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Discussioni su [1.08] Fear itself: Lo spirito delle montagne - Corto (2008)

DISCUSSIONE GENERALE

4 post
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  • Daniela • 9/02/10 20:45
    Gran Burattinaio - 5956 interventi
    Nel cast manca proprio il "mostro", ossia Doug Jones che interpreta il ruolo dello scheletrico Grady Edlund.
    Secco come un chiodo, è divenuto famoso per aver interpretato due ruoli bizzarri per la regia di Guillermo del Toro: il Fauno ne Il Labirinto del Fauno e la creatura acquatica Abe Sapien nei due Hellboy.
    Ultima modifica: 5/01/17 18:18 da Zender
  • Mco • 27/12/12 19:43
    Risorse umane - 9999 interventi
    Titolo italiano con cui viene trasmesso da Cielo/Sky: Lo spirito delle montagne.
  • Buiomega71 • 4/01/17 10:48
    Consigliere - 27496 interventi
    Una famiglia che vive in un ranch (madre, due figli e cognato-che si fà la moglie del fratello scomparso-)sperduto tra le montagne attendono il ritorno del capo famiglia, Grady, che si è perso sulle montagne circostanti. L'uomo ritorna, o meglio, lo spettro di quello che era. Emaciato, cadaverico, scheletrico con un ghigno inquietante sulla faccia (una via di mezzo tra il racconto kinghiano L'arte di sopravvivere e il Christian Bale de L'uomo senza sonno). Ma quello che sembra lo specchio distorto di Grady non ha più nulla di umano e ha "tanta fame, molta fame"-e non di cibo normale, che rifiuta violentemente-. Un indiano, amico di famiglia, sospetta (a ragione) che Grady sia stato posseduto dallo spirito del Wendigo, una figura demoniaca delle leggende indiane. La "fame" di Grady diventa insostenibile e comincia l'incubo...

    Fessenden (che riprende il tema a lui caro del Wendigo), alza l'asticella horror della serie e sà dispensare angoscia, disagio e anche un pizzico di sana paura che regala più di un brivido

    Autore che sfugge alla convenzionalità, molto personale e libero da ogni forma di commercializzazione, Fessenden firma uno dei migliori episodi di Fear Itself

    L'autore di No Telling sfrutta magnificamente gli spazi chiusi (abile regia e movimenti di macchina all'interno della casetta in legno), dispensando claustrofobia e senso di smarrimento (spalleggiato dall'ottima fotografia di Alwyn Kumst), in un racconto rurale di leggende indiane, possessioni, cannibalismo e mutazione del corpo.

    Gary sbava, lecca il braccio della moglie, ha sempre più "fame" (hungry, hungry, continua a ripetere da quella bocca cavernosa, putrida e perennemente affamata), si contorce come il Sonny Montelli di Amityville Possession e , nella sequenza clou, obbliga la moglie a sviscerare e cucinare suo fratello e a mangiarlo insieme a lui (momento cult grottesco/cannibalico di grande impatto): "Fai bollire la carne", Mangia"!

    Grady nel letto (che quanto "zompa" sù e un salto sulla sedia), che spia ghignante dalla finestra della camera da letto (dopo aver divorato del bestiame), che sembra la Zelda di Cimitero vivente, che spiega come lo spirito del Wendigo si sia impadronito del suo corpo.

    Non dissimile dalla Morte dietro la porta (il membro della famiglia che torna a casa, quello che torna a casa, però, sarebbe stato meglio se fosse morto-a volte e meglio piangerli morti, come recitava la frase di lancio di un horror kinghiano-perchè più nulla ha di umano-) e del cult clarkiano si rifà anche nel terrifico make up di Grady , dove Berger e Nicotero (abilmente) si ispirano a quello di Tom Savini, una faccia della morte , quella di Grady, di un ghigno agghiacciante e spaventoso , che rimanda all'Andy di La morte dietro la porta. C'è molto King nel segmento fessenderiano, non ultima la classica "zampa di scimmia".

    Fessenden, poi, nega il twist finale (marchio di fabbrica della serie) per un racconto più "grezzo" e crudo (Grady nel fienile che si avventa sui figli), contaminandolo con vera e propria chirugia della suspence (il fucile, l'armadietto delle armi, la pallottola che cade a terra tintinnando)

    Insieme a Ronny Yu, Fessenden, realizza il miglior segmento della serie, un racconto ancestrale di puro orrore e possessione, girato magnificamente e con grande perizia. Fessenden, col suo ghigno jacknicholsoniano, riesce a incutere timore, e come in un racconto dell'orrore intorno al fuoco, se la ride soddisfatto, concentrando il vero orrore in poco meno di 40' minuti.

    Da segnalare il BELLISSIMO commento musicale Lie Lie Lie composto da Serj Tankian, che apre la serie e ti entra subito in testa
    Ultima modifica: 4/01/17 11:53 da Buiomega71
  • Raremirko • 5/01/17 16:39
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Si, era quello che dicevo, col tizio a letto; uno dei migliori episodi.