film una piega assai più originale e spiazzante.
    Insomma, regia e sceneggiatura paiono a tratti... malferme, indecise sulla strada da prendere, irresolute di fronte alla poliedricità di un canovaccio che, effettivamente, è estremamente complesso e multidirezionale ma che, proprio per questo, avrebbe meritato una architettura filmica di maggior spessore, più elaborata e ragionata. Sullo sfondo di tutto, un ritmo che decolla con decisione solo in chiusura, regalando per contro, in precedenza, tempi lenti e un diffuso senso di incompiutezza. Di buono, restano il personaggio di Johnny Depp, efficacemente tratteggiato, anche se, certo con un qualche eccesso critico, si potrebbe dire che il ritratto del vampiro innamorato, e risorto a nuova vita per risollevare le sorti della famiglia, stride un po' con la sua crudeltà di fondo, in certi frangenti totalmente gratuita (che ci azzecca l'uccisione a sangue freddo dei simpatici e sfasatissimi hippies con cui si era a lungo intrattenuto attorno a un falò, per meglio comprendere il secolo in cui era stato catapultato?); la giovane Carolyn Collins, classica ragazzina anni Settanta (ma anche Ottanta, Novanta e via dicendo...) ribelle, sempre in conflitto con la famiglia, appassionata di musica "caciarona", niente di particolarmente innovativo ma resa da Chloè Grace Moretz in una interpretazione di buonissimo spessore; la figura della svitata psicanalista di famiglia dei Collins, Julia (Helena Bonham Carter), che cerca di carpire a Barnabas il segreto della eterna vita terrena con una pratica medica innovativa e.... molto, molto discutibile; e infine la colonna sonora, che attinge a piene mani dal repertorio rock dell'epoca riservando un ruolo di primo piano all'idolo di Carolyn, quell'Alice Cooper il cui cameo a metà film sarà stato senz'altro apprezzato dai nostalgici e dai cultori del genere.


    http://notedazzurro.blogspot.it/2012/05/le-mie-recensioni-dark-shadows.html?spref=fb
  • Zender • 20/05/12 16:45
    Capo scrivano - 47729 interventi
    Sì, teniamole qui in generale, si diceva. Io non riesco a farmi venir voglia di vederlo, sto film... E che pure Burton mi piace.
  • Galbo • 20/05/12 19:59
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Sì, teniamole qui in generale, si diceva. Io non riesco a farmi venir voglia di vederlo, sto film... E che pure Burton mi piace.

    anche a me l'entusiasmo è parecchio scemato....
  • Buiomega71 • 20/05/12 20:14
    Consigliere - 25937 interventi
    La penso anch'io come Zender e Galbo. Adoro Edward, Ed Wood e Il pianeta delle scimmie, ma non ho mai amato visceralmente Burton (come , magari, altri autori).

    Mi ispira per niente sinceramente...Poi, chissà, magari e un capolavoro...
    Ultima modifica: 20/05/12 20:14 da Buiomega71
  • Markus • 20/05/12 22:09
    Scrivano - 4775 interventi
    Per qualcuno lo è (4 palle), per altri no ('na palle e mezza). Come vedi ce ne per tutti i gusti.
  • Funesto • 10/06/12 19:42
    Fotocopista - 1415 interventi
    Hai capito Chloe Moretz... dalla vampira fotofobica di Blood Story a licantropa in questo film... a quando la versione da zombi? xD
  • Von Leppe • 10/06/12 19:56
    Call center Davinotti - 1104 interventi
    Markus ebbe a dire:
    Per qualcuno lo è (4 palle), per altri no ('na palle e mezza). Come vedi ce ne per tutti i gusti.

    Di solito appena esce un film è cosi, ma se già c'è chi da 4 palle vuol dire che non è affatto male.
  • Rebis • 11/06/12 13:20
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Beh, io mi accodo a Zender & Co.: francamente non ne posso più dell'accopiata Burton-Depp, con il primo ormai alla maniera di se stesso e il secondo che gigioneggia camuffato in mise sempre più deliranti... Ho amato Burton (Edward, Ed Wood, Sleepy Hollow, Beetlejuice in particolare) ma dopo Alice e La fabbrica del cioccolato mi sento satollo. Big fish l'ho rivisto a fatica... Mi sbaglierò, ma 140 minuti di goticismi adolescenziali mi sembrano un po' troppi da mandar giù e dubito che Burton abbia davvero qualcosa di nuovo da comunicare.
  • Von Leppe • 11/06/12 13:39
    Call center Davinotti - 1104 interventi
    Avendo visto di recente al cinema L'altra faccia del diavolo, quella casa nel bosco e quella delusione gotica di Woman in black, Dark shadows mi è sembrato un signor film. Burton ha il suo modo di fare cinema, forse è anche pressato dai produttori a mantenere certi cliché. Una volta lessi che voleva girare un film sulla vita di Poe.
  • Caesars • 30/10/15 13:41
    Scrivano - 16800 interventi
    Scopro solo ora che la serie televisiva originale, andata i onda in USa dal 27 Giugno 1966 al 2 Aprile 1971, constava di ben 1245 episodi.